D’Alessandro batte i profughi e l’inchiesta: fiducia per 13 – 6

Il consiglio comunale di Cassino ha rinnovato la fiducia al sindaco Carlo Maria D’Alessandro ed al presidente del Consiglio Comunale Dino Secondino. Il voto di fiducia è stato espresso dall’Aula alle 22:35 ed ha registrato 13 favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti.

A chiedere il voto di fiducia è stato il sindaco D’Alessandro. Ha affrontato così in maniera frontale le illazioni sollevate dall’inchiesta sulla gestione dei profughi in alcuni Comuni del casertano. Un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino. E che coinvolge il presidente Secondino e suo fratello, l’ex sindaco Bruno Scittarelli, il consigliere di opposizione (e già candidato sindaco) Francesco Mosillo.

Nel suo intervento il sindaco D’Alessandro ha espresso fiducia nell’operato della magistratura. Ha evidenziato che i fatti ipotizzati ed in fase di accertamento non hanno alcuna attinenza con l’attività del Comune di Cassino. Si tratta di rilievi penali del tutto estranei all’attività amministrativa cittadina.

Ma il nervo scoperto è un altro: l’opportunità politica. L’inchiesta infatti ha messo in evidenza che c’erano interessi economici che univano esponenti di centrodestra ed i loro avversari di centrosinistra. Già durante le elezioni comunali. Interessi legittimi, legali ma che il gruppo consiliare di minoranza che fa capo all’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone ha ritenuto inopportuni. Avanzando serie riserve politiche. (leggi qui la conferenza stampa di Petrarcone)

Un tema che ha scatenato il sindaco Carlo Maria D’Alessandro. Nel suo intervento, questa sera ha detto «Quest’aula non può essere la lavanderia del Partito Democratico. Le spaccature e le faccende del vostro Partito non le potete lavare qui dentro». Il riferimento è alla drammatica spaccatura che ha portato il Pd ad esprimere due candidati alle scorse Comunali: Mosillo e Petrarcone. Una lacerazione che ha contribuito alla vittoria del centrodestra.

Alla minoranza ha ricordato «Noi abbiamo tenuto le conferenze stampa nella sala Restagno solo in occasione di finanziamenti ottenuti dalla città o per annunciare iniziative a vantaggio del sociale». Lasciando intendere che il centrodestra non ha attaccato Petrarcone quando l’inchiesta sui brogli elettorali ha iniziato a sfiorare qualcuno della sua ex maggioranza.

Poi l’affondo: «Se le cose stanno così, non domandatevi perché ho vinto le elezioni ma chiedetevi perché le avete perse voi. Non state a pensare perché la gente ha votato me ma perché non ha votato voi».

Quindi la richiesta di fiducia. «Chiedo che questa aula si esprima sull’ordine del giorno presentato dalla consigliera Rossella Chiusaroli. Ribadisca la sua fiducia alle due più alte cariche del Consiglio Comunale e cioè il sindaco ed il presidente d’Aula. Mi rimetto alla volontà dell’aula. Insieme al presidente Secondino, attenderò serenamente nella sala accanto, dedicata ad un grandissimo sindaco di questa città, Pier Carlo Restagno».

In precedenza c’era stato un infuocato scambio di battute tra la maggioranza (Rossella Chiusaroli) e l’opposizione (l’ex assessore Enzo Salera). Il gruppo di Petrarcone ha contestato la convocazione del Consiglio: «Non ce n’era motivo, non c’era alcuna urgenza. Avete convocato un’assise su vicende personali, dal momento che, come dite, si tratta di fatto che non toccano l’amministrazione»

Il voto, per appello nominale, chiamato dal presidente supplente Giuseppe Di Mascio è finito 13 a 6 più due astenuti.

La polemica politica è sterilizzata. Per ora.

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