Cassino vede Rosso: «Una regia comune per tornare attrattivi»

La visione di Enrico Maria Rosso, il manager di HT&L Fitting, una delle ultime realtà arrivate ad investire nell'indotto Stellantis del Cassinate. Il concetto della regia unica per rendere attrattivo il territorio. Le grandi eccellenze. Ma si può e si deve fare di meglio

«Nella lista delle occasioni perse negli ultimi anni, spesso, si è avvertita la netta sensazione che a mancare non sia stato un sistema forte e diffuso (per atenei, capacità manifatturiera e capitale umano non ci batte nessuno) quanto una regia comune. Non c’è stato un vero e proprio Ambassador per gli investimenti esteri».

Enrico Maria Rosso è atterrato da poco in provincia di Frosinone. È il manager che guida il Gruppo HT&L Fitting. Nato nel 1994 per supportare i carrozzieri di Torino Bertone e Pininfarina oggi dà del tu a Stellantis.  Novantamila metri quadrati di area produttiva tra Italia, Serbia, Polonia e Russia più quelli in Marocco; una capacità produttiva dichiarata pari a 8,5 milioni di unità: HT&L è un player mondiale nel settore tyre fitting cioè l’assemblaggio degli insiemi gomma/cerchio. Ha aperto da poco uno stabilimento nell’area industriale di Cassino: realizzerà le ‘calzature’ da mettere ai piedi di Maserati Grecale e Alfa Romeo Tonale per gli stabilimenti di Cassino Plant e di Pomigliano d’Arco.

Quelle frasi sulla capacità di attrarre investimenti l’ha affidata alle pagine di Economia del Corriere della Sera.

La necessità di essere attrattivi

Enrico Maria Rosso

Le ha pronunciate per il Piemonte. Sono valide anche per il Lazio. Che precede proprio il Piemonte nella graduatoria con il numero dei dipendenti italiani di grandi aziende. L’ha elaborata l’ufficio studi di Confindustria per capire dove sono i grandi investitori esteri in Italia. In vetta c’è la Lombardia che da sola ha un terzo del totale.

L’analisi di quella graduatoria porta Enrico Maria Rosso a dire che «da noi qualcosa non ha funzionato a dovere». Perché anche Lazio e Piemonte hanno poli universitari di primissimo livello. Fanno ricerca avanzata. Cassino è stata fondamentale con il suo spin off per attrarre Power for Future e cioè Fincantieri che realizzerà la prima Giga Factory nel centro Italia. Torino ha un elenco lungo ed importante di traguardi scientifici raggiunti. Perché qui è difficile far arrivare gli investitori?

I fatti dicono che ha ragione Enrico Maria Rosso quando dice che è mancata «una regia comune. Non c’è stato un vero e proprio Ambassador per gli investimenti esteri». Parlano i fatti. L’indotto Stellantis di cassino non è quel carrozzone malandato descritto dai politici del territorio rimasti agli Anni Novanta. Invece è un’eccellenza che lavora per due terzi su aree molto distanti dal Cassinate e principalmente all’estero; con prodotti e processi esclusivi.

Quelle fabbriche del Cassinate sono state capaci di mettere sul piatto 140 milioni di euro, sui quali hanno costruito il primo contratto di filiera. Grazie al quale l’Unione Europea ha sbloccato il Fondo Perduto, riservando proprio al Cassinate la premialità più alta.

Le politiche degli incentivi

Foto Stellantis / Imagoeconomica

Enrico Maria Rosso è Ambassador della Camera di Commercio Statunitense in Italia. «Negli Stati Uniti – ha detto al Corriere – esiste il Select US, una task force che identifica le aziende estere più interessanti e interessate ad investire. Le accompagna in tutto e per tutto dal sistema creditizio a quello istituzionale, nell’atterraggio nel Paese».

Da noi è meglio tacere. Perché c’è un lungo elenco di industriali che subito dopo avere investito sul territorio s’è ritrovato da pagare i conti lasciati aperti per 40 anni da chi prima aveva quei capannoni. «Scusate, ma per 40 anni non li avete chiesti ed ora li volete da me?» ha giustamente evidenziato qualche industriale. La risposta dall’altra parte è stata una stretta di spalle.

Serve chiarezza. Serve efficienza. Soprattutto serve trasparenza. «Possiamo fare molto di più» evidenzia Enrico Maria Rosso. Nel libro dei sogni ci mette tanti elementi potrebbero essere utilizzati per agevolare gli investimenti: «sgravi per cinque anni per chi investe e assume, fino a incentivi per chi rigenera aree dismesse».

Cassino ha una grande occasione. Tornare ad essere attrattiva. Come ai tempi d’oro della Fiat.