Cavallari buca le ruote al Carroccio: «Crisi in Regione? Non contate su di me»

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Salta la manovra per buttare giù Nicola Zingaretti. Cavallari fa fallire l'operazione prima ancora che la Lega la metta in campo. E annuncia: 'Non revocherò il Patto d'Aula'

L’assalto a Nicola Zingaretti fallisce prima ancora di partire. Prima che i commandos della Lega finiscano di scrivere la Mozione di Sfiducia con la quale buttare giù il governatore del Lazio. Attraverso un testo blindato, capace di scardinare il Patto d’Aula che tiene in piedi la maggioranza di governo alla Pisana. (leggi qui Buttate giù Zingaretti: la Lega prepara la sfiducia). A mandare all’aria l’incursione leghista è stato un uomo sceso dal Carroccio: Enrico Cavallari, politico romano di lungo corso, in amministrazione ai tempi di Gianni Alemanno. E ora uomo di punta dell’Udc, uno dei due grazie al quale il Patto si regge.

Il no di Enrico

«Non vedo novità dall’ultima volta, solo Tripodi che lancia messaggi impropri sui giornali. Non è Tripodi che può fare da coordinatore di una eventuale mozione di sfiducia, almeno per come la vedo io. L’importante è che il Lazio non si fermi, non può essere un campo di battaglia. La Regione Lazio non può rimanere bloccata per dei posizionamenti politici».

Poche righe dettate alle agenzie di stampa. Abbastanza per dire da subito: non contate su di me. Non sperate nel mio voto.

«Io ho fatto un patto d’aula – ha aggiunto Cavallari – e finché ci sono le
condizioni non mi rimangio il giorno dopo le promesse e l’accordo. Ho dato la mia parola, come dice sempre anche Salvini, e finché viene attuata e mantenuta da entrambe le parti non ci sono le condizioni per dire
‘ci ho ripensato’».

Cavallari non votò nemmeno l’altra mozione di sfiducia, quella presentata a dicembre dal Centrodestra (leggi qui Crolla la Mozione contro Zingaretti: Cavallari dice no, Forza Italia fa retromarcia, Lombardi “Buffonata”). «Ho già dato le mie motivazioni l’altra volta, il centrodestra nel Lazio ha già dimostrato di non avere unità d’intenti per un progetto politico che sia buono sia per i laziali che per i romani. Bisogna vedere se effettivamente tutti hanno intenzione di mandare a casa Zingaretti. Io dico: intanto lavoriamo per i cittadini, poi se nasce un progetto politico serio si discute ma non e’ che il capogruppo della Lega sui giornali dice ‘incontrero’, chiamero’…».

Nessuno ha tentato di contattare Cavallari. «A me nessuno mi ha chiamato, quindi probabilmente non c’e’ tutta questa intenzione di fare questa mozione, e’ solo un modo di dire ‘siamo bravi e belli, vogliamo mandare a casa Zingaretti, tanto alla fine non ci si riesce’. Questa e’ la mia sensazione. Sottoscriverla? Prima bisogna discuterla tutti quanti per vedere se ci sono il caso e le condizioni. Trovi sempre qualcuno che non te la firma e facciamo la figuraccia di quelli che portano avanti una iniziativa senza costrutto. Non c’entra il fatto che sono in un partito del centrodestra – ha concluso – sono sempre stato nel centrodestra».