Guerra nel Pd: Fardelli disconosce Frosinone

Niente dolcetti e molti scherzetti. La riunione del Pd convocata per la sera di Halloween a Cassino si è conclusa così. Con una divisione sempre più profonda tra le due anime del Partito. Con una distanza ancora più ampia con i vertici di Frosinone. Con il disconoscimento dei due commissari provinciali Simone Costanzo e Domenico Alfieri e l’invito a dimettersi. Con l’annuncio che o cambiano le cose o l’area di Fardelli e Petrarcone non parteciperà più ad alcuna riunione.

La riunione
Sulla carta doveva essere una riunione di routine. Quasi banale. Bisognava fissare i criteri per il tesseramento 2017, quello sulla base del quale poi ripartire. Da lì si vorrebbe ricostruire il Circolo dopo la sanguinosa spaccatura maturata nelle scorse comunali. Quelle che hanno consegnato la città al centrodestra.

Che non sarebbe stata una riunione tranquilla invece lo si è capito subito. A dirigere i lavori non si è presentato il presidente provinciale del Partito, Domenico Alfieri. «Ho il ma di schiena» è stata la giustificazione. Ma quei dolori non gli hanno impedito di completare tutti gli altri impegni nell’agenda di oggi.

A coordinare è andato l’altro commissario, il segretario provinciale Simone Costanzo.

Alla riunione però non si sono presentati anche altri. E’ stata una pizza domenica sera a decidere il cambio di strategia. L’area di Io Democratico (Alessandro D’Ambrosio) era per disertare. Pure il gruppo di Giuseppe Golini Petrarcone (Scalia, Fardelli, Salera con il gruppo dell’ex sindaco) aveva molti dubbi. Tra una Margherita ed una birra alla spina, c’è chi ha messo sul tavolo il rischio di finire così in un trappolone. Che avrebbe avvantaggiato l’area di Francesco Mosillo, Sarah grieco e Barbara Di Rollo (De Angelis – Buschini – Costanzo). E si è deciso di rinviare a lunedì pomeriggio la decisione se andare o non.

Alla fine, si decide di non andare. La riunione salta.

Il tema doveva essere il tesseramento. L’ipotesi è di farlo direttamente on line. Basta una carta di credito e l’adesione ad un’ideale è servita. Il gruppo di Fardelli invece vuole che venga rispettato il deliberato dell’assemblea approvato nei mesi scorsi: congresso a settembre. Sulla base degli attuali tesserati. Affinché a nessuno possa venire in mente di strisciare tante volte la stessa carta di credito. Per comprare una fetta di potere.

Il documento
Il gruppo di Fardelli diserta la riunione e decide di autoconvocarsi. Per mettere a punto un documento. Poi piomba sui lavori l’allert del blog Alessioporcu.it. E’ in pubblicazione un articolo (leggi qui) che racconta cosa ha deciso la Direzione provinciale riunita domenica sera per organizzare le elezioni provinciali. Marino Fardelli scopre di non essere stato invitato. Hanno deciso senza di lui. Ancora una volta Cassino è stata tenuta fuori.

È’ la goccia che fa traboccare il vaso. Il documento diventa una dichiarazione di guerra a Frosinone. Lo sottoscrivono i consiglieri Giuseppe Golini Petrarcone, Enzo Salera, Alessandro D’Ambrosio, Edilio Terranova e Sabrina Grossi. E poi il vice segretario Ernesto Polselli Il presidente Mauro Lillo, i componenti del direttivo Incagnoli, Miele, Russo, Fontana, Pontone, D’Aliesio, Santoro.

Dichiarano di prendere atto che commissari del circolo Simone Costanzo e Domenico Alfieri «non hanno mai concordato con il gruppo e con i suoi rappresentanti le date delle convocazioni delle assemblee e l’oggetto». E poi che non hanno dato «alcuna risposta alla maggioranza del partito che chiede nel rispetto del diliberato provinciale di convocare il congresso entro il 30 settembre».

Mettono a nudo il progetto di andare avanti con il tesseramento: «non curanti della richiesta della base hanno intenzione di costituire la commissione elettorale per celebrare il congresso del 2017, non curanti della netta opposizione della maggioranza degli iscritti».

E poi la storia della Direzione riunita domenica sera. «Prendono atto che i commissari del partito, segretario e presidente della Federazione Provinciale, convocano riunioni per concordare strategie per le prossime elezioni provinciali senza ritenere opportuno convocare l’onorevole Fardelli, consigliere regionale rappresentativo di tutto il comune di Cassino e del cassinate».

Poi il passaggio che è la chiusura netta: «Tanto premesso, considerato che con tali comportamenti Costanzo e Alfieri dimostrano di non prendere in alcuna considerazione la volontà del circolo ma di obbedire esclusivamente a logiche ed interessi provinciali che continuano a mortificare il nostro circolo e tutta l’area del sud della provincia, comunicano di non riconoscere più Costanzo e Alfieri commissari del circolo cittadino e li invitano alle dimissioni immediate».

Non solo. «Nel contempo invitano i vertici provinciali a nominare un commissario che si attenga ai deliberati del direttivo provinciale e della maggioranza dell’assemblea e conseguentemente convochi entro il 30 11 2016 il congresso cittadino».

O così o non ci stanno più. «Tutti i firmatari comunicano che fino a quando Costanzo e Alfieri resteranno commissari del circolo cittadino non parteciperanno più ad alcuna assemblea».

Le conseguenze
Non è una questione di principio. Ma di sostanza. Perchè se la priorità del Pd provinciale è ricomporre, Fardelli e Petrarcone hanno un’altra agenda. Prima della ricomposizione, delle provinciali, prima del referendum, hanno un’altra scadenza. E’ il chiarimento politico per la spaccatura delle scorse Comunali. E’ la composizione di un gruppo ufficiale Pd in consiglio comunale, anziché i due di oggi, nessuno dei quali ha il simbolo.

Dolcetto? Nessuno. Scherzetto? Probabile. L’area di Fardelli sta scegliendo quale sia il sabotaggio più dannoso con cui mandare un chiaro segnale a Roma. Per dire che a Cassino loro ci sono ma non condividono.

Nel documento, nessuno attacca Francesco Scalia. È’ un segnale. Fardelli lo tiene fuori dalle polemiche, per ora.

Intanto, si fanno strada le prossime elezioni provinciali. I consiglieri Pd, mosilliani, petrarconiani, Io Democratico, non voteranno lo stesso candidato. Il rimescolamento delle carte, l’insolita alleanza provinciale Pd – Forza Italia, sta creando ipotesi che niente hanno a che vedere con l’ideologia di Partito. Solo vendette personali. Così, D’Ambrosio chiede la riconferma. Fardelli la ritiene legittima essendo l’avvocato un consigliere uscente. Petrarcone e i suoi ci pensano. Mosillo ha ancora diverse cambiali politiche da onorare. Tra cui una con Massimiliano Mignanelli, che lo ha sostenuto alle Comunali. Anche se, alle Provinciali, starà con un altro Partito. E forse in un altro schieramento.

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