C’è il nuovo assessore: mezza quiete dopo la mezza tempesta

C'è il nuovo vice sindaco a Ceccano. E c'è mezza soluzione alla crisi. Stato di tregua armata. La cronaca della notte di trattative. In mattinata il sindaco minaccia le dimissioni. Il chiarimento Del Brocco - Mizzoni

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

Mezza quiete, mezza tempesta. O se preferite: la crisi è al prossimo incrocio, finirci incontro o evitarla è questione di poco in ogni caso. Il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore ha nominato assessore Clara Di Mario affidandole anche la fascia di vicesindaco: ha deciso di puntellare la sua maggioranza ricorrendo all’appoggio degli ex Forza Italia di Rino Liburdi e Riccardo Del Brocco. Abbastanza per tenere in piedi la consiliatura. Abbastanza, allo stesso tempo, per rimetterla in bilico perché il Patto Civico scende sul piede di guerra. (leggi qui L’amministrazione Caligiore appesa al filo di Arianna).

Dal golpe al filo di Arianna

L’assessore Arianna Moro

L’ultimo scossone nasce dallo scorso consiglio Comunale: doveva sancire la rottura tra l’amministrazione Caligiore ed il presidente del Consiglio Comunale Marco Corsi. Che avrebbe messo così l’opzione sul ruolo di candidato alternativo al sindaco Roberto Caligiore nella prossima tornata. (leggi qui la cronaca dello scorso Consiglio: La rappresaglia di Caligiore dopo il golpe fallito).

Ne è nato uno scontro politico che in quella seduta ha portato il governo cittadino ad un passo dal capolinea: l’area del sindaco quel giorno ha promosso una mozione per cacciare il presidente Corsi. Il quale ha replicato con una mozione di sfiducia al sindaco. Improcedibili entrambe.

La conseguenza politica è stata la revoca dell’assessore Fiorella Tiberia, espressione dell’area Corsi che di fatto si era collocata all’opposizione.

A quel punto, l’unica soluzione percorribile per tenere in piedi l’amministrazione era quella di allargare la base e sostituire l’area Corsi. Mettendo in campo, al suo posto, l’area che fa riferimento a Riccardo Del Brocco, Giancarlo Santucci, Rino Liburdi. (qui trovi il riassunto delle puntate precedenti).

Il costo dell’operazione: il posto da assessore lasciato libero con la defenestrazione di Fiorella Tiberia più la fascia da vicesindaco. Ipotesi che venerdì sera si è scontrata con il niet dell’assessore Arianna Moro, espressione dell’area politica di Tonino Aversa. Un niet armato dalla convinzione che nella prossima tornata elettorale Roberto Caligiore intendesse riservare un ruolo maggiore ai nuovi alleati.

Una notte di trattative

L’assessore Stefano Gizzi

Le diplomazie sono tornate al lavoro venerdì notte. Intorno alla mezzanotte l’ex esponente di Forza Italia Riccardo Del Brocco era ancora in giro. E la luce in casa dell’assessore Stefano Gizzi era accesa. Il telefono del sindaco Roberto Caligiore era attaccato alla presa della corrente elettrica per evitare che si spegnesse. Il senatore Massimo Ruspandini aveva l’ingrata incombenza di divdersi tra le faccende nazionali di Fratelli d’Italia e quelle comunali di Caccano.

Sembrava tutto finito, venerdì sera: arrivederci a data da destinarsi per le elezioni. Tonino Aversa e Arianna Moro avevano posto l’ennesimo veto. L’ultimo dopo quello sull’ingresso dell’area Liburdi – Del Brocco (poi superato), quello sull’assessore da concedere (superato dopo avere conosciuto in anticipo il nome che si intendeva proporre per la giunta), quello sulla delega da vicesindaco (sembrava superato pure quello e invece ieri sera tutto era tornato in alto mare).

Su questo punto Tonino Aversa è stato irremovibile fino alla fine: no alla concessione della delega da vice sindaco ai nuovi entrati; nomina a Mario Sodani, che nel corso di questa consiliatura è già stato vice (leggi qui Il vicesindaco è Sodani (e l’avevamo detto): ma non sapete dei pugni…) ma lo scorso inverno era stato costretto a cedere quella fascia per salvare la maggioranza nel corso di un’altra delle continue crisi. (leggi qui La fascia di Sodani in cambio del rientro: prendere o lasciare).

La minaccia di dimissioni

In mattinata il sindaco Roberto Caligiore minaccia di rassegnare le dimissioni.

