Carlo Costantini ed i ragazzi ciociari che dissero no

Ci lascia Carlo Costantini. Già sindaco di Alatri, protagonista della ricostruzione e dello sviluppo del nostro territorio, geloso custode dell'archivio della Democrazia Cristiana della provincia di Frosinone. I funerali si terranno giovedì alle ore 11 nella Collegiata di Santa Maria Maggiore

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Lo ricordo quando, io ragazzo neppure diciottenne, in mezzo a tanti adulti, veniva nella sezione della Dc a via Magenta, dove oggi c’è la trattoria di Ester, a cercare di riordinare le cose, chiarire, dibattere. Carlo Costantini era, in quegli anni, Segretario provinciale della Dc, ma non sapevo che alcuni anni prima, da dirigente dell’Azione Cattolica, aveva guidato la resistenza dei giovani alatrensi contro i nazifascisti. Fu poi più volte sindaco di Alatri.

La sua scomparsa priva la democrazia di un grande testimone che negli ultimi anni aveva guidato l’Associazione Partigiani Cristiani. Per ricordarlo, ripropongo il suo racconto del 2 giugno 1946 agli studenti della consulta provinciale.

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La prima domanda che immagino vorreste farmi è: “per chi hai votato nel Referendum, avendo compiuto il 21° anno di età, per la Monarchia o per la Repubblica?”.

I manifesti per il Referendum

All’ amico Pierino Malandrucco, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, che mi invitava all’incontro, io ho risposto con una mail. L’ho scritta dopo aver fatto, lo confesso, delle ricerche storiche, che hanno confermato il mio ricordo: non ho votato per il Referendum “monarchia / repubblica”. Anzi non ho potuto farlo, benché alla data del 2 giugno 1946 io avessi compiuto i 21 anni di età, già da qualche mese. Perché le disposizioni per il referendum precisavano che potevano farlo solo coloro che avessero compiuto i 21 anni di età alla data del 31 dicembre 1945.

Io rientravo in questa norma restrittiva. Non avevo raggiunto la maggior età (21 anni) entro il 31 dicembre dell’anno precedente alla data del referendum.

UNA  SCELTA  DIFFICILE

Quasi all’inizio dell’anno scolastico 1943-1944 a noi studenti di seconda liceale, nati negli anni 1923 -24 e 25 – si presentò in classe il preside. Avvisando che eravamo obbligati a recarci al Distretto militare. Era a due passi dalla nostra scuola essendo stato trasferito da Frosinone ad Alatri a causa dei continui bombardamenti del capoluogo. Dovevamo “regolarizzare” la nostra posizione militare. “Regolarizzare” era un eufemismo, una parola normale per un evento fuori dall’ordinario: significava essere arruolati nell’Esercito e partecipare alla guerra in corso.

Edoardo Facchini, vescovo e partigiano (dall’omonima pagina Facebook)

Una scelta obbligata dalle ordinanze della “Repubblica Sociale Italiana, un governo fantoccio, strumento dei tedeschi. Una scelta che però tanti di noi si rifiutarono di fare. Tanto è vero che su 8000 obbligati nella nostra provincia, solo 200 accettarono l’ordine di presentarsi alle armi. Non solo rifiutammo di arruolarci. Con un gruppo di coetanei del locale circolo cattolico, con la tacita approvazione dei nostri assistenti e del Vescovo di Alatri, monsignor Edoardo Facchini, ci adoperammo con ogni mezzo per convincere tanti altri giovani a seguire il nostro esempio.

Iniziammo allora a collaborare alla pubblicazione di un giornalino clandestino intitolato “Libertà”, duplicato con il ciclostile dell’Azione Cattolica messoci a disposizione dal Vescovo. Ricordo che toccò proprio a me scrivere un messaggio dal titolo “il grido dei giovani”. Contestavamo il governo Repubblichino e invitavamo i giovani a non rispondere al richiamo alle armi. Tale messaggio, pubblicato sul giornalino, fu da noi affisso di notte in vari punti della città.

LA NOSTRA RESISTENZA

Iniziò così la nostra collaborazione alla Resistenza in Ciociaria. Affiancammo quella di carattere militare curata dal Comitato Ciociaro di Liberazione, composto dai rappresentanti dei Partiti antifascisti e da militari. Si trasformò poi in Comitato di Liberazione Nazionale.

