C’è (Della) Posta per i Cinque Stelle: «Dilettanti, impreparati, inefficienti»

«Il Movimento 5 Stelle non è una realtà democratica, rappresenta il più grosso imbroglio politico degli ultimi anni: sono peggio della Lega e come loro stanno già affogando tra rimborsi e liti di potere. Non mi meraviglierei se tra un paio d’anni si scoprisse che hanno già investito in diamanti e lauree pure loro».

Oreste Della Posta è stato uno dei primi a lasciare il Partito Comunista Italiano: accusava Achille Occhetto d’essere di destra. Ha partecipato con Fausto Bertinotti alla costruzione di Rifondazione Comunista: ha sbattuto la porta accusandolo di essersi imborghesito. Con Oliviero Diliberto è rimasto nella foresta del Partito dei Comunisti Italiani: ne è uscito ora per partecipare alla rinascita del nuovo Pci. E di una cosa non vuole sentire parlare: di una vicinanza tra Pci e M5S.

Alessioporcu.it – Il Cinque Stelle esclude che possa avvenire la deriva dei diamanti e delle liti di potere perché rivendica di essere un movimento e non un Partito.
Due grosse bugie. I rimborsi se li stanno facendo e si stanno mettendo in tasca un pozzo di soldi pubblici, in maniera legittima, ci mancherebbe. Ma versavamo più noi al Pci di quanto versano loro in quel fantomatico fondo che non si capisce bene. Le liti e gli scannamenti per il potere sono sotto gli occhi di tutti. E poi, che sia un Partito e non un Movimento lo ha accertato il Tribunale di Napoli: nei giorni scorsi ha svelato in modo chiaro il grande bluff della falsa democrazia a cinque stelle. E’ tutto scritto, spiegato, argomentato in modo limpido: gli attivisti in buona fede farebbero bene a leggerla quella sentenza pronunciata della Settima Sezione Penale.

Fino a prova contraria, siamo di fronte ad un Non – Partito con un Non – Statuto: altrimenti di cosa si lamenta?.
Invece la prova contraria c’è: andate a leggere la sentenza. E’ tutta fuffa con la quale prendere in giro i pensionati, i cassaintegrati, gli operai, la povera gente sfruttata da questo governo inefficiente e dai governi berlusconiani e filo banchieri che lo hanno preceduto. La sentenza ha chiarito che il ‘Non Statuto’ è solo un artificio dialettico della propaganda grillina: quello che i Cinque Stelle chiamano “Non statuto” è stato accertato che altro non è se non uno statuto vero e proprio. Tra l’altro pure contrario ai principi del Codice Civile italiano e per questo il tribunale ha annullato tutte le espulsioni di chi non era d’accordo con il capo. Ecco: io su questo porrei l’attenzione.

Poniamo l’attenzione…
Chi caccia una persona da un Movimento, un Partito, un’assemblea, fosse anche una semplice chiacchierata di piazza, e lo manda via solo perchè non la pensa come il capo, non è democrazia.

Come la chiama?
E’ una pericolosa deriva fascista. La democrazia vuole che si discuta, ci si confronti, ci si ostacoli, anche in maniera dura e aspra ma sempre in modo chiaro così che tutti possano riflettere e decidere. L’abilità del politico vero, non di questi dilettanti a cinque stelle, sta nel fare la sintesi tra le diverse opinioni che emergono.

A proposito di accettare le idee degli altri: gli elettori di due importanti città la pensano all’opposto di lei e si sono eletti un sindaco del Movimento 5 Stelle, come avvenuto con Raggi a Roma e Appendino a Torino, in quest’ultimo caso sbaragliando un sindaco al quale viene riconosciuta una notevole capacità amministrativa.
Tra poco quegli elettori si renderanno conto di cosa significhi affidare il Paese a dei dilettanti, privi di idee, con assoluta assenza di preparazione. Mi giungono notizie che nei nuovi muncipi romani, il presidente si presenti in delegazione agli incontri con presidi, dirigenti, funzionari, imprenditori… Ma se è stato eletto lui, si assuma lui la responsabilità: ha bisogno dell’accompagno? E quando arriverà il momento in cui dovrà firmare qualcosa? Se questi hanno paura di andare a dialogare con un rettore, un amministratore, un imprenditore, quando dovranno firmare rischiando i loro beni personali di fronte alla Corte dei Conti, cosa faranno? Vedrete, paralizzeranno tutto o si dimetteranno perchè sono degli incapaci. Quelli minimamente capaci li mandano via, come a Parma.

