Cassino – Regione e Tribunale nel futuro della variante di via Molise

da L’INCHIESTA QUOTIDIANO

CASSINO – Non è ancora chiaro se la vicenda della destinazione urbanistica del terreno tra via Molise e via Degli Eroi sarà discussa prima in Regione Lazio o in un’aula di Tribunale, ma quello che è certo che ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima che si arrivi a mettere la parola “fine” alla questione. Nel primo caso – cioè una discussione alla Pisana – i tempi non sono certo brevissimi visto che dopo la pubblicazione di quanto deciso in Consiglio Comunale (cessione a titolo gratuito di un’area di 3902 mq su un totale di 9000) servirà del tempo per acquisire ed eventualmente discutere le osservazioni depositate. A quel punto il documento verrà inviato in Regione per l’approvazione, ma anche in questo caso potrebbero esserci delle osservazioni ad allungare i tempi.

Legato ai tempi della giustizia è invece l’eventuale ricorso che dovrebbero presentare i proprietari contro la decisione di Piazza De Gasperi. Una bella corsa quella tra politica e giustizia che potrebbe concludersi quando saranno in pochi a ricordarsi dell’acceso dibattito che c’è stato in questi giorni in città.

Quale che sia l’iter che seguirà la vicenda per arrivare a conclusione, l’assessore all’urbanistica Mario Costa ha voluto fare chiarezza rispetto alle voci e alle polemiche che si sono succedute in queste ultime settimane. Per prima cosa il vicesindaco ha voluto mettere in chiaro una volta per tutte che nella preparazione della proposta è stato coinvolto lo studio dell’urbanista Vezio De Lucia che si sta occupando della redazione del nuovo PRG ed assieme a loro è stato deciso l’indice territoriale che appariva più congruo da presentare ai nove proprietari. Secondo punto quello dell’esproprio. Anche in questo caso le parole di Costa sono state molto esplicite: «ci sarebbe piaciuto poter prendere per buona l’idea del consigliere Durante ma, vista l’esosità dell’esproprio, questa opzione non è mai stata presa in considerazione. Il Comune infatti non ha a disposizione questa cifra. Ricordiamo – continua Costa – che fino al 2022, in base al piano di riequilibrio decennale, dobbiamo versare una rata di 2,3 milioni di euro l’anno. E in questa situazione non potevamo certo andare a spendere circa 5 milioni di euro che avrebbero appesantito i prossimi bilanci per chissà quanto tempo».

E proprio sulla “determinazione dell’indennità di esproprio” si è sollevata più di qualche critica visto che i 410 euro/mq portati in Consiglio sembrerebbero troppi visto che tale cifra è stata pagata per un terreno attiguo da un imprenditore cassinate ma quando i pressi del mercato immobiliare erano molto più floridi. Una valutazione che Costa “giustifica” tirando fuori la relazione di consulenza tecnica redatta dal professionista incaricato dal Comune per avere un’idea dei costi. Una somma, è bene evidenziare, molto più bassa di quella presentata dal tecnico dei nove proprietari. Passando alla possibilità di veder nascere un’area Vas (Verde Attrezzato Sportivo), cioè una zona dove i privati potevano realizzare impianti per lo sport, questa è tramontata perchè tale decisione poteva essere facilmente impugnabile da parte dei proprietari visto che in genere «si tende a dare una destinazione urbanistica in linea con il contesto in cui si colloca l’area. E attorno a quella zona ci sono solo zone edificabili. «Per questo motivo « ha continuato Costa – nella nostra proposta non si evidenziano disparità di trattamento e sul punto la riteniamo inoppugnabile».

Infine l’assessore ha voluto chiarire la questione in merito alla cessione a titolo gratuito del terreno che tanto ha creato scalpore evidenziando come questa scelta viene fatta spesso dalle pubbliche amministrazioni e a Cassino la stessa procedura è stata applicata nel 2014 su via Garigliano.

Le posizioni del Comune sono contenute in buona sostanza nella replica del dirigente alla nota inviata dall’avvocato Massimo Di Sotto per conto dei nove proprietari che è stata spedita al sindaco, agli assessori all’ubanistica e al bilancio e a tutti i consiglieri comunali per evidenziare la loro posizione in merito. Un documento molto netto contro le posizioni evidenziate dai proprietari dell’area «in quanto fondate su presupposti fattuali errati e comunque in quanto nelle scelte urbanistiche adottande non si presentano profili di manifesta irragionevolezza, illogicità, iniquità o disparità di trattamento né tanto meno di contrasto con la disciplina urbanistica di settore; La proposta – continua il documento – tiene conto del tessuto urbano circostante costituito anche edifici per l’edilizia Economica e Popolare, i quali non superano i 3 piani di altezza, rispetto invece al tessuto urbano residenziale circostante, dove gli edifici, risultano essere di quattro, cinque piani. E’ in linea altresì con gli atti adottati dai Commissari ad acta in casi precedenti e analoghi nei quali l’altezza prevista per la zona semintensiva è stata ridotta a mt. 13,50. Quanto all’indice del 30% esso è in linea con l’abitato circostante e comunque addirittura superiore a quello imposto dalla Regione Lazio in sede di approvazione di altre varianti, speciali già adottate, nelle quali sono stati imposti indici del 25% (Es.: Variante area ex Pioppeto di Via Arno-Via Bellini)».

Nella risposta si evidenzia poi che «una cessione parziale dell’area è assolutamente legittima in quanto, da un lato non pregiudica la capacità edificatoria della proprietà, dall’altro consente di preservare parte del suolo per destinarlo al rispetto degli standard urbanistici del contesto urbano del centro cittadino che risultano insufficienti». Ed è proprio sulla presenza o meno degli standard che il Comune si scontra con i proprietari evidenziando come «contrariamente a quanto ritenuto dai proprietari, non vi sono standard sufficienti ed infatti, come evidenziato dalla puntuale ricognizione contenuta nel Documento Preliminare di Indirizzo approvato dal Comune, e riportate nella relazione sui criteri della scelta di variante redatta dal Settore Urbanistica».

A questo punto ne deriva che «è necessario reperire zone funzionali al rispetto degli standard nella zona e nel centro urbano abitato prevedendo la cessione gratuita delle stesse in occasione dell’edificazione». La diversità di vedute rispetto a questo punto è talmente ampia che il Comune evidenzia come «l’area ceduta, pari a 3902 mq. non soddisfa in alcun modo tutte le esigenze della zona, anzi contribuisce solo ad avvicinarsi a una soddisfacente attuazione delle previsioni di piano».

Alla base di questo convincimento c’è il fatto che il documento redatto dall’avvocato Di Sotto prende in esame opere previste, come ad esempio nel caso del verde pubblico, ma che ancora sono molto lontane dall’essere realizzate. Altro punto di scontro è quello sulla popolazione. «Il decremento di popolazione non vale a mutare l’esigenza del rispetto di tali standard in quanto il PRG è ancora vigente e comunque si è ancora lontani dal raggiungimento di un livello accettabile di attuazione delle previsioni» si legge nel documento comunale che poi evidenzia come «il decremento di popolazione, se riduce le esigenze di standard, certamente riduce anche le esigenze abitative e conseguentemente dovrebbe influire anche sulla determinazione dell’indice di edificabilità diminuendolo».

Infine «sussiste la parità di condizioni con le altre varianti già adottate e approvate in zone del centro abitato in seguito alla decadenza dei vincoli come ad esempio le Varianti area ex Pioppeto -Variante dell’area di Via Garigliano.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright