Ceccano, tutta la puzza in Consiglio, minuto per minuto (di R. Castellano Sindici)

Il consiglio comunale di Ceccano, soporifero e con i soliti strafalcioni grammaticali. Fino a quando non si tocca l'argomento puzza. Lì si scatena la bagarre. Tutta la cronaca: minuto per minuto

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

 

Palazzo Antonelli. Ore 9.30 di ieri. Consiglio comunale. Quattro punti all’ordine del giorno. Il più interessante, vista la frenetica attività amministrativa della giunta “Né destra, né sinistra, né affari” era il primo: approvazione verbali delle sedute precedenti.

I pochi masochisti (qualche decina) che ancora si siedono davanti al computer per seguire le sonnolente sedute consiliari, erano ormai rassegnati ad ascoltare le solite boutade del fantasmagorico consigliere del Partito democratico, Giulio Conti. L’unico che riesce a dare qualche brivido al rassegnato popolo della Contea con i suoi bizzarri interventi. Anzi, mi correggo, il capogruppo Conti. Ci tiene molto alla medaglietta di capogruppo anche se, in realtà, seduti tra i banchi dell’aula sono in due, lui e Gianni Querqui che è passato tra le sfolgoranti file del Pd a consiliatura iniziata.

Un Partito democratico che nella Contea è, ormai da tempo, all’opposizione di stesso.

Elettroencefalogramma politico piatto. D’altronde è cosa nota alle cronache cittadine che la cavalcata vittoriosa del condottiero Roberto Caligiore alla presa di Palazzo Antonelli sia riuscita anche grazie a molti voti “verderossi”presi nel turno di ballottaggio.

Ma torniamo alla seduta consiliare di ieri. Tutto si preannunciava scorrere lungo i soliti binari della commedia dell’arte che in questa consiliatura sta toccando vette da far impallidire gli attori che recitarono al Guénegaud o all’Hôtel de Bourgogne, quando all’improvviso a prendere la scena è arrivata la Puzza. Tutto l’estenuante Consiglio è stato incentrato sull’emergenza “odori nauseabondi” che nei giorni scorsi aveva anche portato alla chiusura precauzionale della scuola elementare di Passo del Cardinale.

Il sindaco Caligiore ha ragguagliato i presenti, pubblico compreso, della grande responsabilità che ha avuto il coraggio di assumersi. Udite udite: ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica. D’altronde non tutti i sindaci hanno gli attributi per fare quello che è loro dovere come diretti responsabili della salute pubblica.

Dopo il suo intervento la commedia dell’arte si è riappropriata della maschere. Ha parlato il dotto assessore che non perde occasione per dire ai suoi interlocutori: io sono io e voi non siete un c***. E questo fa sì che la sua popolarità presso i ceccanesi sia pari allo zero poco al di sopra, cioè, dell’ultimo entrato nella giunta Caligiore che in quanto ad antipatia non ha da farsi insegnare niente da nessuno. Il suo intervento ha scatenato, come da copione, le ire del pubblico, tanto che a un certo punto in aula sono arrivati anche i carabinieri.

E poi, a seguire, gli interventi di un Gianni Querqui, Pd, evanescente; un Luigi Compagnoni, Psi, che astrae ed eleva talmente tanto il suo pensiero da essere sempre poco incisivo e soporifero. E ancora Manuela Maliziola Urd che quando si tratta di grandi temi «non contano gli steccati politici» perché prima vengono i cittadini. E poi il vicesindaco Massimo Ruspandini che se non arrivano le prossime Regionali continuerà a tediare il popolo della Contea con la sua battaglia personale e politica contro l’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini. Un disco rotto.

E poi la vera star dei consigli della Contea, messer Stefano Gizzi, cattolico oltranzista e famoso per i suoi paradossali scambi verbali con Giulio Conti riassumibili nel motto dialettale “du’ ciechi a fa a sassate”.

Torniamo alla puzza. Di chi è la colpa? Quelli della maggioranza lo dicono chiaro. Delle precedenti amministrazioni. E Gizzi entra più nel dettaglio: «Se la puzza ci sta da decenni è perché prima di noi ci sono stati venti strati di tangenti». E fa nomi e cognomi di amministratori, politici e aziende e aggiunge: «Qui nessuno ha mai indagato». Parole pesanti come un macigno. Come quelle di Mauro Roma, ex consigliere di maggioranza, che fanno uscire di senno il sindaco che gli grida contro.

Mauro Roma: «Lei, sindaco, ci vuole far firmare un documento che l’autorizza a compiere quello che potrebbe compiere da solo e che avrebbe dovuto fare da tempo. Già immagino i titoli di domani sulla stampa: Caligiore portavoce della lotta all’inquinamento, Ceccano capofila nella lotta per l’ambiente. Lei è stato capofila nella lotta contro Acea e sono mesi che a Ceccano non abbiamo acqua, capofila nella lotta contro l’immigrazione e ora ha approvato un documento (adesione al progetto Sprar) e arriveranno altri quaranta profughi. Di brutte figure ne abbiamo fatto tante. Permettiamo di fare il capofila a qualche soggetto più capace di lei».

A riportare la calma il presidente del Consiglio Marco Corsi: «Qualche elemento che era andato fuori riga» (?). Ma è cosa nota l’italiano, professor Sodani escluso, in quest’aula è quello “per sentito dire”.

Il Consiglio si è chiuso con un piano ambientale in sei punti. Ora i ceccanesi possono stare tranquilli. Le soluzioni per la puzza e l’inquinamento arriveranno a breve. A naso tra un centinaio di anni.