Il centrodestra sconfessa il documento del centrodestra

I consiglieri comunali del centrodestra prendono le distanze dal documento politico firmato dai vertici dei loro Partiti. Sconfessano la linea degli attacchi strumentali al sindaco. E chiedono sostanza. Ancora una volta i voti da una parte ed i simboli dall'altra. L'ombra di Carlo Maria D'Alessandro

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Tutti contro. Divisi. I Partiti del Centrodestra toccano uno dei punti più bassi nella loro infelice stagione culminata con l’autoaffondamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Maria D’Alessandro e con la sconfitta di Mario Abbruzzese alle elezioni comunali. L’abisso del peggio raggiunto in queste ore sta in un documento firmato in modo congiunto e dopo poche ore quel documento viene smentito da esponenti di primo piano di quegli stessi Partiti.

Una delizia che ancora non era stata offerta all’elettorato del centrodestra e, più in generale, alla cittadinanza.

L’orlo dell’abisso

Il Palazzo di Giustizia a Cassino

Ricapitoliamo: nella giornata di lunedì viene inviata alla stampa una nota a firma del “Centrodestra per Cassino: Lega, FdI, FI, Cambiamo!”.

Per dire cosa? Nella sostanza per chiedere al sindaco Enzo Salera di riferire in Consiglio comunale su alcune questioni giudiziarie legate alle scorse Comunali.

Di quali vicende stiamo parlando? Un fascicolo aperto da alcune settimane e sul quale la Procura della Repubblica ha iniziato da pochissimo a compiere gli opportuni approfondimenti. Ipotizza irregolarità nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste con i candidati alle Comunali. Una delle poche cose che si sanno è che la prima ad essere indagata è stata la signora dalle cui dichiarazioni è nata l’indagine. Nulla di più concreto, come è normale che sia.

Oltretutto, la Procura procede con cautela. Le elezioni a Cassino spesso sono disseminate di trappole. Come dimostra il recente caso dell’avvocato Igor Fonte, già assessore nella Giunta Petrarcone, crocefisso per oltre due anni con l’accusa di avere pilotato sul suo nome alcuni voti, uscito del tutto innocente dal vaglio condotto dalla stessa magistratura. Innocente ma con la carriera politica compromessa.

In questo caso nemmeno si mette in discussione la legittimità del voto popolare con cui Enzo Salera è stato eletto. Si indaga sulle procedure che hanno portato alla presentazione delle liste.

Tanto basta al Centrodestra per produrre un documento firmato in maniera congiunta. Condito di frasi ipotetiche e di condizionali. “A quanto si apprende da numerose fonti giornalistiche…” , “Si sarebbero verificati fatti poco chiari…”, “Pare anche con risvolti penali…”. Quali fatti e quali risvolti? Non lo dicono. E tanto basta per sollevare la “questione morale” a Cassino. (Leggi qui Covid, movida, garanzia: Salera sotto assedio e leggi anche I protagonisti del giorno. Top e Flop del 10 novembre 2020).

Questione morale: ma di che?

Michelina Bevilacqua

Passano poche ore dalla pubblicazione di quel documento e dal centrodestra iniziano a giungere prese di distanza. Il primo è Gabriele Picano, avvocato e vice coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia: non proprio un passante nel Partito di Giorgia Meloni. Ad Alessioporcu.it dice: “Ero all’oscuro di tale iniziativa. E se l’avessi letta avrei quantomeno suggerito di pensare a cose ben più di sostanza da rimproverare al sindaco”. Il vice coordinatore provinciale di FdI che smentisce un documente che porta la firma di FdI. (Leggi qui Qualcuno firmò al posto di Gabriele: “Non sottoscrivo pettegolezzi”).

Ma è stato solo il primo distinguo. Arriva poi quello di Michelina Bevilacqua, consigliere comunale della Lega. Dice: “Dissento fortemente dal documento con il quale chiedere conto al sindaco Enzo Salera di fittizie questioni morali che riguardano la sua persona e il comune di Cassino. Condivido a pieno le parole dell’avvocato Gabriele Picano: il Sindaco può essere attaccato e contestato per tantissime cose ma non su un tema che non lo vede né indagato, né sospettato di alcunché”.

Non solo. Michelina Bevilacqua affonda la lama nella sostanza politica. E aggiunge: “A differenza di altri esponenti di centrodestra, io non sollevo nessuna “questione morale” a Cassino, tale da mettere in discussione la candidabilità del sindaco. Sono ben lontana da questi pettegolezzi privi di sostanza”.

Scende in campo Carlo

Carlo Maria D’Alessandro e Mario Abbruzzese

Ma non basta. Carlo Maria D’Alessandro capisce che il momento è propizio per dimostrare chi ha le leve del comando nel centrodestra. Quello di Mario Abbruzzese è un cartello, una scatola vuota. Ci sono dirigenti importanti come Angela Ababtecola (referente cittadina di FdI, non eletta in Consiglio) e Rossella Chiusaroli (sub commissario provinciale di Forza Italia, non rieletta dopo avere determinato la caduta di D’Alessandro). Hanno il simbolo: non hanno i voti. Quelli stanno tutti con l’ex sindaco.

Quindi ecco il documento congiunto a firma di tre consiglieri comunali: Franco Evangelista (capogruppo della Lega); Francesca Calvani (Forza Italia) e nuovamente, Michelina Bevilacqua.

È una prova muscolare che mette a nudo le debolezze di Mario Abbruzzese: è lui il leader di Cambiamo! che firma il documento. Ma sia in Forza Italia che maggiormente in Fratelli d’Italia e nella Lega prendono le distanze.

Mario rimane solo

Francesca Calvani

Scrivono i tre: “C’è un Centrodestra, quello consiliare, e come tale ci dissociamo da qualsiasi documento o atto reso noto in questi giorni – i consiglieri Franco Evangelista e Michelina Bevilacqua della Lega e Francesca Calvani di Forza Italia fanno chiarezza – Siamo stati eletti dai cassinati e siamo i rappresentanti del Centrodestra in assise. Tutto quello che proviene da un’opposizione extraconsiliare non trova riscontro nelle nostre posizioni”.

È la sconfessione piena, totale e completa di quel documento. E pure di chi in questo momento è chiamato a rappresentare i Partiti firmatari sul territorio.

Sul fronte pratico, i Consiglieri comunali di Lega e Forza Italia dicono di confidare nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine: “a loro e solo a loro spetta analizzare le dinamiche dei fatti e trarre le adeguate conclusioni ed eventualmente, qualora si renda necessario, intervenire in maniera adeguata. Per questo ci dissociamo da quanto apparso sui social a nome di un fantomatico Centrodestra cittadino del quale non siamo parte”.

Come a dire: il vero centrodestra siamo noi. Quel che conta è l’opposizione che facciamo noi.

Guerra Civile

Mario Abbruzzese. Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Più che una guerra contro il sindaco Enzo Salera è diventata insomma una battaglia tutta interna al centrodestra.

Mario Abbruzzese ne ha preso atto e ieri sera è tornato a convocare i suoi. Ai collaboratori più fidati avrebbe confidato di come sia stata gestita male questa situazione. Perchè, insomma, una cosa appare evidente. Quel comunicato stampa non è stato concordato con i Partiti, dove per Partito si intende una comunità composta da donne e uomini, eletti ed elettori. Ma solo da qualche dirigente iscritto al Partito che, bontà sua, ha ritenuto di essere “il partito”. Ma in realtà era solo uno dei tanti, del Partito.

In alcuni casi anche una parte minoritaria e non rappresenta in Consiglio. Al limite della decenza.