Casalattico snobba Atina e perde la causa al Tar

Il Tar respinge il ricorso del Comune di Casalattico. E lo condanna alle spese. Non ha aderito al progetto milionario delle aree interne. E poi ha impugnato le delibere reclamando di voler partecipare. La sentenza. E la rivalità storica

Il comportamento complessivamente serbato dal Comune di Casalattico non è stato improntato a trasparenza e buona fede nei confronti degli altri soggetti istituzionali coinvolti. L’ente non ha mai voluto sottoscrivere il protocollo d’intesa. Sa bene che un accordo tra pubbliche amministrazioni implica la forma scritta per avere substantiam. Neppure ha mai coerentemente formalizzato la rinuncia alla partecipazione al progetto, ingenerando così confusione nei rapporti con le altre autonomie locali coinvolte”. Ricorso respinto. Perché giudicato infondato. E non solo. Il Comune di Casalattico è stato condannato al pagamento di 8mila euro: quattromila alla Regione e soprattutto quattromila all’odiato Comune di Atina.

Le carte del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio non lo dicono ma tra le righe si legge con chiarezza: alla base dello scontro finito in tribunale c’è soprattutto l’antica rivalità tra i campanili dei due Comuni di Casalattico ed Atina.

La Legge sulle Aree Interne

Mauro Buschini

Al centro delle carte bollate è finita la Legge sulla ‘strategia nazionale per le aree interne‘. In particolare l’approvazione della strategia dell’area Valle di Comino che è stata l’apripista nel Lazio. All’epoca si disse che era un favore fatto a Mauro Buschini, assessore uscente che aveva gestito la questione rifiuti, sostenuto lo scontro frontale con l’amministrazione Raggi, vigilato sulle discariche.

Nei fatti si trattava di una Legge europea che cercava di rivitalizzare le aree interne, cioè quelle zone tagliate fuori dalle grandi arterie di comunicazione. E per questo avevano avuto meno opportunità di sviluppo. Un esempio pratico? I Comuni attraversati dalla Casilina, dall’Autostrada, dalla Ferrovia hanno avuto occasioni di sviluppo più grandi in confronto ai centri della Valcomino.

Nel 2016 i Comuni iniziano gli incontri: Mauro Buschini presenta il progetto regionale ed annuncia che la valcomino sarà il progetto pilota. In meno di due anni, verso aprile 2018, si arriva alla deliberazione della Giunta Regionale che approva l’iter e lo pubblica sul suo Bollettino ufficiale.

Il ricorso di Casalattico

Il municipio di Casalattico

Il Comune di Casalattico impugna quegli atti. Ricorre al Tar e ne chiede l’annullamento. Per la precisione chiede di annullare sei documenti. Si tratta della deliberazione di Giunta regionale n. 192 del 24 aprile 2018 che attua la strategia nazionale aree interne per il Lazio approvando il piano per la Valle di Comino;

la nota della Presidenza del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2018 che approva a sua volta la strategia d’area per la Valle di Comino; il documento che è alla base dei due provvedimenti e cioè la strategia d’area della Valle di Comino del 19 febbraio 2018;

inoltre viene impugnata la bozza di strategia approivata dal Comitato tecnico per le aree interne il 10 marzo 2016; il preliminare di strategia trasmesso al coordinatore del Comitato tecnico per le aree interne il 15 dicembre 2016 e la relativa nota di approvazione; tutti gli atti presupposti e collegati assunti dal Comune di Atina, nella sua qualità di capofila.

Ci siamo, lo davamo per assodato

Il castello ducale di Atina

Nella sostanza Casalattico sostiene che è stato tagliato fuori. Reclama il suo inserimento in quel progetto. Che porterà circa 14 milioni di investimenti per portare lo sviluppo di quei centri al pare degli altri cresciuti intorno alle principali direttrici.

Ma Regione e Presidenza del Consiglio, per quanto si siano sforzate, non hanno trovato la carta con cui il Comune di Casalattico dichiarava la sua adesione. Fatta presente la cosa, il Comune risponde che riteneva di avere aderito con il silenzio assenso: siccome non ti ho detto No significa si.

I documenti portati al Tar dicono che il Comune di Casalattico non ha mai aderito allo schema di intesa proposto dalla capofila Atina. Uno schema che è stato poi stipulato il 24 novembre 2014. Dalle carte risulta che il testo gli è stato sottoposto anche dopo la stipulazione e da Atina abbiano sollecitato Casalattico all’adesione il 19 ottobre 2015, il 2 novembre 2015 ed il 10 novembre 2015.

Il silenzio di Casalattico prosegue sino a giungere all’adozione della delibera del 24 aprile 2018 con cui la Regione Lazio approva la strategia dell’area interna della Valle di Comino.

Serve l’adesione scritta

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio Foto: Paris / Imagoeconomica

Il Tar oggi ha giudicato il ricorso di Casalattico “inammissibile oltre che infondato nel merito”. Innanzitutto perché Casalattico non ha inviato la sua adesione. Se davvero avesse voluto fare parte del progetto avrebbe potuto impugnare il protocollo d’intesa quando ha scoperto che non lo includeva. Ma nemmeno questo è stato fatto.

Non solo. Il tribunale ha accolto la tesi dell’avvocato Massimo Di Sotto che ha rappresentato il Comune di Atina. Ha ritenuto che la strada da percorrere fosse una sola: Casalattico se voleva aderire dovea mandare una lettera protocollata. Perché la cassazione chiarisce che “per il perfezionamento dei contratti stipulati dalle amministrazioni pubbliche è necessaria una manifestazione documentale della volontà negoziale da parte dell’organo rappresentativo abilitato a concludere, in nome e per conto dell’ente pubblico, negozi giuridici”.

Da qui la decisione del collegio guidato dal presidente Antonio Vinciguerra e dai Consiglieri Roberto Maria Bucchi e Valerio Torano. Il Tar “dichiara inammissibile il ricorso del Comune di Casalattico, ferma restandone l’infondatezza nel merito”.

Lo scontro Casalattico – Atina

C’è anche una spiegazione politica. Che non sta nella sentenza. All’epoca dei fatti il Comune di Casalattico era fedelissimo del Pd e dell’area di Pensare Democratico in cui milita Mauro Buschini. Ma c’era una rivalità storica con il vicino Comune di Atina. Tanto intensa che la scelta di designare Atina come Capofila aveva scavato un solco. C’è ancora chi ricorda che nel giorno della presentazione dell’iniziativa ci fu chi da Casalattico disse “non ce la farete mai ad essere finanziati”.

Sta di fatto che alle lettere inviate da Atina nessuno ha risposto. Salvo poi impugnare tutto al Tar.