Cassino senza difensori, ora è davvero tornata Martire

Come quel marito che per fare dispetto alla moglie decise di darci un taglio... Solo ora ci si accorge delle conseguenze del referendum che ha eliminato 350 parlamentari. Cassino non avrà più né un deputato né un senatore

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La bozza è pronta. Non hanno dovuto lavorarci molto: l’hanno copiata. Dopotutto non c’è molto da ragionare quando si tratta di numeri.

Hanno scomposto e ricomposto le province di Frosinone e Latina, cambiando i confini per tenere conto del taglio di 350 parlamentari deciso con il referendum di qualche mese fa.

Insomma, hanno ridisegnato l’insieme dei Comuni dai quali, messi insieme esce un deputato o un senatore. (Leggi qui La rivoluzione dei collegi elettorali nel Sud Lazio).

Elezioni Seggi Foto: © Imagoeconomica, Paolo Lodebole

Frosinone non ha problemi: sta con Sora ed un parlamentare può eleggerlo.

Cassino è stata accorpata con Terracina ed un bel po’ di altri Comuni della provincia di Latina: può scordarsi, a futura memoria, di eleggere un deputato o un senatore.

Insomma: non avrà più un Pier Carlo Restagno che porterà a Cassino la Skf e la Fiat. O Anna Teresa Formisano che fa la pazza per impedire che chiudano il tribunale e riesce a salvarlo chiudendo quello di Gaeta.

Non avrà più un Angelo Picano che va a Torino a parlare con Fiat e mobilita De Mita, impedendo la chiusura dello stabilimento di Cassino.

È una bozza. Ma è molto difficile che cambi. Perché Cassino non ha un parlamentare che la difenda come fecero Formisano e Picano. O meglio. Uno lo ha eletto: ma appartiene alla forza politica che ha spinto per il taglio.