Ceccano, primo Consiglio comunale. Con il pensiero al Tar

DENISE COMPAGNONE per IL MESSAGGERO

Marco Corsi eletto presidente del Consiglio e Marco Mizzoni vice. Poi i giuramenti di rito con, per molti, l’emozione della prima volta. Quindi due ordini del giorno sul servizio idrico. Nel mezzo qualche attimo di tensione, specie per i riferimenti di Filippo Misserville sul «caso firme false». È durato 5 ore, ieri, il primo Consiglio comunale dell’era Caligiore a Ceccano. È stata la seduta d’esordio per ben 9 consiglieri su 16, quasi tutti di maggioranza (compreso Michelangelo Aversa, subentrato al posto di Fiorella Tiberia, unica eletta in giunta). Cinque sono donne. Mai così tante, e Caligiore, non a caso, porge loro subito un omaggio floreale.

Si entra nel vivo con l’elezione del Presidente dell’Aula. È subito polemica: Misserville chiede lo scrutinio segreto, l’assessore Gizzi replica: «Per trasparenza nel 2011 scegliemmo il voto palese. Non cambieremo ora». Così è: passa la linea della maggioranza che, con l’ok dei consiglieri di opposizione Conti e Aversa, sceglie Corsi. Per la vicepresidenza servono due votazioni. Al secondo giro prevale il nome di Mizzoni. È l’ora dei giuramenti: il sindaco, non senza qualche difficoltà, indossa la fascia e giura sulla Costituzione. È la volta, per tutti, del giuramento sullo Statuto. Si passa poi all’ordine del giorno voluto dal sindaco con cui il Consiglio lo impegna ad «avviare un’azione di consultazione con i sindaci dell’Ato per verificare la disponibilità all’adozione di deliberazione consiliare di risoluzione del contratto di gestione idrica con Acea Ato 5 per inadempienza del gestore».

È su questo che lo scontro si infiamma. Le opposizioni, Maliziola e Compagnoni in primis, attaccano: «È solo un atto politico, non risolve nulla e, tra l’altro, è stato già approvato da questo Consiglio». Misserville invece sceglie un’altra linea, tira fuori la sentenza del Tar che riconosce al gestore 75 milioni di euro di conguaglio e chiede che venga messa agli atti. «Non voterò – aggiunge – perché tra 20 giorni quest’atto potrebbe venire invalidato. Non si può far finta di niente». Il riferimento è al-l’indagine della Procura relativa alle presunte irregolarità nella raccolta firme di sottoscrizione delle liste. Indagine chiusa con 5 indagati e irregolarità riscontrate in 19 liste su 28. E che sarà seguita a breve, molto probabilmente, da un ricorso del M5S al Tar per l’annullamento del voto.

In aula è bagarre ma alla fine Gizzi risponde per tutti. «L’operato del Consiglio è legittimo ed è espressione del voto dei cittadini. Non accettiamo insinuazioni meschine». Dalla minoranza solo la Maliziola dice: «La Magistratura accerterà il tutto, noi nel frattempo abbiamo il dovere di agire».

Poi la discussione torna di nuovo sull’acqua. Ruspandini rilancia: «Quest’ordine del giorno è solo un primo passaggio ma chiediamo di essere messi alla prova». A nulla serve l’ultimo appello del sindaco all’unanimità: l’ordine del giorno passa con i voti della maggioranza, di Querqui e Aversa. Gli altri, escluso Misserville, assentatosi, si astengono. Voto all’unanimità invece per l’ultimo punto, un ordine del giorno con cui si dà mandato a sindaco e giunta di «verificare la possibilità di attivare percorsi giurisdizionali per ottenere il recupero delle somme dovute al Comune a titolo di rimborso dei mutui contratti per la realizzazione di opere relative al servizio idrico integrato».

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