Chi di cuore, chi di testa, chi di pancia: cosa ha detto il confronto

Il confronto tra i candidati sindaco di Anagni nella redazione de Il Messaggero. Al di là di cosa hanno detto. Come si legge quel confronto. E cosa ha consentito di capire

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Un’ora (abbondante) densa, tra progetti per la città, scambi di idee, di battute, ed anche di (rare) polemiche. C’erano tutti. Anzi no, mancava uno dei candidati, l’avvocato Luca Santovincenzo. Che aveva fatto sapere che non si sarebbe presentato perché (secondo lui) era a rischio la par condicio. Scelta rispettabile. Ma non condivisibile. Se non altro per un dovere di chiarezza verso i cittadini che votano.

Il dibattito che sabato pomeriggio nella redazione del quotidiano Il Messaggero di Frosinone ha visto i candidati alla carica di sindaco di Anagni affilare le armi (dialettiche) in vista delle ultime due settimane di campagna elettorale (in attesa di un probabile ballottaggio) può essere analizzato da due punti di vista; il primo è quello relativo alla resa dei candidati nella schermaglia dialettica; il secondo è quello relativo alla proposta politica e, soprattutto, al modo scelto per mostrarsi ai cittadini. (Leggi qui il confronto al Messaggero).

Natalia un passo avanti

da sinistra: Alessandro Cardinali, Daniele Natalia, Danilo Tuffi

Riguardo al primo punto: ancora una volta, dalla schermaglia dialettica è uscito vincitore l’attuale sindaco Daniele Natalia. Perché è sembrato decisamente più a suo agio sul piano oratorio, pronto ad approfittare del tempo concesso per chiarire le questioni che gli sono state sottoposte; ed anche abile nell’infilarsi nelle pause dei discorsi degli altri per chiarire e puntualizzare. Se l’avere avuto a che fare con la macchina amministrativa negli ultimi anni può essere un vantaggio in termini di una maggiore dimestichezza con queste cose, Natalia quel vantaggio se lo è preso tutto. Se poi questo possa tradursi in voti concreti, è ovviamente da vedere.

Alessandro Cardinali, rispetto a Natalia, è sembrato lievemente più a disagio. Non tanto sul piano della proposta, quanto su quello della capacità di esprimerla in modo chiaro e diretto. Il dettaglio della poltrona che si muoveva in continuazione ha reso evidente la cosa. Cardinali si muove meglio in un contesto di comizio elettorale, davanti ad una platea, piuttosto che in un scambio necessariamente rapido e sintetico.

Ancora più a disagio Danilo Tuffi. Che, sia pur migliorato rispetto alle prime esibizioni, ha comunque palesato diversi momenti di esitazione e di imbarazzo. Il linguaggio non tradisce; e l’uso frequente di espressioni dilatorie (“diciamo”, “allora”, “come dire”), ha reso evidente la poca capacità di gestire situazioni di questo tipo. Non a caso, in serata, è sembrato molto più a suo agio in un contesto amico come quello dell’apertura ufficiale della sua campagna elettorale.

Il taglio e la proposta

Daniele Natalia

Riguardo alla proposta ed al taglio scelto per diffonderla, il dibattito di ieri  ha chiarito ancora di più cose che si sapevano.

Daniele Natalia, e non da ora, ha scelto di impostare tutta la sua campagna elettorale sulla rivendicazione della propria azione amministrativa. Il concetto chiave è datemi fiducia per quello che ho fatto e per quello che devo ancora fare. Illuminante, in questo senso lo scambio con Tuffi che vantava il proprio operato ai servizi sociali, e  con il sindaco che replicava che quelle cose Tuffi le aveva fatte durante la sua amministrazione. Praticamente a tutte le questioni affrontate dai suoi rivali, il sindaco ha replicato ricordando quello che, in quel contesto, lui ha fatto o sta per fare.

Natalia sa che la strada, forse l’unica, è quella di far dimenticare le lentezze (e le frizioni interne) dei primi quattro anni, per concentrarsi sugli ultimi mesi, densi di inaugurazioni e progetti. Come dice lui, il bello deve ancora venire.

Il doppio binario

Alessandro Cardinali

Alessandro Cardinali si muove su un doppio binario; la proposta concreta (per tutte, la revisione del Piano Regolatore, per far passare il messaggio di una visione complessiva del futuro della città), ma anche la necessità di evidenziare le criticità (e le mancanze) della proposta del sindaco. Non  a caso, nell’appello finale, ha puntato sulla necessità di tornare al rispetto delle regole. Come dire che durante il governo Natalia questo rispetto non c’è stato.

Cardinali si muove mettendo assieme due spinte; quella dell’opposizione che cerca di salire al potere, con i relativi toni aggressivi (che però non gli si confanno più di tanto), e la necessità di accreditarsi come affidabile forza di governo, mettendo in campo in tal senso anche la sua esperienza alla provincia.

La sua idea è quella di convincere non solo denunciando gli errori della precedente gestione, ma facendo capire di essere meglio.

Obiettivo di pancia

Danilo Tuffi

Tuffi (e lo si è visto in un video che ha diffuso ieri) ha scelto di parlare alla pancia. L’idea di puntare sulla paura per il  biodigestore (tema che probabilmente dominerà le prossime giornate) evidenzia la cifra della sua campagna elettorale. Giocata più sui toni che sui contenuti. Più sull’emotività che sulle proposte.

Definirsi l’uomo del no al biodigestore vuol dire puntare ad intercettare il malcontento della gente. Una strada condivisibile, ma che poi deve essere anche infarcita di contenuti. Che invece, stando almeno al programma presentato, sembrano piuttosto esili. Tanto che al sindaco basta citare alcune delle prescrizioni che rivendica di essere riuscito a far inserire nel via libera della regione all’impianto: biodigestore si ma senza rifiuti, non ci saranno discariche, non ci saranno cattivi odori.

Ma ovviamente in campagna elettorale conta anche il rapporto con le persone. Ed è su questo, visti i toni appassionati dell’incontro che ha tenuto ieri, che Tuffi ha deciso di puntare.