Neanche il beneficio del noviziato, non gli concede nemmeno i classici cento giorni per iniziare ad orientarsi?
«Ai tempi miei, nei primi cento giorni di governo dovevi presentare una relazione al Partito spiegando cosa avevi fatto, cosa avevi avviato, da cosa la gente poteva vedere concretamente che avevi iniziato a cambiare le cose. Qui mi sembra che a Roma i topi sono ancora lì, i rifiuti sono ancora lì, anzi li hanno mandati a Colfelice e si preparano a riaprire gli impianti dei grandi ras dei rifiuti».

Beh, ma i sostenitori del Cinque Stelle dicono che gli accordi sui rifiuti a Colfelice erano stati presi nel passato.
Ah, bene: quindi secondo questo principio la Raggi è stata eletta per confernare tutto quello che hanno deciso Alemanno e Marino, tanto lo hanno deciso altri prima di lei? Buono a sapersi. Pensavo l’avessero eletta per cambiare le cose.

In provincia di Frosinone il Movimento non ha sfondato alle Comunali, perché?
«Perché sul territorio ci conosciamo tutti ad uno ad uno. E poi, se qualcuno ancora crede alla capacità amministrativa dei grillini basta guardare i risultati dell’azione politica ed amministrativa del senatore che il Cinque Stelle ci ha fatto votare a Cassino. Il senatore Marino Mastrangeli è un senatore tanto quanto lo è Francesco Scalia. Uno dei due è arrivato ai gangli vitali dell’industria e sta esercitando in maniera molto discutibile la sua azione, ma la sta esercitando. Mastrangeli, cioè quello che il Movimento ha detto di votare dopo avere fatto la selezione della su classe dirigente, in base alle sue regole, è meno efficace. Se ne assumesero la responsabilità dopo averlo selezionato e fatto eleggere, sprecando così il voto di cassaintegrati, pensionati, operai e tanti sfruttati che speravano nel grillismo».

Il Movimento non considera Mastrangeli uno dei suoi, fa riferimento al Deputato eletto sul territorio.
«Frusone? Quello che agli attivisti di Cassino ha detto che l’acqua deve essere data ad Acea e che Raggi non può fare niente nonostante sia a capo del Comune che è proprietario del 50% dell’azienda? Un comportamento da dilettante. Ora glielo spiego io cosa doveva fare: chiedeva un colloquio con la sindaca, andava in Campidoglio, illustrava ad un funzionario la situazione, otteneva un incontro con un dirigente del board Acea, ripeteva la storia anche a lui, se ne tornava con una mano avanti ed una dietro, ma almeno avrebbe combattuto la battaglia poltica per i suoi elettori cassinati. Così, non ha nemmeno combattuto».

Perché ce l’ha con chi dice che il Movimento è un Pc più giovane?
Perchè è vero il contrario. Questi non hanno nulla a che spartire con noi. Quando una forza politica dice di non essere né di Destra né di Sinistra mi ricorda cose inquietanti, perché diceva lo stesso Juan Domingo Peron e poi abbiamo visto dove ha condotto l’Argentina. Ci sono stati anche altri illustri precedenti, ma i quadri del Cinque Stelle andassero a comprarsi un libro di storia e scoprissero da soli quali mostri hanno detto le loro stesse frasi.

Dove credete di andare con questo nuovo Pci?
«Non lo so dove andremo, forse verremo soffocati dalla prossima legge elettorale, ma se dovrà morire (politicamnte) lo vogliamo fare con la bandiera rossa in mano e gridando agli elettori quello che gli abbiamo detto vent’anni fa a proposito di Berlusconi, poi su D’Alema, su Prodi, infine su Renzi ed ora sui Cinque Stelle».

E cioè?
Non fidatevi.