Il carrozzone Saf è diventato una spider: per portar Vicano in Comune

[dfads params=’groups=105&limit=1&orderby=random&return_javascript=1′]

 

Mauro Vicano asfalta la strada che potrebbe portarlo alla candidatura a sindaco di Frosinone. A renderla larga, dritta e con ben pochi ostacoli è stato il successo annunciato ai sindaci riuniti nel Palazzo della Provincia. A loro l’ex direttore generale della Asl di Frosinone, l’ex votatissimo assessore comunale alla Manutenzione nel capoluogo, ha presentato i conti della Saf: la società composta dai Comuni ciociari per la gestione dei rifiuti, quella che possiede lo stabilimento di Colfelice dove le immondizie di tutto il territorio vengono lavorate e trasformate in combustibile da cui ricavare energia elettrica. ‘Un carrozzone’ si era detto per anni, crocefiggendo lo storico presidente Cesare Fardelli.

Molti si aspettavano un bilancio lacrime e sangue. Con un presidente pronto a chiedere l’aumento della tariffa ai cittadini. Per questo su 92 soci (i 91 Comuni più l’ente Provincia) se ne sono presentati solo 49: la paura di dover votare bollette più alte li ha tenuti a casa.

Hanno fatto male. Il primo bilancio della gestione Vicano si chiude con 4 milioni d’euro di utili. Il carrozzone (se mai lo è stato) è diventato una spider decappottabile.

Come ci è riuscito? Tagliando, ricucendo e ampliando. E ancora razionalizzando. Ma soprattutto facendo pagare tutti quelli che volevano (o dovevano) fare un giro sullo spiderino: come i Comuni romani rimasti con l’immondizia nei cassonetti perché l’Europa vieta di mandare in discarica la spazzatura così com’è. E allora Colfelice ha spalancato i suoi portoni: le camere di essiccazione erano vuote perché ormai in Ciociaria si fa la differenziata, Saf rischiava di finire sul groppone dei ciociari e dell’Inps che avrebbe dovuto pagare la cassa integrazione o la mobilità. Vicano ha compensato quel calo accogliendo le immondizie romane: che pagano profumatamente il servizio. Facendo lievitare gli incassi.

Ma Saf non può fare guadagni: è una società pubblica. E allora che si fa con quei soldi? Prima cosa: non si aumenta la bolletta a carico dei cittadini. E poi? Si è aperto il dibattito nella sala della Provincia. C’era chi proponeva di spalmare gli incassi sui Comuni e chi di investire in opere provinciali. Al debutto da sindaco di Cassino, l’ingegnere Carlo Maria D’Alessandro ha fatto vedere a tutti che una certa competenza gli appartiene «Credo che sia più vantaggioso ammodernare gli impianti, in modo da abbassare ancora i costi, azzerare l’inquinamento, ricavare anche energia». La linea di Carlo Maria è quella che è passata. Con il voto contrario di San Giovanni Incarico (nonostante uno dei 3 membri del Consiglio d’Amministrazione sia l’uomo – proprio di San Giovanni – che per anni ha guidato le battaglie ambientali contro l’impianto). Astensione per Roccasecca.

Ma non ci sono solo luci e 4 milioni di utili. Ci sono pure le ombre. Come quelle proiettate dal Tar di Latina che proprio nelle ore scorse ha bocciato la Saf e la gara con cui aveva assegnato alla Berg SpA il servizio di raccolta e smaltimento dei liquami che si generano dalla fermentazione dei rifiuti. I giudici hanno detto che è stato un errore affidarle il servizio perché la società non ha tutti i requisiti necessari.

Una piccola ombra. Un dosso sulla strada che ora può portare Mauro Vicano al ballottaggio per candidarsi a sindaco di Frosinone. Raccoglie voti nel centrodestra ma è di centrosinistra, parla con Memmo Marzi e allo stesso tempo con Michele Marini; Francesco De Angelis gli farebbe ponti d’oro e Alfredo Pallone glieli luciderebbe. La forza elettorale l’ha mantenuta ed una fetta del Consiglio è arrivata lì con la sua benedizione.

Ma se ne parlerà dopo l’estate. Mauro Vicano la decisione la prenderà sotto l’ombrellone, mentre si abbronzerà sotto la luce dei 4 milioni di utili fatti incassare ad una società dei Comuni ciociari