L’impiccagione di Angela Maria Rossi

Intanto anche nella nostra provincia i tedeschi e i loro alleati Repubblichini compivano fucilazioni ed eccidi della popolazione inerme che cercava di resistere alle vessazioni e ai rallestramenti. Ricordiamo i tragici episodi di Cardito di Vallerotonda, di Ripi, di Mole di Paliano, di Sant’Andrea, di Vallemaio, di Collecarino di Arpino. A Fiuggi i tedeschi impiccarono Angela Maria Rossi, una donna di Alatri sospettata ingiustamente di tentato avvelenamento di militari tedeschi che avevano requisito nella sua casa viveri e vettovaglie. A Tecchiena di Alatri ci fu uno scontro tra partigiani e militari alla macchia e un reparto Repubblichino in cui rimase ucciso il brigadiere dei carabinieri Felice Cataldi, cui verrà poi conferita la medaglia d’argento al valor militare.

Azioni militari contro i tedeschi vennero compiute anche ad Anagni, Ceprano, Collepardo, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Giuliano di Roma, Guarcino, Paliano, Patrica e in molti altri centri.

CIOCIARI NELLA RESISTENZA FUORI PROVINCIA

Guido Alonzi, nativo di Veroli, fu animatore della Resistenza Lecchese, stretto collaboratore di Ferruccio Parri, arrestato e torturato dalla banda di Koch, ricoverato in una clinica riuscì ad evadere.

Il contributo dei ciociari alla Resistenza viene anche in altre zone del Paese, a Roma e anche all’estero. Ricordo i dodici ciociari trucidati dai tedeschi alle Fosse Ardeatine: l’Amministrazione Provinciale li ha ricordati solennemente con un Convegno e una apposita pubblicazione, alla quale abbiamo collaborato anche noi dell’ Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Frosinone.

Il carabiniere Alberto La Rocca in Fiesole si consegna al comando germanico che minaccia di fucilare 10 ostaggi se non si presenta. Ed il sottotenente Gino Sellari a Cuneo si lega alle formazioni di “Giustizia e Libertà”: tradito viene fucilato. O Don Giuseppe Morosini già cappellano militare partecipa attivamente alla Resistenza romana: venne fucilato a Forte Bravetta.

Ricordo in particolare, qui oggi, due giovanissimi: Ilario Canacci e Luigi Celani. Canacci nato a Roma nel 1927 ma vissuto ad Alatri dove frequentò le elementari; tornato a 14 anni a Roma aderì al movimento comunista, arrestato fu trucidato alle Fosse Ardeatine. Celani, giovane di origini ciociare, partecipa giovanissimo a Roma all’attività dei gruppi di Azione Patriottica di ispirazione socialista.

LE FOIBE E LA LIBERAZIONE

Non possiamo passare sotto silenzio, a questo punto, le due pagine buie di questo periodo di guerra spietata e cinica: le foibe e le turpi violenze delle truppe marocchine. Su tali episodi, sui quali sono esplose tante polemiche, esprimiamo una condanna totale e la solidarietà alle vittime innocenti.

Quando ai primi di giugno del 1944 le truppe alleate giunsero in Ciociaria trovarono il movimento della Resistenza ciociara pronto ad assumere autonomamente responsabilità politiche ed amministrative. Il Comitato di Liberazione Nazionale costituito in Ciociaria designò così i primi amministratori locali che sostituirono i podestà fascisti. Anche per l’ Amministrazione Provinciale e per la Consulta Nazionale vi furono apposite designazioni.

Il CLN nomina primo Presidente dell’ Amministrazione Provinciale l’avvocato Domenico Marzi comunista; lo stesso CLN lo nomina poi sindaco di Frosinone . Marzi rimane in carica da giugno a novembre quando lo sostituisce l’avvocato Giacomo Di Palma democristiano. Ad Alatri a capo dell’amministrazione venne nominato il preside Carlo Minnocci già sindaco del Partito Popolare Italiano prima del fascismo, a Cassino primo sindaco fu Gaetano Di Biasio e a Sora Giuseppe Ferri.

IL RITORNO AL LICEO

Scusate. Dimenticavo di dirvi che ai primi di giugno del 1944, passati gli alleati all’inseguimento dei resti dell’esercito tedesco in rapida ritirata dal fronte di Cassino, si erano riaperte per noi le porte del Liceo. Quello stesso Liceo dal quale eravamo stati allontanati in maniera così brusca e inaspettata. Rientrammo nelle nostre aule per conseguire la sospirata maturità classica. Ma ormai avevamo già raggiunto, fuori dalla scuola, a contatto con il movimento della Resistenza Ciociara, ben altra maturità civica e morale.

Di questa giornata vorrei che restassero nella mente e nel cuore di tutti tre parole. Tre eventi che caratterizzarono gli anni dal 1944 al 1948, e che suscitarono tanto entusiasmo:  Resistenza, Repubblica, Costituzione. Due erre e una ci per la continuità della democrazia italiana.