Ceccano – Elezioni, ora si valuta l’annullamento

DENISE COMPAGNONE per IL MESSAGGERO ED.FROSINONE

Cinque consiglieri provinciali indagati per falso ideologico, 38 presunte firme irregolari, 19 liste su cui la Procura ha espresso dubbi.
A Ceccano, nel giorno dell’insediamento del nuovo Consiglio comunale, alla luce degli esiti della chiusura delle indagini preliminari sulle irregolarità nella raccolta firme di sottoscrizione delle liste, infuria la bufera. E le parti offese, in primis, gli attivisti del M5S, autori del primo esposto in Procura, stanno valutando il ricorso al Tar. «Tutto ciò che avevamo denunciato è stato riscontrato – così Mirko Ferrari, allora candidato a sindaco dei grillini -. Siamo stati derisi ma avevamo ragione: ben 19 liste su 28 presenterebbero irregolarità».

Gli attivisti del M5S hanno anche diffuso l’elenco delle 19 liste “incriminate”, stralciate dalle 860 pagine del fascicolo. «Restano fuori solo il M5S, Ceccano Futura di Liburdi, le tre di Misserville, Per la Gente e Riformismo, Progresso e libertà per Querqui, Lavoro-Famiglia-Sociale per Maliziola e il Psi per Compagnoni».

Anche Filippo Misserville, consigliere e figlio del senatore presentatore di un altro esposto in Procura in merito, sta pensando al ricorso. «In base all’esito delle indagini preliminari sarei l’unico ad essere stato eletto con liste regolari» ha detto. Sul ricorso? «Deciderò dopo aver sentito tutti i miei candidati, anche delle liste che non abbiamo presentato». Le parti offese hanno 30 giorni di tempo dalla proclamazione degli eletti (dal 17 giugno) per far ricorso. I giudici del Tar potrebbero decidere di sospendere il giudizio in attesa di una sentenza del Tribunale di Frosinone oppure esprimersi comunque, in base alle irregolarità riscontrate nelle indagini preliminari, decretando l’annullamento delle elezioni.

Nel frattempo andrà avanti l’iter penale per i cinque indagati – Gianluca Quadrini, Antonio Cinelli, Gianni Bernardini, Andrea Velardocchia e Alessandro D’Ambrosio – che, dal canto loro, hanno sempre affermato di aver agito con regolarità. A tal proposito ieri l’Unione Rinnovamento Democratico, il nuovo movimento della Maliziola, ha voluto esprimere “vicinanza” a Cinelli, che «si è reso disponibile, con rispetto delle norma in materia, all’autentica delle nostre firme. Siamo sicuri nel buon esito della vicenda». La vicenda nel frattempo sarà inevitabilmente protagonista anche nel primo Consiglio dell’era Caligiore. Oggi, oltre all’elezione del presidente del Consiglio, ai giuramenti di rito, ci sono due ordini del giorno: determinazioni ed indirizzi in merito ad una «proposta di risoluzione contrattuale con il gestore del servizio idrico» e alla «mancata erogazione degli oneri concessori». Proprio su questi due ultimi punti è già polemica. La Maliziola ha ricordato che durante il suo mandato fu approvato lo stesso ordine del giorno e “Caligiore votò no”.

«Quello di oggi – hanno detto invece nel Psi – è un semplice ordine del giorno, non una proposta di recessione del contratto. Anche perché il Comune non può farlo. È già stato smascherato». Il sindaco nel frattempo ieri ha inviato ad Acea Ato 5 una nota in cui chiede di «essere avvisato preventivamente in caso di distacchi dei contatori».