«Caro Nicola, ora ti racconto cosa fa Peppino a Cassino… »

All'assemblea degli amministratori Pd candidati alle prossime Comunali Enzo Salera punta il dito sul caso Cassino. E contro la lista di Petrarcone con leghisti ed esponenti di Forza Italia. "Caro Nicola..."

L’appuntamento è a Sant’Andrea della Fratte, nella sede nazionale del Partito Democratico. Il Segretario Nicola Zingaretti ha chiamato gli amministratori impegnati nella prossima campagna elettorale. Non vuole sbavature, ribadisce la linea del Pd: tutti devono andare alle urne nel nuovo solco tracciato dal Partito.

Molti interpretano la mattinata come una passerella. Una specie di show elettorale fatto fuori collegio, nel quale dire a tutti gli altri di essere il candidato e dove.

Francesca Cerquozzi da Veroli, con un vestito scuro a fiori e cinta nera alta alla vita, sale sul podio ed inizia a raccontare «la bella esperienza di Veroli» descrive «la complessità e le opportunità dell’amministrazione locale». Elogia il nuovo corso del Pd nel quale «noi giovani possiamo e dobbiamo esserne protagonisti». Forse va un po’ lunga perché dalla sala ad un certo punto le fanno segno di tagliare. Si consola con la foto insieme a Nicola Zingaretti.

Chi entra come un rinoceronte nel salone di Swarovski è l’ex assessore al Bilancio del Comune di Cassino e ora candidato sindaco della seconda città nella provincia di Frosinone. Il commercialista Enzo Salera manda in frantumi un bel po’ di buone maniere ed il clima da velenose bene.

Metaforicamente parlando, si è tolto le scarpe ed ha iniziato a far vedere al segretario nazionale ed all’assemblea tutti i sassolini che da settimane gli stanno tormentando il cammino politico verso le urne. Più di uno glielo ha infilato il Partito Democratico.

Caro Nicola – dice in sostanza il candidato sindaco di Cassino, scelto con le Primarie di Coalizione – va bene quando dici che occorre andare al voto con un Campo Largo. Va benissimo l’esempio tuo personale che ci hai citato: l’allargamento del Pd all’area di Smeriglio che ti ha consentito di vincere le Regionali. Però… a tutto c’è un limite.

Il limite verso il quale punta il dito Enzo Salera è l’ex sindaco Dem Peppino Petrarcone. Che ha lasciato il partito per non sottoporsi al giudizio delle Primarie. Ed ha deciso di candidarsi lo stesso. Formando un’altra coalizione che ha spaccato il centrosinistra ed aggregato pezzi di centrodestra.

«Fino a che punto deve essere largo questo campo, Nicola?» ha domandato Salera. «Questo è un campo ormai senza alcun confine». E giù con l’elenco delle forze che Petrarcone ha messo insieme: il coordinatore cittadino ed il capogruppo uscente della Lega, l’ex presidente del consiglio comunale di Forza Italia ai tempi di Scittarelli, l’ex capogruppo ed un presidente di commissione dell’amministrazione di centrodestra uscente. Insomma, gente che fino a due mesi fa governava a pieno titolo sotto la bandiera del centrodestra.

In sala parte l’applauso con cui seppellire l’imbarazzo.

Non basta a Enzo Salera. Va oltre. «Nicola, ci parli di coerenza e di una nuova linea del Partito. Benissimo. Ma non mi sembra di avere visto questa coerenza nei confronti di un Segretario cittadino che ci volta le spalle, disconosce le Primarie, non ne rispetta il risultato, candida il fratello contro di noi. Non vedo questa coerenza quando fa altrettanto un ex esponente dell’Assemblea Nazionale. Il Partito sta facendo finta di nulla anche con due componenti in carica dell’Assemblea Nazionale che non vedo con noi».

L’applauso è partito per la seconda volta ed è stato uno dei pochi. L’imbarazzo è stato sepolto. Ma solo in parte.

Nelle file di Enzo Salera c’è la convinzione che il Pd non abbia fatto i salti di gioia quando è stato lui a vincere le Primarie. Ma non aveva la certezza che a Roma Zingaretti avesse il quadro chiaro della situazione. Ora, almeno questo dubbio se lo è tolto.