Gizzi, Macciomei, gli aerei di Mussolini e… gli elicotteri di Caligiore

Cosa c'è dietro all'operazione che ha portato la Lega a Ceccano. Come va letta. I numeri che non si spostano. Il patto tra i parlamentari Ruspandini e Zicchieri. Il rischio vero...

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

C’è aria di elezioni a Ceccano. Il rinnovo del consiglio comunale (salvo imprevisti) è fissato per la primavera del 2020. E si registrano già diversi movimenti. Ultimo in ordine di tempo è l’arrivo del Carroccio anche nella città Frabaterna: governata da un centrodestra finora privo delle insegne di Alberto da Giussano e dei suoi meno nobili eredi frequentati le spiagge del Papeete Beach.

A tenere a battesimo la compagine salviniana in salsa Ceccanese sono stati la coordinatrice Provinciale Francesca Gerardi ed uno dei suoi vice il senatore Gianfranco Rufa

Ad accoglierli, ironia della sorte, è stato il sindaco Roberto Caligiore che il giorno prima vantava i risultati ottenuti attraverso lo Sprar: il sistema di accoglienza e protezione dei rifiugiati, roba da fumo negli occhi per Matteo Salvini, ma questa è un’altra storia.

Chi sono i leghisti Ceccanesi

Matteo Salvini con il Rosario

Il continuo richiamo al Santo Rosario ed al cuore immacolato di Maria ha fatto breccia nello storico esponente della destra Ceccanese, oggi assessore alla cultura, Stefano Gizzi

Insieme a lui è salito sul Carroccio Angelo Macciomei, eletto nella lista civica di Marco Corsi, folgorato sulla via di Pontida da quando si è interrotto il feeling con il capolista.

Conclude il trio Vincenzo Parisi, new entry nel panorama politico Ceccanese: proprio per questo ricoprirà il ruolo di coordinatore. 

Fin qui niente di strano. Anzi, era anormale che il primo Partito nazionale (stando ai risultati delle Europee ed a quelli dei sondaggi più recenti) non trovasse collocazione in città. E dal punto di vista della Lega va tutto bene: incassa nel giro di poco tempo una rappresentanza in Consiglio Comunale, una in giunta ed un gruppo più o meno organizzato in vista delle prossime elezioni comunali.

Il ritardo del Carroccio

Ma perché tutto questo tempo per far arrivare la Lega a Ceccano? Sono stati diversi i tentativi di accasarsi sul Carroccio effettuati da vari esponenti Ceccanesi: dall’avvocato Filippo Misserville a Tonino Aversa, da Angelo Aversa e Mauro Roma a Fiorella Tiberia e Roberto Savy. Però niente. 

Massimo Ruspandini © Stefano Strani

La verità è che a determinare l’impantanamento del Carroccio sulla via di Ceccano è stato un tacito accordo di non belligeranza tra l’onorevole Francesco Zicchieri coordinatore della Lega nel Lazio ed il senatore Massimo Ruspandini, dominus della componente maggioritaria di Fratelli d’Italia in provincia di Frosinone, cioè quella che fa riferimento al senatore Francesco Lollobrigida. Mai e poi mai la Lega avrebbe messo in discussione la stabilità del centrodestra nel feudo politico del Senatore ceccanese, men che meno avrebbe messo il Partito in mano a qualcuno che non fosse gradito al senatore. 

Gli elicotteri di Caligiore

L’operazione, tenuta a battesimo anche dal sindaco Roberto Caligiore è stata benedetta e pilotata nei minimi dettagli da Massimo Ruspandini. Il che, se da un lato scongiura una gestione ostile, dall’altro non propone, al netto del segretario, niente di nuovo. 

Stefano Gizzi è il decano della politica Ceccanese, nonostante le sue pregevoli iniziative culturali di indiscusso valore, la cifra elettorale è ridotta ai minimi termini. Angelo Macciomei non è un fulmine di guerra: non ha una sua struttura, non ha mai avuto un seguito; berlusconiano della prima ora, vanta solo una brevissima esperienza di Partito con Forza Italia, dalla quale è uscito prima delle scorse Comunali per divergenze sulla linea politica.

Il sindaco Roberto Caligiore

Dal punto di vista strettamente elettorale quindi l’operazione Carroccio non aggiunge nulla in termini di voti. Ad oggi. Perché sia Gizzi che Macciomei e lo stesso Parisi (candidó la moglie alle scorse Comunali), facevano già parte dei sostenitori del sindaco Caligiore. 

Non c’è un vero elemento di novità, non c’è un pacchetto di voti che si sposta insieme al Carroccio, non c’è niente che tamponi l’emorraggia che potrebbe portare la discesa in campo di Marco Corsi, insieme a Fiorella Tiberia & co. 

L’operazione è l’ennesimo regalo politico di Massimo Ruspandini al sindaco Roberto Caligiore, toglie le castagne dal fuoco al primo cittadino, sposta solo qualche tassello dalle Civiche al Partito. Un’operazione che ricorda, (sappiamo che il professor Gizzi gradirá l’esempio), gli aerei di Mussolini che venivano spostati da un aeroporto all’altro solo per essere inquadrati dalle cineprese dell’Eiar per far credere agli italiani che il regime disponesse di una flotta vastissima. Oggi, parafrasando gli aerei del duce, potremmo parlare degli elicotteri di Caligiore.