Centrodestra, come cambiano le alleanze. Il peso di Berlusconi e il fattore Meloni

La sconfitta in Emilia Romagna ha lasciato il segno: nella Lega c’è chi teme la strategia di logoramento di Matteo Salvini. Lo schema delle regionali potrebbe essere messo in discussione. Ma intanto si profila un asse tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Il precedente delle provinciali in Ciociaria.

Secondo La Repubblica Matteo Salvini vorrebbe “rivedere il patto che aveva già siglato per ogni regione con la Meloni e Berlusconi (Veneto e Toscana alla Lega, Liguria a Toti, Puglia e Marche a Fratelli d’Italia, Campania Forza Italia)”. Sono due in particolare le designazioni che possono rompere l’equilibrio del centrodestra: la Puglia, in cui Fratelli d’Italia ha già candidato l’ex ministro forzista Raffaele Fitto, e la Campania, dove Berlusconi ha imposto l’ex governatore Stefano Caldoro. Per entrambi Salvini ha già pronte due alternative.

Ma in realtà nel centrodestra nazionale qualcosa sta cambiando. Intanto Silvio Berlusconi ha detto chiaramente che la Lega da sola non vince e che anzi la Destra ha bisogno del suo Centro. Cioè di Forza Italia. Poi Giorgia Meloni, pur non dicendolo chiaramente, ha fatto capire però che i candidati alla presidenza delle Regioni vanno scelti in maniera condivisa e collegiale. Come dire: Lucia Borgonzoni non era la carta migliore per vincere in Emilia Romagna.

Giorgia Meloni

A livello nazionale Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi appaiono oggi maggiormente in sintonia. Mentre Matteo Salvini è più isolato nel centrodestra. All’interno della Lega poi Giancarlo Giorgetti ha espresso il convincimento che in realtà la strategia della maggioranza giallorossa è quella di provare a logorare Salvini. Resistendo al Governo e in Parlamento fino al 2023. Il centrodestra resta maggioritario nel Paese, ma tre anni sono lunghissimi. Inoltre, il taglio dei parlamentari e la nuova legge elettorale saranno passaggi importanti per capire cosa potrà succedere in futuro.

Nell’attualità un possibile asse privilegiato Fratelli d’Italia-Forza Italia non appartiene però alla sfera della fantapolitica. Anzi, è già scattato in passato e in alcune Regioni (Sicilia, Sardegna, Calabria) ha funzionato benissimo. Anche in Ciociaria, alle provinciali, fu presentata una lista unitaria proprio di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Sono segnali che vanno colti. Oggi in provincia di Frosinone Lega e Fratelli d’Italia sembrano andare maggiormente d’accordo anche per un fatto generazionale, ma in futuro lo scenario potrebbe cambiare.

Gianfranco Rufa (Lega), Massimo Ruspandini (FdI), Francesca Gerardi (Lega)

Le comunali di primavera non provocheranno scossoni: a Ceccano la candidatura a sindaco di Roberto Caligiore è blindata e sta in quota a Fratelli d’Italia. A Pontecorvo c’è il tacito accordo di dividersi amichevolmente. La differenza si farà in Parlamento e nel Paese. In primavera si voterà in sei Regioni, tutte fondamentali. La Lega ha più voto di opinione, ma Fratelli d’Italia e Forza Italia sui territori sono attrezzate. La partita è appena cominciata.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright