Carte false dietro alle assicurazioni di De Angelis

Carte false, documenti truccati, patacche rifilate agli organi di informazione nazionali per alimentare il 'Ruberti Gate'. Ora le cose assumono anche un'altra luce. Perché qualcuno sta cercando di inquinare i pozzi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Carte false, documenti truccati, dossier di comodo ed inventati. Per colpire, infangare distruggere. Obiettivo: forse il Capo di gabinetto del Comune di Roma Albino Ruberti che stava diventando troppo ingombrante nello scenario politico capitolino; sicuramente il Partito Democratico troppo vicino a Fratelli d’Italia nei sondaggi. Il movimentato dopocena di Frosinone reso immortale dal video che riprende il braccio destro del sindaco completamente fuori controllo mentre pretende scuse in ginocchio e minaccia di uccidere imbracciando un ombrello è stato il vassoio d’argento sul quale confezionare il delitto perfetto.

Ci sono tre elementi a costruire una nuova verità e fornire una diversa lettura dei fatti.

I tre elementi

Il Palazzo di Giustizia di Frosinone

Il primo elemento. Nel Registro Generale delle Notizie di Reato non risultano presentate a ieri denunce a carico di Ruberti Albino per il reato di minacce. Il periodo previsto dal Codice Penale è trascorso. E nessuno ha detto d’essersi sentito minacciato da quella sfuriata.

Che le cose stessero così era evidente. Davanti al ristorante nella parte alta di Frosinone, la sera della visita di Enrico Letta nel capoluogo ciociaro, c’è stata una sfuriata del tutto fuori luogo per i toni e per i termini. Ma è avvenuta tra persone che si conoscono e frequentano da anni. E che l’indomani mattina si erano già chiarite e chieste scusa. (Leggi qui: La Verità nelle chat: cosa è successo davvero nella cena a Frosinone).

Quindi: nessuna minaccia, nessuno s’è sentito minacciato, nessuna denuncia per minacce.

Le polizze convenienti

Vladimiro De Angelis

Alcuni quotidiani hanno azzardato l’ipotesi che ad innescare la discussione tra Albino Ruberti, il sindaco di Giuliano di Roma Adriano Lampazzi ed il brooker assicurativo Vladimiro De Angelis fosse stata una richiesta indecente. La richiesta di contratti assicurativi al dirigente romano in cambio di appoggi politici dalla potentissima corrente politica Pd di Francesco De Angelis fratello di Vladimiro.

La Procura della Repubblica di Frosinone sta cercando di capire chi abbia messo in giro quell’ipotesi. Perché è già emerso che Ruberti non poteva concedere alcunché a Vladimiro De Angelis dal momento che il Comune di Roma si assicura con una sua società in house che possiede al 100%.

Allora è stato spostato il tiro. E si è detto che le polizze sospette riguardavano al Asl di Frosinone. Un’indagine interna disposta con carattere di immediatezza dall’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha accertato che invece tutte le polizze stipulate dalla Asl di Frosinone negli ultimi dieci anni sono assolutamente in regola.

Elemento nuovo emerso nella giornata di sabato durante il tour compiuto in provincia di Frosinone dall’assessore alla Sanità del Lazio: i premi assicurativi pagati dalla Asl di Frosinone sono più bassi di quelli pagati per analoghi servizi dalle Asl di Viterbo e di Latina. Come ulteriore riscontro, l’assessore ha voluto un confronto con una Azienda sanitaria di un’altra Regione. Per il test ha chiesto di prendere in esame una Asl in una regione virtuosa. È stata scelta a caso Modena: Frosinone paga premi più bassi per gli stessi servizi assicurativi.

Le carte false per Rete Quattro

Albino Ruberti © Livio Anticoli / Imagoeconomica

C’è poi un colpo di scena. Ci sono in questa storia carte false. Ne è certo il brooker Vladimiro De Angelis.

Le carte truccate – dichiara ora Vladimiro De Angelis – sono quelle esibite la scorsa settimana dalla trasmissione televisiva Quarta Repubblica su Rete Quattro del gruppo Mediaset di Silvio Berlusconi.

Il brooker ha pubblicato i documenti sulla sua pagina Facebook. «Dopo le tante ricostruzioni fantasiose sulle motivazioni della famosa lite nella quale mi sono sfortunatamente ritrovato coinvolto siamo arrivati al vero scoop».

Nel corso della trasmissione è stata presa di mira una gara da 8 milioni di euro. Dice ora Vladimiro De Angelis: «Premesso che partecipare ed aggiudicarsi una gara non costituisce certamente reato la Uniassifin risultebbe essere l’intermediario della Compagnia AMTrust a cui è stata affidata l’altra gara di 8 milioni di euro. Questo è quanto falsamente si afferma nel corso della trasmissione televisiva Quarta Repubblica. Notizia nei giorni successivi ripresa anche da diversi quotidiani nazionali. A supporto vengono mostrati i “documenti di gara” che lo dimostrerebbero». Vero: è effettivamente quanto sostenuto e mostrato una settimana fa nel corso della trasmissione.

«Peccato però che i documenti mostrati costituiscano un falso. O meglio un fake come si dice oggi. A sinistra la vera aggiudicazione a destra il ritaglio di un fac-simile scaricato da internet. Con un esame un pochino attento si sarebbe capito che il documento era artefatto. Viene mostrato però velocemente evidenziando in giallo le parti sulle quali si voleva si concentrasse l’occhio dei telespettatori e degli ospiti in studio».

Tutti gli elementi del falso

Le prove del falso

Il brooker mostra i documenti sulle sue pagine social. E mette in risalto tutti gli elementi del falso.

  1. Il ritaglio è a colori. Chi ha mai ricevuto dalla Asl una copia a colori?
  2. I caratteri di stampa sono in rosso e non in nero.
  3. Nello spazio del contraente è riportata la denominazione di Uniassifin e non quella della ASL.
  4. Inoltre, ma qui ci vuole un po’ più di conoscenza, non è una polizza RC come quella oggetto della gara ma una polizza Colpa Grave che stipula il singolo operatore sanitario o medico.

«Su questo falso – scrive Vladimiro De Angelissi è costruita la trasmissione e sviluppato tutto il dibattito in studio. Nelle foto i due documenti: quello mostrato in TV e quello dal quale è stato effettuato il ritaglio. Dopo la nostra smentita ufficiale è stata correttamente cancellata dalla puntata pubblicata sul sito di Mediaset tutta la parte in cui si è discusso del caso».

Il danno però ormai è fatto. Chi ha fornito quel documento falso a Mediaset? E chi ha messo in giro la falsa notizia che alla base della discussione ci fossero delle polizze che nessuno ha trovato?

La falsa foto dell’imprenditore

Marcello Pigliacelli

Non è l’unico falso in questa storia. Perché qualcuno ha fornito ad un serissimo quotidiano nazionale la notizia che alla cena finita con la discussione inurbana fosse presente un imprenditore che tra le varie cose si occupa anche di trasporto dei rifiuti. È l’ex presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli. A dimostrazione è stata pubblicata anche la foto.

«Quella foto è vera. Ma non fa riferimento a quella sera. È stata scattata un paio di anni fa, al termine di un incontro con sua eccellenza il prefetto presso la sede di Unindustria». Non ha chiesto una smentita. «Perché avrei dovuto? Cosa ci sarebbe di disdicevole a partecipare ad una cena con persone che sono tutte incensurate? Ma se qualcuno me lo domandasse come avete fatto voi direi quanto sto dicendo ora: non ero a quella cena, quella foto è stata scattata anni prima e ne ho le prove»

Chi e perché ha fornito ad altri quotidiani la falsa informazione. E perché?

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