In serata il sindaco accetta le dimissioni dell'assessore Pace. Una lettera di ringraziamento rivela le sue prossime mosse. Tutte le mine che ora dovrà essere capace di evitare
La risposta arriva solo a sera: il sindaco Daniele Natalia prende atto delle dimissioni del suo assessore Simone Pace (leggi qui Giunta senza Pace: alle 8.30 protocollate le dimissioni: ora inizia la vera partita) quando ormai è ora di spegnere le luci in municipio. La lettera con le sue considerazioni gliela invierà nelle prossime ore, per dirgli
quanto io sia sicuro che sarai in grado di dimostrare la verità e la tua innocenza (…) La tua vicenda sta suscitando tanto clamore, spesso bieco e strumentale, da parte di chi ha interesse a screditare la nostra amministrazione non considerando che invece arreca solo danno all’immagine della città.
La tua scelta ti rende onore e dimostra non solo la serietà della persona che sei ma anche la tua capacità politica e da leader di un gruppo politico che, ti assicuro, non sarà delegittimato e potrà continuare a portare avanti il programma elettorale sottoscritto.
Il tuo senso di responsabilità mi induce non solo a ringraziarti ma anche a garantirti che, al momento della chiarezza dei fatti, avrai formalmente di nuovo la mia fiducia amministrativa, per altro mai venuta meno, perché quella personale e politica unita a stima e amicizia è rimasta tale.
Le indicazioni politiche
Al di là degli attestati di stima personale, la risposta del sindaco, se letta tra le righe, lascia individuare la rotta che Daniele Natalia ha già tracciato per affrontare lo scossone, determinato dal processo per ‘violenza privata’ che il suo (ormai ex assessore ai Lavori Pubblici) dovrà affrontare. Conseguenza di un’inchiesta avviata durante il periodo pre elettorale: cioè quando Simone Pace – stando all’ipotesi d’accusa – avrebbe ‘sollecitato’ una signora a candidarsi nel suo schieramento prospettandole altrimenti il licenziamento. (leggi qui Il decreto che non è una condanna: le vie di Natalia per salvare (la) Pace in giunta).
Nella lettera che sta per essere inviata, ci sono due passaggi chiave. Il primo è quello nel quale il sindaco assicura a Simone Pace che il suo gruppo politico “non sarà delegittimato e potrà continuare a portare avanti il programma elettorale sottoscritto”. Il secondo è quello in cui Daniele Natalia mette in chiaro che deve tutelare l’immagine di tutti perché “c’è un interesse a screditare la nostra amministrazione”.
La traduzione politica è: caro Simone al tuo posto nominerò una persona della tua area politica, che sia di tua fiducia; ma allo stesso tempo non posso mettere un politico eletto perché allo stesso tempo ho bisogno di dare un segnale di discontinuità con te e la tua lista.
Un nome c’è.
La soluzione logica
Sarebbe una soluzione logica. Che gli consentirebbe di approdare in giunta facendo solo pochi passi, visto che già ora fa parte dell’entourage del sindaco, come capo del gabinetto (politico) del primo cittadino. Resta da vedere cosa accadrà davvero nelle prossime ore. E, soprattutto, cosa diranno del suo (eventuale) arrivo Fdi e Lega, i due Partiti che sembrano (ma ufficialmente nessuno dice nulla) meno contenti di questa possibilità.
Il molto probabile successore di Simone Pace come assessore ai lavori pubblici è Enzo Ciprani, l’evergreen della politica locale, l’uomo per tutte le stagioni, l’ombra alle spalle del sindaco Carlo Noto, prima, di Fausto Bassetta dopo, e di Daniele Natalia adesso. Se per i diretti interessati questo sia stato un vantaggio non si sa, ma tant’è.
Il nome del referente di Progetto Anagni prima e di Identità anagnina oggi si faceva già prima della crisi che ad Anagni ha portato Simone Pace a rassegnare le dimissioni. Nelle ultime ore sta diventando quasi una indicazione ufficiale. Rafforzata dalla convinzione, espressa più volte dal sindaco, di dover risolvere situazioni del genere dapprima chiedendo alla lista interessata dal cambio.
La terra di nessuno
Dunque, dopo il passo indietro di Pace, ad avere lo ius primae noctis in materia di indicazioni sarebbero Anagni domani ed Identità anagnina. Che avrebbero appunto fatto il nome di Ciprani. Resta da vedere cosa dirà il sindaco, che ha chiesto qualche ora di tempo.
E che rischia di trovarsi in una difficile terra di nessuno.
È chiaro, infatti, che sottoscrivere questa indicazione, equivarrebbe ad una prova, se non di debolezza, quantomeno di ridotta autonomia. Che, oltretutto, lo metterebbe in contraddizione con le promesse di rinnovamento fatte in campagna elettorale.
Ma non assecondare gli appetiti (politici) di Ciprani invece, lo metterebbe in linea di (possibile) conflitto con un gruppo con cui, visti i precedenti, è sempre meglio non litigare.
Una linea sottile che Natalia dovrà percorrere senza sbagliare nulla, per non entrare in un terreno minato.
Alleati coltelli
Natalia, inoltre, è consapevole anche di un’altra cosa; che buona parte della sua coalizione potrebbe non vedere di buon occhio questo arrivo.
Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è infatti notorio che il gruppo numericamente più rilevante del consiglio aspirava da tempo ad un allargamento della propria squadra in giunta. La vicenda Pace avrebbe potuto fornire loro l’occasione su un piatto d’argento. L’indicazione di Ciprani smonterebbe quindi il disegno; con quanta gioia da parte di Ambrosetti (Riccardo, che da tempo sgomita per un assessorato) è facile immaginare. Anche se, a quanto si dice in comune, il sindaco avrebbe più volte espresso la convinzione di poter governare questo eventuale dissidio interno.
Natalia deve poi guardarsi anche dal possibile fuoco amico della Lega. Nella persona, in questo caso, di Vittorio D’Ercole, vicesindaco ed assessore all’urbanistica. Che mirerebbe a completare il cerchio assumendo, oltre all’urbanistica, anche la delega ai lavori pubblici. Fosse pure ad interim in attesa del momento della chiarezza dei fatti.
Un allargamento che però non viene visto di buon occhio da tutti. Se non altro perché i rapporti tra Daniele e Vittorio sono cortesi e corretti, ma i due non possono dimenticare di essere stati avversari (politicamente) per la nomina a candidato a sindaco del centro destra alle ultime comunali.
Anche qui, un sentiero stretto da percorrere per il primo cittadino. Che mai come oggi dovrà fare affidamento a tutta la sua maestria politica.
Se non vuole che la luna di miele con la città termini prima del previsto.