Accade quando si fa mandare i documenti del nuovo assessore designato Clara Di Mario. In quel momento nessuno ancora sa se la farà anche vice sindaco. Caligiore rompe gli indugi, telefona agli alleati e comunica la sua intenzione: vuole dare anche la delega da vice. Accade il finimondo.

Il sindaco Roberto Caligiore

Qui le vulgate diventano più d’una. Facendo una sintesi si può dire che il senatore Massimo Ruspandini alza i toni per la mancata condivisione della scelta da parte dello storico assessore Stefano Gizzi; difende la posizione di Mario Sodani, vorrebbe che fosse ascoltato Marco Mizzoni. Il sindaco sbotta ed a quel punto minaccia le dimissioni. O accettano o si va a casa.

Via libera ma l’amministrazione è sull’orlo del baratro. Viene chiamato Riccardo Del Brocco, al giovane politico col ciuffo non pare vero di essere riesumato: alle elezioni di quattro anni fa aveva puntato le sue carte ed i suoi voti sul candidato di Forza Italia Filippo Misserville; perdendo. Fino alle scorse provinciali, il suo ex fraterno amico d’infanzia Ruspandini (entrambi vengono dal movimento giovanile del Msi – Alleanza Nazionale) nemmeno gli rivolgeva più la parola per quello che considerava un affronto personale. Ora si ritrova determinante per tenere tutti a galla.

Riccardo Del Brocco avrà pure il ciuffo ma sotto i capelli porta a spasso anche un cervello politico. Che lo porta a dire: “Si va bene, noi firmiamo ma solo se il senatore Ruspandini ci dichiara ora che è favorevole”. Non è una rivincita. Ma è un’ipoteca. Sul futuro politico. Un’opzione sulle prossime elezioni comunali.

Arriva il semaforo verde da parte del senatore. La sostituzione può procedere.

Il sindaco e le nozze

Riccardo Del Brocco

Il sindaco nel frattempo celebrava un matrimonio in sala Mosaico. Nel mentre, nella sala dei Consiglieri arrivava Clara Di Mario, 32 anni, avvocato del foro di Frosinone, laureata a La Sapienza di Roma, sposata e appassionata di animali, tifosa della Lazio.

Ad accompagnarla all’altare, con il petto gonfio d’orgoglio politico è Rino Liburdi.

Arriva una telefonata di Marco Mizzoni, resta il nodo del vice: Patto civico vuole Mario Sodani. Non solo: Tonino Aversa mantiene il veto sulla delega da vice alla neo assessora.

È Stefano Gizzi a proporre la soluzione: consegnare l’intero pacchetto dell’assessore defenestrato Fiorella Tiberia al nuovo assessore Clara Di Mario. E nel pacchetto c’era anche la delega da vice incluso, ma provvisoria.

Riccardo Del Brocco si aspetta la mossa: prima di andare a dormire, all’alba, ne aveva parlato con Gizzi ed aveva chiaro che potesse essere una delle opzioni in caso di stallo. Quindi? Si sistema il ciuffo e dice “va bene, delega da vice solo provvisoria ma la delega piena da assessore invece non si tocca fino a fine mandato“.

Il pomeriggio convulso

Ore convulse nel pomeriggio. Verso sera c’è un incontro, suggerito dal senatore Massimo Ruspandini. A vedersi sono Marco Mizzoni e Riccardo Del Brocco, i due si conoscono dai tempi di Alleanza Nazionale. Chi c’era assicura che l’uomo col ciuffo chiarisce quanto sia lui che i suoi non hanno pretese sul vice, che resta all’avvocato Clara Di Mario, ma in via solo provvisoria in attesa che il sindaco decida se lasciare tutto com’è oppure optare per una scelta diversa. Già da lunedì può prendere altre direzioni.

Mario Sodani

Torna la politica, torna il sereno. Massimo Ruspandini seppur tra mille difficoltà ha tirato fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro per salvare l’amministrazione Caligiore. Ma rischia di essere una soluzione solo temporanea: i numeri sono risicati ed al primo soffio di vento potrebbe venire il raffreddore a qualcuno.

Il Dem Giulio Conti dopo avere salvato il sindaco dalla mozione di sfiducia ora organizza riunioni a casa per buttare giù l’amministrazione. Idem Marco Corsi che anche ieri ha telefonato un po’ a tutti per organizzare una mozione con cui mandare tutti a casa.

A rendere più rovente il clima c’è poi l’ennesima bagarre amministrativa: sui gazebo. Decine di persone inferocite sono andate a protestare per la rimozione dei gazebo sulla piazza, al servizio dei locali pubblici. Sarà la prima sfida per la nuova maggioranza: trovare una soluzione in attesa di un regolamento che ad oggi non c’è.

Chissà se ne avranno il tempo.