Chi comanda in Forza Italia? Il Partito è senza bussola

Berlusconi e Tajani flirtano con Conte, aprono al Pd e cercano di rassicurare Meloni e Salvini. Ma non funziona più. Mara Carfagna riflette sul da farsi. In provincia di Frosinone i protagonisti sono spiazzati. E nessuno parla più di congresso.

L’unica alternativa è il voto. Ci vorrebbe un Governo di unità nazionale. Siamo nel centrodestra, che però non è una caserma. Parole e musica di Silvio Berlusconi, mentre l’interpretazione è quasi sempre di Antonio Tajani. Ma Forza Italia dove sta andando? Soprattutto, dove vuole andare? Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) non si fidano dall’alleato “azzurro”, mentre Giuseppe Conte e una parte del Pd cercano di sfilare singoli deputati e senatori forzisti più che provare un accordo con Berlusconi.

Intanto però l’emorragia non si ferma. Dopo Renata Polverini, Adriano Causin e Mariarosaria Rossi altri esponenti di Forza Italia stanno pensando ad un eventuale sostegno al prossimo Governo. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, è una che pondera bene ogni decisione.

Carfagna si affida al colle

Mara Carfagna (Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Ha detto: «Le dimissioni del presidente Conte sono un atto di chiarezza inevitabile e imprescindibile. Per la ricerca di nuove soluzioni, che diano stabilità e prospettiva alle istituzioni e al Paese. Adesso una maggioranza che vuole presentarsi come ‘responsabile’ metterebbe fine al toto ministri e alla caccia a pochi transfughi. E volterebbe pagina, per aprirsi al confronto con le migliori energie del Paese. Inoltre con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, senza preclusioni né riserve».

«Noi ci affidiamo alla saggezza del presidente Mattarella, che saprà gestire al meglio la ricerca di una soluzione alta e solida. Il richiamo europeista, per quanto nobile e condivisibile, non può essere strumentalizzato per ragioni di parte. Serve un’assunzione di responsabilità e il contributo di tutti. Per dare finalmente una svolta a questa legislatura, concentrandosi su alcune priorità. Innanzitutto, occorre governare con scrupolo l’emergenza. Dal piano vaccinale all’urgenza di ristorare le categorie più colpite dalle misure anti-Covid. Ma rimane ormai poco tempo anche per avviare la ripartenza».

Significa che sta analizzando la situazione. Ma il punto politico è che ormai non si capisce davvero la collocazione di Forza Italia. Nel centrodestra certo, ma fino a che punto? In provincia di Frosinone il coordinatore regionale Claudio Fazzone ha sempre tenuto la barra nel centrodestra. Ma sul territorio ci sono sfumature molto diverse. Dal partito è appena uscito Anselmo Rotondo, sindaco storico del partito.

Forza Italia di provincia

Claudio Fazzone e Anselmo Rotondo

Gianluca Quadrini e Gioacchino Ferdinandi, entrambi consiglieri provinciali, stanno cercando di capire chi avvierà una pacificazione nel partito. Se Tajani, se Fazzone, se entrambi. Ma perfino i sub commissari Adriano Piacentini, Rossella Chiusaroli e Daniele Natalia hanno bisogno di una linea chiara e univoca. Perché poi rischiano di trovarsi spiazzati nei rispettivi Comuni, con gli alleati della Lega e di Fratelli d’Italia che non si fidano.

In tutto questo nessuno parla più di congresso provinciale e di coinvolgimento della base. Claudio Fazzone non ha alcun interesse politico a toccare questa situazione. Antonio Tajani resta defilato, che più defilato non si può. (Leggi qui Di indiani, di azzurri e di impiccagioni…).