Caligiore ricandidato a sindaco annichilisce i fantasmi della sinistra

Il centrodestra fa ciò che vuole, ripropone perfino il sindaco appena sfiduciato. Il centrosinistra discute con vecchi schemi e non riesce neppure a capire perché il patrimonio politico che possedeva a Ceccano si è dissolto. L'esigenza di un Segretario provinciale nuovo, autorevole e con le mani libere. Per ricostruire su basi nuove.

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

La Stalingrado della Ciociaria”. Così veniva chiamata Ceccano fino a qualche tempo fa. Non certo per il clima o per la neve, ma per la connotazione politica. Rossa, che più rossa non si può. Come Stalin o Lenin appunto. Oggi la notizia è la conferma a quanto anticipato in settimana da Alessioporcu.it: che Roberto Caligiore verrà ricandidato a sindaco dal centrodestra e dal senatore Massimo Ruspandini in persona. (e noi lo avevamo detto: Tuttavia… il candidato sindaco sarà Roberto Caligiore).

Roberto Caligiore

Caligiore è stato sfiduciato qualche settimana fa, con le firme di esponenti del centrodestra e in ogni caso nel silenzio di big della coalizione. Improvvisamente il contrordine e l’accordo, sulla base di un patto politico che si fonda su una coalizione politica. (leggi qui Nove firme, Roberto Caligiore non è più sindaco).

Però se il centrodestra può permettersi di ricandidare il sindaco sfiduciato (sfidando la tradizione consolidata che raramente vede rieletto un primo cittadino al quale la sua maggioranza ha voltato le spalle), il centrosinistra deve riflettere moltissimo. Massimo Ruspandini e Riccardo Del Brocco conoscono Ceccano come le loro tasche. Se hanno fatto una mossa del genere, sanno che il centrosinistra ha serie difficoltà ad allestire una coalizione competitiva. Non in questo momento almeno.

E allora magari il Pd dovrebbe provare a fare autocritica. Da Francesco De Angelis a Mauro Buschini. Così come il leader del Psi Gianfranco Schietroma, completamente scomparso dal dibattito politico ed amministrativo provinciale. Forse sarebbe il caso che archiviassero quel meccanismo superato secondo il quale se il Pd indica il candidato a Frosinone, poi a Ceccano tocca al Psi. Quel mondo lì non esiste più, è un pallido ricordo.

Francesco De Angeli con Gianfranco Schietroma

Ceccano ha espresso sindaci come Maurizio Cerroni, Antonio Ciotoli e ultimamente anche Manuela Maliziola. Che fine ha fatto quel patrimonio di voti e di competenze amministrative? Perché oggi i lavoratori, gli operai, gli studenti, gli anziani preferiscono votare per Ruspandini e non per la sinistra?

Domande con le quali il centrosinistra dovrebbe fare i conti. Perché magari scoprirebbe che non paga soltanto la crisi nazionale, ma anche l’incapacità di fare squadra sul territorio e di far crescere una classe dirigente sui territori.

Un tema che rende ancora più urgente ed ancora meno rinviabile il congresso provinciale Pd. Nel quale eleggere un Segretario nuovo, dotato di un mandato pieno e riconosciuto, autorevole per preparazione e voti. Il Pd di questi giorni, che assiste alla beffa di Ceccano, è un Partito che non ha il segretario ormai da due anni: Simone Costanzo si era dimesso per correttezza e partecipare alle elezioni regionali.

Da quel momento c’è stato un reggente, Domenico Alfieri, che ha svolto il suo compito: quello del reggente. Il Segretario politico è altra cosa. Il Segretario è quello che imposta la rotta e porta il Partito lungo quella direzione. Non uno che si limita a garantire bene gli equilibri tra le correnti.

Nicola Zingaretti e Luca Fantini © IchnusaPapers

In questo senso l’ipotesi Luca Fantini, circolata in questi giorni, potrebbe essere la salvezza. Perché è giovane ma ha già l’esperienza che gli deriva dall’avere guidato una struttura di dimensione regionale come i Giovani Democratici. È amico di Mauro Buschini e Francesco De Angelis ma si è schierato contro entrambi: al congresso in cui i suoi ‘maestri’ votarono Renzi lui appoggiò senza riserve Andrea Orlando. Ha lo spessore tale da permettergli, in caso sia necessario, di sollevare il telefono e parlare direttamente con Nicola Zingaretti, del quale è uno degli interlocutori fidati.

Scomodo per tutti. Perché ha le mani libere per azzerare e ripartire su basi nuove.

Ceccano non è un Comune qualsiasi. E’ stato per decenni la roccaforte rossa. Oggi i consiglieri comunali di centrosinistra, gli stessi che hanno firmato le dimissioni di massa per mandare a casa Caligiore, devono fare i conti con una sconfitta politica netta. Roberto Caligiore si ricandida a sindaco. E loro?