Ceramiche Marazzi torna in Saxa Gres: e studia i conti

L'amministratore delegato di Ceramiche Marazzi ha visitato lo stabilimento Saxa Gres di Anagni. Che faceva parte del suo gruppo, prima che lo rilevasse Borgomeo. Poi tour in Grestone a Roccasecca. Visita di cortesia? Non solo. Soprattutto quando alle spalle c'è un colosso Usa con miliardi di dollari da investire in Europa

Non è stata una visita di cortesia: anche se ufficialmente tutti giurano che sia così. Business is business, sempre. Soprattutto quando sei Mohawk Industries il colosso di Calhoun in Georgia (Usa). È il colosso statunitense del “flooring” che ha nel suo portafogli il marchio Ceramiche Marazzi. Fino a qualche anno fa possedeva lo stabilimento Marazzi Sud di Anagni, cioè quello che dopo alterne vicende è finito al fallimento. Dove lo ha rilevato il risanatore di aziende Francesco Borgomeo insieme ai suoi soci finanziari, rivoluzionando tutto e dando vita alla Saxa Gres.

L’inizio in Marazzi

L’ingegner Mauro Vandini è l’amministratore delegato di Ceramiche Marazzi. E nei giorni scorsi è stato in visita agli impianti della sua ex fabbrica ad Anagni. E poi è voluto andare alla ex Ideal Standard di Roccasecca: altro miracolo firmato da Borgomeo con i suoi soci, salvata dal collasso e trasformata nella Saxa Grestone, prima fabbrica di sampietrini in grès porcellanato al mondo.

Cosa ci faceva l’ingegner Vandini ad Anagni e poi a Roccasecca? La versione ufficiale è che sia andato a visitare lo stabilimento anagnino nel quale iniziò giovanissimo la sua carriera in Marazzi.

I numeri record

Un’altra chiave di lettura si riesce ad avere se si leggono i conti. Mohawk Industries ha battuto i record industriali e soprattutto quelli economici dell’anno precedente. I ricavi sono cresciuti del 5,9% toccando quota 9,5 miliardi di dollari al 31 dicembre 2017. È un trend che prosegue dal 2015 (8 miliardi di dollari) e confermato già nel 2016 (9 miliardi). Per gli appassionati di bilanci e di finanza: superiore l’incremento percentuale delle marginalità, l’Ebitda è salito a 1.859 milioni di dollari (+8,6% sui 1.711 milioni del 2016), pari al 19,6% dei ricavi, in miglioramento rispetto a un anno prima. In crescita del 9% anche il risultato operativo, 1.416 milioni di dollari, pari al 15% del fatturato, mentre l’utile netto (escluse ristrutturazioni, acquisizioni e altri oneri) è passato da 940 a 1.019 milioni di dollari (+8,4%).

A livello geografico, il 63% del fatturato è stato realizzato negli Stati Uniti, il 25% in Europa, il 3% in Russia e l’8% sugli altri mercati internazionali.

Pensiero stupendo

L’amministratore delegato di uno dei principali rami d’un colosso del genere non si ferma ad Anagni solo per un Amarcord. E anche se fosse, non chiede poi di dare un’occhiata a Roccasecca.

Mohawk Industries ha in pancia una liquidità immensa da investire, il suo mercato in crescita è quello europeo, l’unico business innovativo è quello della Circular economy messo in piedi da Francesco Borgomeo.

Che in questa fase non ha nessuna intenzione di vendere: anche se il suo mestiere è il risanatore. Ma potrebbe essere interessato invece ai mercati di Marazzi e di Mohawk Industries. Per il suo grès porcellanato prodotto ad Anagni ed a Gualdo Tadino negli impianti Tagina. E per i suoi sampietrini in via di produzione a Roccasecca.

Tutto il resto è coperto da segreto industriale. Ma anche una semplice collaborazione con Marazzi, per lo stabilimento di Anagni, sarebbe una delle più grandi rivincite, dopo i successi centrati negli ultimi anni.