C’eravamo tanto odiati: Rotondo abbraccia Gerardi

Dalle 15 di oggi il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo ed il deputato cittadino Francesca Gerardi stanno insieme. Nella Lega. Dove il sindaco approda dopo avere lasciato Forza Italia. Il ruolo decisivo di Ottaviani. Ed il gelo di FdI

Si sono combattuti, odiati, contrastati. Senza risparmiare colpi proibiti, trappole, agguati. Il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo ed il suo ex consigliere comunale Francesca Gerardi sono stati acerrimi avversari. Ancora più distanti da quando lei, semplice consigliere comunale nel 2018, è diventata Deputato a Montecitorio sotto la bandiera della Lega.

Uno sgarbo inaccettabile per il sindaco. Che del consenso personale fa la sua ragione di vita: non perde un funerale dei suoi concittadini, non manca ad un matrimonio, va in campagna a controllare che l’immondizia venga raccolta con puntualità anche lì. La sua elezione se l’è costruita voto per voto, preferenza per preferenza. Ed il suo Consigliere comunale invece è diventata Parlamentare senza una preferenza ma con i voti sul simbolo di Salvini. Storture delle leggi elettorali.

L’onorevole Francesca Gerardi

Lui colonna di Forza Italia nella quale ha iniziato a militare dal 1995, lei neo arrivata sul Carroccio della Lega dopo avere frequentato le linee azzurre. Impossibile trovarne due più distanti di così.

In campagna elettorale poi se ne sono dette di ogni genere. Lei nei mesi scorsi ha fatto di tutto per impedire la rielezione del sindaco.

Cara Francesca, caro Anselmo

Ora stanno insieme. Dalle ore 15 di oggi pomeriggio Anselmo Rotondo è ufficialmente un iscritto alla Lega di Matteo Salvini. E di Francesca Gerardi. Che è il vice coordinatore regionale del Partito nel Lazio. Sarà lei a dettargli la linea politica. Con Rotondo sono saliti sul Carroccio gli assessori Armando Satini ed Annagrazia Longo, il presidente del consiglio comunale Katiuscia Mulattieri ed il capogruppo Fernando Carnevale.

Finisce sulla sponda leghista il tormento politico di Anselmo Rotondo iniziato dopo la rielezione. In Forza Italia non stava più bene, voleva un cambio di gestione, ha iniziato a prendere a calci negli stinchi. Sostenuto, più per amicizia che per convinzione, dal capogruppo in Provincia Gianluca Quadrini.

Anselmo Rotondo con i dirigenti FdI Massimo Ruspandini e Antonio Abbate

L’unico che aveva capito tutto era il coordinatore regionale Claudio Fazzone: lo ha lasciato strepitare, si è lasciato scalciare, non ha reagito, non lo ha messo alla porta non ha commentato le sue esternazioni. Anselmo Rotondo non è stato cacciato da Forza Italia. Se n’è andato lui. (Leggi qui L’addio gelido di Rotondo a Forza Italia dopo 25 anni).

C’è andato dopo un lungo approccio con i Fratelli d’Italia. I quali gli hanno fatto capire che dalle loro parti c’era poco da prendere la tessera: la militanza ha un valore e gli ultimi arrivati vengono osservati con sospetto. Nel timore che abbiano aderito solo per poter reclamare strapuntini o candidature.

La manovra di Nicola su Rotondo

Nicola Ottaviani (Foto: Stefano Strani)

A traghettare Anselmo Rotondo nella Lega è stato il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani.

Si sono visti più volte. Ha affrontato le resistenze ideologiche del sindaco di Pontecorvo. La svolta finale è stata l’inversione di rotta compiuta negli ultimi mesi da Matteo Salvini: una conversione moderata, più centrista.

Era quello che Rotondo cercava. Ha trovato la nuova casa politica. E poco importa che dentro, al piano superiore, ci abiti anche Francesca Gerardi.