Centrodestra, per il candidato unitario la strada è ancora lunga

L’unico ad aver raggiunto un risultato politico è Adriano Piacentini, ma per il resto è rimasto quasi tutto invariato. Dalla diffidenza tra Lega e Forza Italia alla posizione “ribelle” di Gianluca Quadrini. La soluzione Nicola Ottaviani non è affatto scontata e sugli altri nomi emergono veti e perplessità

L’unico ad aver raggiunto un risultato vero è il coordinatore provinciale di Forza Italia Adriano Piacentini: essere riuscito a far sedere attorno allo stesso tavolo, il 23 agosto, gli esponenti di tutti i Partiti e i movimenti civici che si riconoscono nel centrodestra, era un’impresa. Ce l’ha fatta, dimostrando di essere lui a guidare il partito in Ciociaria.

Per il resto la riunione di ieri (leggi qui Il candidato del centrodestra unito sarà Nicola Ottaviani (ma dirà no)) è stata soprattutto interlocutoria e non poteva essere altrimenti.

Non soltanto per gli attriti tra Forza Italia e Lega, ma perché sul punto più importante si naviga a vista. Vale a dire la scelta del candidato alla presidenza della Provincia, perché è dei questo che si sta parlando adesso.

 

Ottaviani non si fa incastrare

Dire che il primo tentativo verrà fatto con il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è perfino banale. Ottaviani però non è uno che si fa “incastrare” tanto facilmente e la presidenza della Provincia, per quanto importante, lo limiterebbe nelle successive e future ambizioni.

Per quale motivo dovrebbe accettare? Nonostante questo, però, il sindaco di Frosinone analizzerà con attenzione la situazione.

A parte lui, però, su quale nome il centrodestra, comprensivo delle liste civiche, sarebbe d’accordo? Non su Carlo Maria D’Alessandro (Cassino), che con la Lega e con l’intera maggioranza è ai ferri corti da mesi. Non su Anselmo Rotondo (Pontecorvo), protagonista dell’eterna sfida con Riccardo Roscia.

Ci sono i due nuovi sindaci, Daniele Natalia (Anagni) e Alioska Baccarini (Fiuggi). Entrambi però sono al timone del Comune da pochissimi mesi e concorrere alla Provincia potrebbe essere percepito come una prima “fuga”. C’è Tommaso Ciccone, di Pofi, forse il più gradito a Mario Abbruzzese insieme all’altra sua ‘creatura’ politica Gioacchino Ferdinandi di Piedimonte San Germano.

La Lega non si limiterà a guardare: Carmelo Palombo e Francesca Gerardi lo hanno fatto capire bene ieri. Il fatto poi che non ci fosse Francesco Zicchieri significa che il Carroccio non poteva in alcun modo “chiudere”.

Il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) è rimasto al coperto, mentre Alfredo Pallone (Noi con l’Italia) deve fare i conti con la spaccatura con Gianluca Quadrini, il quale potrebbe perfino valutare ipotesi di intesa con Antonio Pompeo.

 

In realtà la candidatura unitaria alla presidenza della Provincia è un traguardo ancora da conquistare.

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