C’è Caravaggio dietro la candidatura di Sgarbi ad Arpino

L'amore per Caravaggio. Che affinò la tecnica negli otto mesi trascorsi a bottega dal Cavalier d'Arpino. Che Vittorio Sgarbi era andato ad ammirare. Rimanendo stregato dal paese che ora si candida ad amministrare

Maledetto Caravaggio. C’è il suo pennello dietro alla storia che ha stregato il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: al punto di fargli accettare la candidatura a sindaco di Arpino. Lui quel pittore maledetto, con i suoi irripetibili chiaroscuri ed i giochi di luce ineguagliati, i suoi eccessi e le sue conversioni, lo adora più di qualunque altro. E Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ad Arpino deve molto. Perché ad affinare la sua tecnica fu Giuseppe Cesari detto il ‘Cavalier d’Arpino’ che lo tenne per otto mesi nella sua bottega, tra le più famose del tempo.

A distanza di oltre quattro secoli il sottosegretario alla Cultura decide di tentare la scalata al Comune che al Cavaliere Cesari diede i natali. A lui come a Cicerone ed al console Gaio Mario, l’uomo che tenne in scacco Cimbri e Teutoni. 

Mi candido a sindaco

Vittorio Sgarbi con il vicesindaco Massimo Sera

«Ho scelto di candidarmi sindaco di Arpino per i tesori d’arte che custodisce e troppo pochi conoscono. Ma anche per la qualità della vita in questo splendido centro e per il calore con cui sono stato accolto: mi ha fatto sentire subito uno del posto»: ironia della sorte, il sottosegretario ha annunciato la sua candidatura dall’ex lanificio dedicato al Cavalier d’Arpino. Accanto a Vittorio Sgarbi c’era l’ingegnere Massimo Sera, vicesindaco uscente che ha rinunciato alla sua naturale candidatura a succedere al sindaco Renato Rea. «Sarà il mio vice» ha detto Sgarbi confermando la squadra allestita da Sera e buona parte dell’amministrazione uscente.

«Tra i miei obiettivi – ha detto oggi Vittorio Sgarbi c’è quello di far conoscere dove si trova Arpino. Perché molti non sanno che è ad appena un’ora da Roma e che è ricca di tesori artistici“.

Il sottosegretario non farà il pendolare: si è informato sulle case in centro, aggiungendo «Sono più uomo da albergo».

Amore all’improvviso

Foto © Luciano Rea

 Il sottosegretario si è innamorato di Arpino nel pieno dello scorso inverno. Ci capitò per caso, iniziò a girarla a piedi: il parroco non lo riconobbe e non volle aprirgli le chiese perché ormai si era fatta sera. Tornò nelle settimane successive: fu amore a prima vista. Arpino è la terra del Certamen Ciceronianum che ogni anno accoglie liceali da tutto il mondo per sfidarsi nella gara di versione su uno dei brani del celebre oratore. «Io sono in scadenza, se vuole…” disse l’avvocato Rea. “Peccato, sono impegnato a Sutri, però un pensierino ce lo faccio” rispose Vittorio Sgarbi.

 A distanza di qualche mese è tornato due settimane fa. Per annunciare che non avrebbe potuto fare il sindaco. Perché voleva realizzare il secondo mandato nel piccolo centro della provincia di Viterbo: “Ma sono disposto a fare l’assessore alla Cultura”. Invece l’indomani lo scenario viterbese cambiò come il giorno con la notte: Forza Italia e Fratelli d’Italia decisero di puntare su Matteo Amori l’uomo forte di FdI. Sgarbi poteva innescare il braccio di ferro, sostenuto dalla Lega e dalla sua civica.

Invece, il fascino di Arpino lo ha convinto. Tanti saluti a Sutri: «Sarebbe una contraddizione candidarmi nel momento in cui il Partito della Presidente del Consiglio di un Governo del quale io faccio parte decide di puntare su una persona diversa».

Il progetto del grande attrattore

Ad Arpino invece lo hanno subito fatto sentire a casa. Massimo Sera si occuperà dell’amministrazione quotidiana: al sindaco – qualora Vittorio Sgarbi venisse eletto – verrebbe data la missione di far uscire Arpino dalla sua dimensione provinciale per diventare un’attrattore culturale nazionale. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di martedì 11 aprile 2023).

 Ma non sarà una corsa in discesa. Ad oggi, oltre a Sgarbi, hanno manifestato l’intenzione di candidarsi a sindaco di Arpino anche il presidente del Consiglio Provinciale di Frosinone Gianluca Quadrini (Forza Italia), il delegato uscente alla Cultura Niccolò Casinelli, il presidente uscente del Consiglio comunale Andrea Chietini (Pd). Nei giorni scorsi al Mingone c’è stata una cena riservata: con il presidente della Provincia Luca Di Stefano, il leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis, un imprenditore del Sorano, l’ex sindaco di Sora Enzo Di Stefano. Obiettivo, tentare una convergenza tra Casinelli e Chietini per sbarrare la strada a Quadrini.

L’arrivo di Vittorio Sgarbi cambia tutto lo scenario.

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