Fumata nera, i lealisti non fanno concessioni: dissidenti verso il vicolo cieco

Nulla di fatto nella riunione tra le due anime di Forza Italia per tentare di ricomporre la frattura. I lealisti respingono la richiesta di azzeramento e riordino delle cariche. Non è uno zero a zero. Ecco perché

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Fumata nera. Il conclave riunito nel municipio di Cassino finisce senza una soluzione. La crisi che ha spaccato in due gruppi i sei Consiglieri di Forza Italia si fa più profonda: nessuno ha voluto cedere, nessuno ha voluto fare concessioni all’altro.

Ore 20 tutti presenti

La seduta è iniziata intorno alle 20 nella sala Presidenza del palazzo comunale. Tutti presenti. A partire dall’ala rimasta leale al sindaco Carlo Maria D’Alessandro: il presidente della commissione Bilancio Gianrico Langiano, la presidente della commissione Servizi Sociali Francesca Calvani, la delegata alle politiche ambientali ed ex assessore Dana Tauwinkelova.

Tutti puntuali anche i tre del fronte interno opposto: il presidente del Consiglio Comunale Dino Secondino, la capogruppo Rossella Chiusaroli, il presidente della commissione Affari Istituzionali Gianluca Tartaglia. I tre dissidenti reclamano più collegialità, contestano al sindaco di averli esclusi dalle decisioni più importanti; la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nomina di Franco Evangelista ad assessore il giorno di San Silvestro. (leggi qui La grande manovra per disinnescare i dissidenti usando Evangelista). «Senza consultarci» contestano loro; «Eravamo tutti d’accordo dall’autunno scorso» ribattono i lealisti.

Muro contro muro

I dissidenti hanno rinnovato la loro richiesta: azzeramento degli incarichi interni a Forza Italia e redistribuzione dei ruoli per ripartire con un rinnovato slancio.

Cosa significa quella richiesta, che senso politico ha? La nomina di Franco Evangelista a super assessore alla Manutenzione, Lavori Pubblici e Ambiente ha concentrato nelle mani di un uomo del fronte opposto tutta la potenza amministrativa rimasta nelle mani di un Comune con il Bilancio in dissesto. I tagli imposti dalla disperata manovra di risanamento hanno ridotto a zero i margini operativi di una capogruppo, un presidente d’Aula e del responsabile degli Affari Istituzionali.

Solo se letta in questo modo, la richiesta di riequilibrio trova una chiave di lettura logica.

La risposta data questa sera dai lealisti è altrettanto logica e scontata: no.

Azzeramento. Impossibile.

I dissidenti sono stati attenti a non infilarsi nel vicolo cieco di chiedere il ritiro della delega a Franco Evangelista. Perché gli sarebbe stato risposto che in autunno erano stati anche loro a dirsi favorevoli.

Hanno chiesto un azzeramento totale degli incarichi. Nei giorni scorsi il sindaco ha fatto sapere che è impensabile coinvolgere gli alleati in una questione interna a Forza Italia e per questo non ci pensa proprio ad azzerare gli incarichi di tutti. La richiesta di oggi è più circoscritta: azzeramento di tutti gli incarichi in capo ad esponenti di Forza Italia.

È stata Rossella Chiusaroli a portare avanti la tesi. Chiarendo in ogni lingua che non c’è una pregiudiziale nei confronti della persona dell’assessore Evangelista. E non c’è nemmeno una pregiudiziale. Ha detto che l’azzeramento serve per ricostruire il clima di collaborazione e ripartire. Lavorando molto su se stessa è riuscita a mantenere sotto controllo il tono della voce: la passione la porta spesso a lasciar credere che stia urlando.

Sull’altro fronte è stato Gianrico Langiano a sostenere le tesi del no. Un no a qualsiasi spostamento dell’attuale assetto. Fermo ed irremovibile. Perché anche gli incarichi interni a Forza Italia sono il frutto di un intreccio d’accordi con le altre forze. Ed oggi nessuno – con il mutato quadro politico – è in grado di garantire ad un consigliere la sua elezione a presidente del Consiglio Comunale.

Non è zero a zero

Nonostante la fumata nera quella giocata questa sera non è una partita finita 0 – 0.

Attestandosi sulla linea del no, i lealisti hanno sbarrato la strada ai dissidenti verso la soluzione che in tutti i modi stanno cercando.

L’unica strada che gli viene lasciata libera è quella delle dimissioni o del passaggio in opposizione. Una strada che i dissidenti intendono percorrere ma solo a parole e non nei fatti. I lealisti lo hanno capito e per questo li spingono in quella direzione.

Che non vogliano dimettersi lo hanno fatto capire in tutte le lingue con i documenti politici scritti nelle settimane scorse. E lo hanno detto nel corso delle due fondamentali tappe politiche che hanno preceduto la riunione di questa sera. La prima: il tavolo della maggioranza voluto dal sindaco una settimana fa, nella quale è stato D’Alessandro a mettere in chiaro di essere pronto a dimettersi qualora gli dichiarassero che non ci sono più i numeri per governare. (leggi qui Crisi a Cassino: il muro contro muro che fa vincere tutti). La seconda: il confronto all’Edra Palace con il coordinatore regionale Claudio Fazzone, caratterizzato dallo scontro frontale tra la capogruppo Chiusaroli ed il vice responsabile nazionale Enti Locali Mario Abbruzzese, padre e padrino politico di questa maggioranza. (leggi qui Mario sei un uomo da marciapiede. Volano gli stracci davanti a Fazzone).

Ma al momento tertium non datur: non c’è una terza possibilità. Se i dissidenti non si dimettono e tengono in piedi l’amministrazione sono destinati all’isolamento politico ed amministrativo, perché tutto il peso e le deleghe operative sono nelle mani dei lealisti.

È esattamente lo scopo dell’operazione iniziata il giorno di San Silvestro con la nomina di Evangelista. (leggi qui La grande manovra per disinnescare i dissidenti usando Evangelista).