Mosillo: l’incompatibile non sono io ma Petrarcone

L’incompatibile non sono io. Semmai lo era Peppino Petrarcone. Firmato: Francesco Mosillo.

Le prove tecniche di dialogo tra le anime del Pd presenti a Cassino sono ufficialmente fallite. A tentare di favorire un riavvicinamento erano stati i vertici provinciali del Partito. Avevano provato a ricomporre i cocci del vaso finito in frantumi la scorsa primavera, quando mezzo Pd si era schierato per la rielezione del sindaco uscente Giuseppe Golini Petrarcone. E l’altra metà aveva sostenuto la candidatura di Francesco Mosillo.

Una rottura netta, verticale, profonda. Che non si era sanata nemmeno quando Petrarcone è arrivato al ballottaggio e Mosillo no. Molti mosilliani, dopo i risultati, hanno ammesso di avere votato per il centrodestra di Carlo Maria D’Alessandro.

Un primo tentativo di far incontrare i due candidati sindaco sconfitti l’avevano compiuto i Giovani Democratici. Nel corso di un’incontro pubblico, Mosillo e Petrarcone si erano parlati. Rimanendo ciascuno della propria opinione. ma almeno si erano parlati.

Poi qualcosa si è inceppato. Storie di candidature alle prossime regionali, sussurrano i muri di Frosinone. Sta di fatto che il gruppo Pd di Petrarcone nei giorni scorsi rompe gli indugi. E presenta una denuncia all’Autorità Nazionale Anti Corruzione, guidata dal giudice Raffaele Cantone. Gli chiede di intervenire sulla posizione di Mosillo: è sia consigliere comunale che consigliere d’amministrazione del consorzio industriale partecipato Cosilam. (leggi qui)

Nei giorni precedenti l’avvocato Michele Nardone aveva fatto partire un esposto al governatore Nicola Zingaretti. Chiedendo di attivare i suoi poteri ispettivi proprio sul Cosilam, sull’incompatibilità di Mosillo. E sui citeri di selezione del Direttore Generale.

Ora Mosillo contrattacca. E dice che lui non è incompatibile. Semmai lo è stato Petrarcone negli anni in cui è stato sia sindaco che nel CdA del Cosilam. E chi lo dice? «Proprio il giudice Cantone» Mosillo non ha dubbi.

Lo mette nero su bianco. «Il sottoscritto non è assolutamente incompatibile ai sensi del dlgs 39/13 come asserito dai firmatari dell’esposto, ma anzi, l’osservazione n. 23 del settembre 2015 – firmata dallo stesso Cantone – afferma l’assoluta compatibilità delle mia fattispecie».

In pratica, cosa dice il giudice, stando all’interpretazione di Mosillo? «I consorzi industriali costituiti ai sensi dell’art 31del dlgs 267/2000, sono riconducibili nella nozione di ente pubblico di cui all’art 1 comma 2 lett n del dlgs 39/13. Ai sensi dell’art 7 comma 2 lett C dello stesso decreto legislativo è inconferibile ai componenti della giunta o del consiglio della provincia, del comune o della forma associativa tra comuni, l’incarico di componente del cada o di presidente del consorzio, nel caso in cui a tali soggetti siano attribuiti poteri gestionali diretti».

In pratica: se sei consigliere d’opposizione puoi stare nel CdA del Cosilam.

Ma c’è di più. «Al contrario, Cantone afferma l’incompatibilità tra la carica di sindaco e amministratore dei consorzi industriali; ma la cosa che maggiormente mi ha stupito è che Petrarcone ed i suoi mentono sapendo di mentire e questa è una loro caratteristica che ho sempre avversato. Infatti, mentre il sottoscritto è compatibile, Petrarcone nella sua veste di sindaco/presidente del Cosilam era incompatibile dalla data di entrata in vigore del dlgs (aprile 2013) alla sua scadenza di mandato. L’ex sindaco poi sapeva benissimo al tempo della sua incompatibilità, infatti ha commissionato due pareri legali tramite il Cosilam, non pagati nemmeno da lui, che attestavano la sua compatibilità dunque il suo presunto diritto a percepire i famosi 3 mila euro al mese».

E sulla questione dei criteri con cui nominare il Dg? «Sulla questione direttore generale, oltre a rivendicarne la scelta, i criteri che sono stabiliti dal nostro statuto – come riportato dal parere della regione del 7 ottobre 2015 a firma del dirigente dello sviluppo economico e attività produttive – sono quelli di avere la laurea ed un’esperienza almeno quinquennale in enti pubblici o privati che lo stesso direttore possiede».

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