Centrodestra e centrosinistra preferiscono lo scontro

A Frosinone ci sono tutti i segnali di una campagna elettorale dai toni forti, senza quei profili soltanto amministrativi che hanno caratterizzato gli ultimi periodi. In vista delle politiche del prossimo anno.

La polemica tra Riccardo Mastrangeli e Francesco De Angelis ha dato inizio alla campagna elettorale vera e propria. Niente buonismo, niente toni bassi, centrodestra e centrosinistra si misureranno non risparmiandosi attacchi durissimi, su qualunque argomento. (Leggi qui Tra incapaci ed ingrati, la campagna elettorale decolla).

A Frosinone ci sono tutte le condizioni per  un anticipo di campagna elettorale per le Politiche e per le Regionali. Gli schieramenti ed i Partiti vogliono capire fin dove ci si può spingere.

Fra l’altro c’è pure una certa unità: il centrodestra è compatto, rispetto a cinque anni fa non ci sono Gianfranco Pizzutelli e Carmine Tucci, ma è arrivato Mario Abbruzzese. Nel centrosinistra manca Gian Franco Schietroma ma c’è Stefano Pizzutelli. L’unico battitore libero è Mauro Vicano che, insieme ad Azione di Carlo Calenda, si sta ritagliando uno spazio di “guastatore”. Le elezioni comunali di giugno sono importantissime per tutti i leader dei diversi partiti: per Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) ma anche per Nicola Ottaviani (Lega) e Adriano Piacentini (Forza Italia). Nell’altro schieramento Francesco De Angelis ha scelto di portare lui la bandiera del Pd in trincea.

Il verdetto sta agli elettori

Foto: Canio Romaniello / Imagoeconomica

La cosa che andrà verificata è la risposta degli elettori. Non soltanto perché veniamo da oltre due anni di pandemia, ma perché nelle precedenti tre occasioni alle urne ha prevalso un clima più amministrativo che politico.

Lo stesso Nicola Ottaviani ha imperniato le sue campagne elettorali su un programma condiviso da larghe fasce di popolazione e su una coalizione più civica che politica. Come ha fatto Michele Marini nel 2007. Entrambi hanno vinto al primo turno e si sono sfidati al ballottaggio nel 2012.

Adesso però c’è la sensazione che serva una scossa per motivare la gente ad andare a votare. A livello nazionale la guerra in Ucraina ha determinato dei riflessi perfino sulla politica nazionale. C’è una forte spinta a volersi schierare: di qua o di là.

Non sarà una campagna elettorale al cloroformio: alla fine potrebbe perfino risvegliare gli animi dei frusinati.

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