Catalent, Pompeo respinge i sospetti: “Noi non c’entriamo”

Il Presidente della Provincia respinge i sospetti sui ritardi per Catalent. E rivendica i risultati ottenuti nonostante la Delrio. Ed i protocolli con la riorganizzazione del settore Ambiente. Ma...

Respinge i sospetti. Rivendica il lavoro svolto. Indica un colpevole: la riforma che ha tolto alle Province le loro competenze e soprattutto il personale capace di svolgerle. Antonio Pompeo è il presidente della Provincia di Frosinone ed allontana dal palazzo di Piazza Gramsci le ombre del caso Catalent.

L’azienda nei giorni scorsi ha rinunciato ad un progetto da cento milioni per spostarlo nell’Oxfordshire: stanco di aspettare le autorizzazioni per due anni ora ha comprato il Vaccine Manufacturing and Innovation Center. Lì Catalent ha annunciato che investirà fino a 160 milioni di dollari (circa 120 milioni di sterline). (Leggi qui).

Il massacro Delrio

Nicola Zingaretti e Graziano Delrio © Imagoconomica / Alessio Mastropietro

C’è un’evidenza. Nel palazzo della Provincia di Frosinone ci sono AUA ferme da tre anni, se si chiede lo stesso documento in Provincia di Latina si ottiene entro i 90 giorni indicati dalla Legge.

Antonio Pompeo fa una premessa. “Dopo la legge Delrio, che ha ridisegnato le funzioni delle Province, l’Amministrazione provinciale di Frosinone si è trovata di fronte ad una situazione molto critica, in particolare nel settore Ambiente. La metà del personale si è trasferito lasciando comunque in capo ai nostri enti lo svolgimento della funzione ambientale. Ciò vuole dire stessa quantità di lavoro con metà del personale”.

A Latina non è successa la stessa cosa? No. Per un motivo molto semplice: con la riforma venne data ai dipendenti la possibilità di scegliere se restare a carico della Provincia o andare con la Regione. Chi ha potuto s’è trasferito. E l’ha fatto di corsa. Perché il contratto della Regione è economicamente più vantaggioso. E la sede distaccata a Frosinone della Regione Lazio era altrettanto comoda da raggiungere. Risultato: c’è stata la migrazione.

Per questo insieme all’Upi, l’associazione che rappresenta tutte le Province, stiamo portando avanti importanti battaglie per pretendere un riordino normativo” ricorda Antonio Pompeo.

Abbattuto l’arretrato

Foto: fulopszokemariann

Antonio Pompeo entra in Provincia come presidente subito dopo la riforma Delrio. “Trovammo un notevole arretrato di pratiche ambientali. Tutte istanze mai lavorate o iniziate e mai concluse, in alcuni casi anche procedimenti bloccati dal 2011”.

C’è stato un lavoro di riorganizzazione. Una parte delle competenze sono state restituite dalla Regione Lazio alle supe Province. Poi le ha revocate di nuovo. Alla fine però il Settore Ambiente della Provincia è stato ricostruito. “Oggi, grazie al lavoro messo in campo negli ultimi anni riorganizzazione interna del settore, la Provincia di Frosinone effettua in circa 5 giorni il controllo formale dei procedimenti in entrata”.

C’è quell’immensa mole di arretrato che Pompeo ha trovato. Il suo predecessore Giuseppe Patrizi aveva a suo volta riorganizzato ed accelerato al massimo le procedure. Ma è finito sotto inchiesta. Il giorno della prima udienza però direttamente la Pubblica Accusa si è sentita in dovere di chiarire: “Non siamo in presenza di un processo per tangenti”. E allora? Si sta verificando la regolarità delle nomine fatte da Patrizi. Nel dubbio, le pratiche hanno iniziato ad accumularsi. Fino alla definizione della riforma.

Stiamo assorbendo e recuperando tutto il pregresso. Grazie a questa opera di ristrutturazione interna, l’arretrato delle AUA passa da circa 500 pratiche in giacenza a circa 200”.

Il problema c’è

Il problema delle procedure lente non è un’invenzione. Antonio Pompeo ha cercato di risolverlo scrivendo due anni fa le Linee Guida AUA, redatte in collaborazione di Arpa Lazio (autorità di controllo) e Unindustria. “Lo abbiamo fatto con due obiettivi principali: da un lato incentivare lo sviluppo industriale nella provincia, favorendo l’insediamento di nuovi siti produttivi; dall’altro, l’imprescindibile azione di difesa dell’equilibrio ambientale e della salvaguardia dell’ecosistema”.

Già, ma qualcosa non funziona se nel corso di una recente Conferenza dei Servizi in Regione proprio la Provincia di Frosinone, attraverso il suo vice presidente, ha sollevato il problema di un’autorizzazione incompleta: quell’autorizzazione doveva rilasciarla la Provincia. È una di quelle che non arriva da anni.