Game over per Caligiore, lunedì si firmano le dimissioni

Lunedì mattina gli oppositori firmano le dimissioni in massa di fronte al segretario comunale. Determinando la caduta dell'amministrazione Caligiore a Ceccano. Dubbi su Maliziola: voleva il confronto in Aula. Pronta una firma 'di riserva'

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

Game over. La fine della partita per il sindaco Roberto Caligiore è fissata per lunedì mattina alle ore 8.15. Cioè quando in municipio aprirà la Segreteria Comunale: lì si sono dati appuntamento i nove Consiglieri che a metà settimana hanno firmato la mozione di sfiducia. Volevano discuterla in Aula, hanno deciso di staccare prima la corrente e senza dibattito politico. Lo faranno firmando le dimissioni contestuali. (leggi qui Caligiore è finita: nove firme e tutti a casa).

Il capogruppo Dem Giulio Conti

Lo hanno deciso questa mattina. Niente dibattito. Il timore è che l’aula consiliare di Palazzo Antonelli possa trasformarsi in un’arena. Nella quale scatenare regolamenti di conti politici, vendette, dibattiti basati sul nulla. «La città non può permetterselo, se abbiamo deciso di mandare a casa questa amministrazione non c’è altro tempo da perdere» ha detto questa mattina il capogruppo Pd Giulio Conti. Via libera fondamentale dal presidente del Consiglio Comunale Marco Corsi: «Sono sceso in campo quattro anni fa per partecipare ad un progetto civico. Ora ci ritroviamo con la Lega, con Fratelli d’Italia… Non era questo il progetto e per questo io esco…».

Il dubbio Maliziola

Il dubbio è legato al nome dell’ex sindaco Manuela Maliziola. Ha firmato la mozione di sfiducia per buttare giù in Aula, al termine di un dibattito, il suo successore. Ha sempre detto no alle dimissioni in massa: «Non farò a Caligiore quello che hanno fatto a me». Lunedì mattina ci sarà?

Il dubbio lo hanno in molti. Per questo stanno tenendo in caldo il decimo nome, il consigliere di riserva finora rimasto coperto. E da schierare in caso di defezioni. Dicono che sia di Tonino Aversa la firma di riserva: nessuna conferma.

L’ex sindaco di Ceccano Manuela Maliziola

A firmare la mozione in modo ufficiale lunedì scorso sono stati Giulio ContiAngelo AversaLuigi Compagnoni, Marco CorsiManuela MaliziolaGiuseppe MaliziaFilippo MisservilleGianni Querqui e Mauro Roma.

Il gabinetto di crisi

Nella serata di venerdì si è riunito ciò che resta della maggioranza del sindaco Roberto Caligiore.

Come in un ultimo disperato gabinetto di crisi, intorno al tavolo si sono seduti il senatore Massimo Ruspandini (FdI) ed i rappresentanti de L’Altra Ceccano, il sindaco Roberto Caligiore ed una delegazione della sua civica, i leghisti capitanati da Stefano Gizzi, il duo Mario Sodani & Marco Mizzoni. C’è Riccardo Del Brocco con tutto il suo ciuffo ed il suo gruppo politico, in mezzo a loro siedono due giovani di belle speranze Daniele Massa (presidente provinciale di Gioventù Nazionale) e Stefano Di Pofi, (presidente del consiglio studentesco dell’Università di Cassino).

Roberto Caligiore

Ad aprire i lavori è stato Roberto Caligiore. Prova a sollevare il morale, ricorda i risultati centrati in 4 anni di amministrazione, elenca i ricatti e le ripicche, i tradimenti e le questioni personali che ha dovuto affrontare. E che si sono sintetizzate nella mozione di sfiducia.

Occorrerebbe anche un momento per l’esame di coscienza. Perché 4 delle 9 firme sotto alla mozione di sfiducia sono nate dalla sua maggioranza: gente che era partita con lui e gli ha voltato le spalle lungo il cammino.

Ruspandini, rabbia e orgoglio

Prende la parola il senatore Massimo Ruspandini. È un mix di rabbia, orgoglio e passione: suona la carica “contro chi ha tradito, contro chi pensava che un modello (quello della politica, della militanza, della serietà) fosse superato“.

