Metà dei voti a Partiti che non sono in Comune

Il dato insolito di Cassino. Dove quasi la metà dei voti sono andati a Partiti che alle scorse Comunali non hanno eletto nemmeno un Consigliere. La gioia di FdI, la riflessione della Lega, il dato del Pd. E quello del M5S

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Niente a che vedere. Il voto per le elezioni Politiche di domenica e quello per le Comunali di tre anni fa a Cassino vanno in due direzioni opposte. Quasi la metà dei voti espressi domenica sono finiti a Partiti che non hanno nemmeno un Consigliere comunale eletto in Aula.

Fratelli d’Italia domenica ha preso 4.138 voti (il 26,32%), il Movimento 5 Stelle ne ha presi 3.548 (il 22,56%). Insieme sommano il 48,88% Ma nel 2019 nessuna delle due forze politiche è entrata in municipio.

Chi gioisce e chi no

Gabriele Picano

Brindano i vertici di Fratelli d’Italia: il vice coordinatore provinciale Gabriele Picano e la portavoce cittadina Angela Abbatecola. Negli ultimi due anni hanno lavorato ai fianchi della Lega: poco alla volta le hanno sfilato i due consiglieri eletti dal Carroccio Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua portandoli sotto la loro bandiera.

Fratelli d’Italia ora è il primo Partito all’ombra dell’Abbazia. “Più di 4mila voti ottenuti domenica ci fanno capire che siamo sulla strada giusta. Dobbiamo proseguire in questa direzione con l’organizzazione del Partito in questo territorio. C’è stata una forte spinta di popolo come mai prima” dicono Abbatecola e Picano. Parlano di nuovi equilibri nella coalizione, evidenziano le tante adesioni registrate dal Partito. “Tutto ciò è il segno tangibile che questo partito può diventare forza di governo in questa città“.

Ottimo il risultato anche per Forza Italia che supera la soglia del 10%, va oltre il dato nazionale. E stacca la Lega. Il sub commissario provinciale Rossella Chiusaroli non nasconde la soddisfazione. E prepara la corsa alle Regionali.

I due volti della Lega

Ottaviani e Ciacciarelli

È un risultato a due facce quello ottenuto dalla Lega. Il Consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli ed il dirigente regionale di Cambiamo Mario Abbruzzese hanno spinto sull’acceleratore per l’elezione dell’ex sindaco di Frosinone e coordinatore provinciale del Carroccio Nicola Ottaviani. Ha centrato l’elezione ma la Lega con l’8,21% si colloca alle spalle di Forza Italia nella città di Cassino.

A mettere in evidenza ancor di più le criticità sono i numeri dell’ uninominale: Ottaviani conquista il 54% nel collegio mentre a Cassino si ferma al 45%.

Questo anche perché nella Città Martire ad avere ancora una volta un buon risultato è stato il M5S che supera il 20%. Un Partito sempre più “liquido” e con solo voto di opinione dal momento che in città non ci sono referenti che hanno fatto campagna elettorale per i pentastellati. Che nelle elezioni amministrative non hanno mai centrato l’elezione in Consiglio comunale.

Il Pd resiste

Sergio Messore

Il sindaco Dem Enzo Salera regge l’onda d’urto e il “suo” candidato al collegio uninominale del Senato riesce a portare a casa, nella città di Cassino, una percentuale pari a quella che incassò l’avvocato socialista Gianrico Ranaldi che nel 2018 era candidato al collegio uninominale della Camera.

Non è un trionfo, non è una Caporetto quello del sindaco di Sant’Ambrogio sul Garigliano Sergio Messore.

Cassino è la città dove il Pd tiene maggiormente, rispetto agli altri centri della Ciociaria. Un po’ di numeri: nella Città Martire quattro anni fa Ranaldi portò a casa il 24,04% delle preferenze, pari a 4.977 voti. Fu evidente la marcia in più del candidato, che doppiò i voti del Partito: a Cassino il Pd si attestò all’11,04%, nei 31 comuni del comprensorio non riuscì ad arrivare al 12%. 

Rispetto a 5 anni fa ci sono state le scissioni dei renziani di Italia Viva e dei calendiani di Azione, per contro va registrato il ritorno di Articolo Uno – Mdp. Inoltre il collegio è del tutto diverso: ora è fuso con il Pontino.

Messore nel collegio Frosinone-Latina si attesta al 18,47% mentre a Cassino con 3.989 preferenze sale al 24,06%, circa dieci punti percentuali in più rispetto alla lista del Pd. Che all’ombra dell’Abbazia si attesta al 14,91% con 2.281 voti (nel Capoluogo il Pd fermo al 14,63%).

La marcia in più

Enzo Salera

La marcia in più del candidato del territorio, voluto da 16 sindaci del comprensorio del Cassinate insomma c’è. E si vede. Come dimostra anche il paragone con i dati della Camera dove la candidata all’uninominale era Rita Visini di Terracina che a Cassino si ferma al 20,99%. Mentre il dato del Pd, come per il Senato, sfiora il 15% (per l’esattezza 14,98%).

Enzo Salera non potrà dunque essere messo sulla graticola dal momento che il “suo” candidato ha riportato un risultato al di sopra della media nazionale, sebbene non abbia centrato l’elezione. Ma non era questo l’obiettivo primario. In questa partita Enzo Salera era chiamato a dimostrare di avere le truppe. E nonostante alcune resistenze anche interne alla maggioranza con alcuni assessori e consiglieri che non hanno fatto carte false per sostenere Messore, tanto per usare un eufemismo, può far valere il fatto che in Ciociaria il Pd registra uno dei migliori risultati proprio nella città da lui governata.

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