Centrosinistra, i due scenari diversi tra Frosinone e Cassino

Nella città martire il centrosinistra poteva permettersi la spaccatura al primo turno, nel capoluogo è molto più di un azzardo. Resta il mistero della mancata celebrazione delle primarie.

A Cassino tre anni fa Enzo Salera diventò sindaco al ballottaggio, battendo Mario Abbruzzese. Con 9.933 voti (58,84%) contro 6.947 (41,16%). Al primo turno era davanti Abbruzzese (6.115 voti, il 28,64%), mentre Salera era arrivato al 28,41% (6.067). Giuseppe Golini Petrarcone di voti ne aveva presi 5.805 (27,19%).

La premessa di Cassino

I Consiglieri poco prima delle dimissioni a febbraio 2019

Una situazione molto diversa rispetto a quella di oggi a Frosinone. Anche perché la consiliatura di Carlo Maria D’Alessandro si era interrotta bruscamente: logorato da almeno un anno di assurde polemiche interne, culminate nelle dimissioni rassegnate in massa, diventate catastrofiche per via delle firme messe da una parte della sua maggioranza. Il centrodestra ha pagato un prezzo politico altissimo per questo.

Nessuno conoscerà mai la verità. Una versione vuole che Mario Abbruzzese, allora ancora in Forza Italia, abbia davvero fatto un sacrificio politico enorme per tenere viva la coalizione. Carlo Maria D’Alessandro non ha mai nascosto il dubbio che dietro alle firme decisive per la crisi, messe da tre consiglieri azzurri, ci fosse Abbruzzese che non vedeva l’ora di candidarsi sindaco. L’allora coordinatore della Lega nel Lazio Francesco Zicchieri ha sempre mosso le sue riserve sull’allora coordinatore provinciale Carmelo Palombo, accusandolo di avere aperto una crisi al buio senza avere una soluzione pronta; Palombo ha sempre giurato che fosse stato Zicchieri ad imporgli le dimissioni.

Il quadro differente di Frosinone

Riccardo Mastrangeli e Nicola Ottaviani

Al Comune di Frosinone il centrodestra viene da dieci anni di amministrazione e Nicola Ottaviani è riuscito a tenerlo unito anche stavolta. Il candidato sindaco Riccardo Mastrangeli rappresenta una scelta di assoluta continuità visto che per due mandati è stato assessore al Bilancio, quello che ha risanato i conti.

Il centrosinistra ha tre candidati a sindaco: Domenico Marzi (Pd), Vincenzo Iacovissi (Psi), Mauro Vicano (civico). Dietro ognuno di loro ci sono Partiti e liste che dovrebbero stare dalla stessa parte. Non serve assolutamente a nulla continuare a ripetere gli stessi concetti. Ma perché non sono state fatte le Primarie? Si tratta di un metodo di selezione dei candidati che dovrebbe appartenere proprio al centrosinistra e al Partito Democratico.

Sono tutti impegnati ad assicurare che poi al ballottaggio si uniranno le forze. Proprio per questo era il caso di provare a unire le forze subito, prima e non dopo. Con delle primarie aperte, vere e combattute. Una eventuale vittoria di Mauro Vicano avrebbe poi messo a tacere le perplessità del Partito Democratico di fronte alla sua candidatura: la volontà popolare, fino ad esistenza della democrazia, è sovrana.

Lo scenario differente

Enzo Salera

Ad un certo punto invece questa possibilità è stata completamente superata e accantonata. La situazione di Cassino c’entra veramente nulla con quella di Frosinone. Le condizioni politiche e gli schieramenti in campo sono totalmente differenti. A Cassino il centrosinistra poteva permettersi la spaccatura. Tra l’ala che voleva stare con l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e l’ala che chiedeva un cambiamento attraverso la candidatura di Enzo Salera. A Cassino furono le primarie a chiudere ogni controversia.

A Frosinone il centrosinistra non può permettersi la spaccatura.

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