Inizia a volare alto. Dice che i presenti a quel tavolo “sono stati messi da parte e sacrificati sulle follie quotidiane di chi, sui sacrifici di 20 anni da parte nostra, è venuto a fare l’affare dopo aver girato tutto l’arco costituzionale“.

Il senatore Massimo Ruspandini con Giorgia Meloni © Imagoeconomica

Ruspandini non può mollare Caligiore: è l’unico sindaco di Fratelli d’Italia in provincia di Frosinone. Come spiegherebbe a Roma una caduta dell’amministrazione? La rabbia però è tanta. “Caro Roberto, devi fare uno scatto in avanti e capire dove hai sbagliato con loro. Ascoltali. Vedrai che saranno ancora capaci di dare battaglia“.

È l’investitura al Caligiore bis in caso di ritorno alle urne.

L’opzione Conti

C’è chi spera ancora in una mossa disperata. Che consiste nel proporre a Giulio Conti un ruolo di garanzia: la presidenza del Consiglio Comunale. Il Pd ne ha già chiesto la testa nei giorni scorsi, lui ha negato di essere d’accordo con il centrodestra. In questo c’è chi vede una crepa nel fronte avversario e propone di insinuarsi. (leggi qui La rivolta del Pd contro Giulio Conti: «Fuori dal Partito» e leggi qui «Tutto pronto per far cadere l’amministrazione Caligiore martedì sera»).

Conti giura che siano veleni messi in giro dagli avversari interni. Ricorda che la prima firma sulla mozione di sfiducia è stata la sua.

Mai ‘na gioia

Si susseguono una serie di interventi. C’è quello appassionato di Riccardo Del Brocco e quello più tecnico tenuto da Stefano Gizzi.

Del Brocco, Meloni, Ruspandini

Riccardo del Brocco è torna a casa da meno di due settimane. Aveva rotto l’amicizia che durava dall’infanzia con Massimo Ruspandini: si erano voltati le spalle quattro anni fa sul nome del candidato sindaco da sostenere; Del Brocco aveva appoggiato Filippo Misserville con Forza Italia, Ruspandini è il padre putativo dell’amministrazione guidata da Roberto Caligiore.

Il politico dal grande ciuffo ricostruisce la situazione partendo da quattro anni fa: la sua sintesi è che la sua assenza dalla maggioranza, come quella di Santucci e Liburdi, sia stata pesante. “Oggi siamo tornati, a determinate condizioni. Non possiamo imbarcare tutto. Nel 2007 eleggemmo: Ruspandini, Gizzi e Caligiore. Io coordinavo le liste di Massimo. Oggi siamo ancora qui. Riannodiamo i fili di un vecchio cammino, ringrazio Massimo per aver sempre cercato il dialogo con noi per ricucire. Lo Abbiamo fatto a livello umano, poi politico. Oggi siamo qui. Con umiltà e non vogliamo più sbagliare. La nostra città merita qualcosa di più“.

È un discorso da pre campagna elettorale. Come se si stessero già decide do le griglie delle alleanze e le candidature blindate.

Aspettando il Consiglio

La riunione continua nel solco della rotta tracciata da Ruspandini e Caligiore: correzioni da fare, cose da rivedere, errori da non ripetere. Come se ci fosse un domani.

Alla fine si sceglie di aspettare il consiglio. Le voci che arrivano dall’altra parte sono tragicomiche. Sostengono che i firmatari si stanno incartando da soli. Un informatore riferisce che Marco Corsi ci starebbe ripensando perché “ha capito che non verrà supportato da nessuno“.

Marco Corsi

Un altro bene informato garantisce che Filippo Miserville, Manuela Maliziola, Luigi Compagnoni e Gianni Querqui non concorreranno nella prossima tornata. Così come Mauro Roma.

Infine passa la convinzione che dall’altra parte si stiano pentendo.

Non c’è uno straccio di conferma.

La sorpresa finale

Al mattino, all’ora del caffè, arriva la prima sorpresa: l’appuntamento per lunedì mattina dal Segretario Comunale. Niente dibattito e si stacca la spina. Game over.

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