Il Re è nudo, il candidato sindaco non c’è

Il Re e nudo. Nessuno era pronto per la crisi a Cassino. È stata aperta al buio. E nessuno aveva pronto un candidato sindaco da schierare. La Lega punta su un suo uomo. FI mette fuori i dissidenti. Fardelli si prepara a rompere gli indugi.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il Re è nudo. E non c’è modo di coprirlo. Come nella favola scritta da Hans Christian Andersen: il re vanitoso, raggirato da due truffatori che gli vendono un vestito ‘che rivela gli stolti‘ perché sono gli unici a non vedere le stoffe; in realtà quel vestito non esiste ma il Re – per non passare da stolto – finge di vederlo e dice che sia bellissimo. E così tutti i cortigiani.  Anche se Sua Maestà è nudo.

La stessa cosa sta accadendo a Cassino. I Partiti sono alle prese con la scelta del candidato sindaco da schierare alle elezioni tra fine maggio e inizio giugno. E non ne vengono a capo. La realtà è che il Re è nudo: la stoffa non esiste, nessuno di loro ha un candidato né un piano perché nessuno era pronto alla crisi di governo scatenata dalle dimissioni in massa.

Non c’era una strategia dietro al braccio di ferro interno tra Lega e Carlo Maria D’Alessandro; tra mezza Forza Italia e l’altra metà dello stesso Partito. Tutti hanno logorato la loro stessa maggioranza sperando di ricavarne il più possibile durante il rimpasto che ormai si era aperto. Invece la fune si è spezzata. Mandando tutti a terra. Anzi a casa. Senza un piano: senza un vestito.

Ora, nudi davanti allo specchio, fingono di avere un vestito bellissimo. Che in realtà non esiste.

Lega-FdI contro Forza Italia

La Lega e Fratelli d’Italia si sono riuniti ieri pomeriggio. Senza Forza Italia. Perché la realtà dei fatti è una: la volta scorsa gli ‘azzurri’ hanno eletto 6 consiglieri e la Lega solo 2. Imbarcare nella coalizione le truppe di Mario Abbruzzese significherebbe finire ancora una volta ai margini. Perché le Comunali si vincono con le preferenze.

La strategia del polo Sovranista è quella di puntare sul potentissimo valore attrattivo che in questo momento ha il simbolo di Salvini. Il ‘capitano’ verrà a Cassino per sostenere il candidato sindaco se sarà un leghista. E questo porterà consenso. Ma le preferenze per i consiglieri?

Proprio per questo il dirigente cittadino Lello Valente l’altro giorno aveva detto che era impensabile escludere dal dibattito Forza Italia con i suoi voti. Appena lette quelle dichiarazioni, dicono che il coordinatore regionale Francesco Zicchieri abbia fatto le sue rimostranze al coordinatore provinciale Carmelo Palombo. Vuole un candidato sindaco leghista. Punto e basta. Niente primarie, niente discussioni: guai ai vinti.

Il candidato pret a porter è l’ex presidente dell’Ordine degli Avvocati Giuseppe Di Mascio, consigliere comunale della maggioranza di Carlo Maria D’Alessandro. O Carmelo Palombo, che in quell’amministrazione è stato il vice sindaco. Altri vestiti non ce ne sono al momento.

Bisognerà spiegare poi agli elettori perché Peppino Di Mascio non era buono un mese prima al punto da firmare per far cadere l’amministrazione, mentre un mese dopo diventa buono. Ma se dovevano governarci insieme che l’hanno fatta cadere a fare l’amministrazione?

Forza Italia, riunione fiume

Forza Italia ha pronte due liste. Non di più. Una Civica ed una di Partito. Ed all’interno non ci sono i tre dissidenti che con la loro firma hanno fatto cadere il sindaco: l’ex capogruppo Rossella Chiusaroli, l’ex presidente d’Aula Dino Secondino e l’ex presidente di Commissione Gianluca Tartaglia.

Li hanno messi fuori e basta. Non hanno aspettato nemmeno la decisione dei Probiviri ai quali li hanno deferiti chiedendone l’espulsione.

Le opzioni sono due. Carlo Maria D’Alessandro brucia dalla voglia di avere la rivincita, punterebbe la campagna elettorale sul fatto che il tradimento dei dissidenti gli ha impedito di realizzare il suo piano per la città. Un’operazione da doppio salto mortale senza rete: si contano su una mano i sindaci rieletti dopo essere stati sfiduciati. Eppure l’ex presidente della Commissione Bilancio Gianrico Langiano, durante la riunione ieri sera ha detto che “in città il nome passa, c’è consenso su Carlo”.

L’altra opzione è quella di Benedetto Leone. Che darebbe un taglio più civico, aperto al mondo dell’associazionismo. Ma non attende che qualcuno decida cosa fare di D’Alessandro.

La riunione è finita poco dopo le 22:30. È stato deciso di attendere la Lega e FdI per vedere se si assumeranno davvero la responsabilità di spaccare il centrodestra.

La clessidra di Marino

Anche il Pd è nudo. L’analisi fatta da Alessioporcu.it nelle ore immediatamente successive alle Primarie sta trovando conferme sul campo. Nel Pd ci sono due alleanze. (leggi qui Tutte le battaglie nascoste dietro a Zingaretti).

Una fa riferimento all’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, al segretario cittadino Marino Fardelli, al consigliere Sarah Grieco. L’altra invece vede insieme Francesco Mosillo, Alessandro D’Ambrosio, Salvatore Fontana, Barbara Di Rollo. Che non intendono appoggiare una possibile rielezione di Petrarcone al timone della città.

Proprio questa contrapposizione ha fatto saltare la riunione del Direttivo prevista per martedì sera. È la seconda volta che salta il faccia a faccia tra i protagonisti del Pd cittadino.

Questa volta Marino Fardelli non ha nessuna intenzione di replicare la situazione che tre anni fa ha spaccato il centrosinistra e regalato la città a Carlo Maria D’Alessandro. Non tratterà ad oltranza fino all’ultimo minuto. Non porrà la questione in mano ai vertici provinciali, dando l’impressione che siano stati loro a decidere.

C’è idealmente una clessidra girata. La sabbia è sufficiente per coprire ancora qualche giorno. Poi, se ci sono le condizioni per l’alleanza, ben venga l’unità. Altrimenti prenderà atto che non ci sono margini. E annuncerà il nome del candidato sindaco ufficiale del Pd: Giuseppe Golini Petrarcone.

Al quale Mosillo potrebbe replicare con il nome di Barbara Di Rollo. Chissà cosa ne penserebbe a quel punto il neo segretario nazionale Pd Nicola Zingaretti, che entrambi hanno votato alle Primarie. Accetterebbe una spaccatura bis a Cassino?

Ma per ora c’è ancora sabbia nella clessidra.