Cercasi lavoratori qualificati, altrimenti è inutile

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. I posti di lavoro restano scoperti: perché non ci specializziamo. E pensiamo che tutto sia dovuto

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Operai specializzati. In particolare fabbri, saldatori, montatori di carpenteria;, manutentori di macchine fisse e mobili, conduttori di mezzi. I numeri sono chiari: non si trova personale per coprire questi posti di lavoro ed uno su 4 resta scoperto.

Non è una novità. Anni fa un’azienda importante della provincia di Frosinone fu costretta ad assumere personale straniero perché in Ciociaria non si trovavano saldatori.

E prima ancora il problema c’era per i manutentori di quadri elettrici di media e bassa tensione. Il problema è talmente concreto che chi ha una fabbrica è arrivato al punto di finanziare una scuola: l’Istituto Tecnico ad indirizzo Meccatronico e tutti i ragazzi che escono da lì, se studiano hanno un posto di lavoro.

Foto di Yury Kim da Pexels

C’è un dato al quale prestare attenzione: accanto ad ogni professione citata c’è un aggettivo. Specializzato, qualificato, patentato: il problema è che arronziamo e pensiamo di saper fare le cose; poteva andare bene mezzo secolo fa, oggi la competizione è tutta sulla qualità. E la qualità si ottiene qualificandosi. Cosa che – dicono i numeri – non si ha più voglia di fare. 

Anche per questo c’è un motivo. Ha avuto il coraggio di dirlo a voce alta il presidente di Unindustria Cassino, Francesco Borgomeo. Ha puntato il dito sul Reddito di Cittadinanza. Che è un diritto. Ma i diritti – ha ricordato – si pagano con i doveri: tra i quali c’è il dovere di imparare un lavoro e di andarlo a cercare.

Cosa che non a tutti è chiara.

Senza Ricevuta di Ritorno.