“Chi tocca Coletta muore”: pure la Lega resta fulminata

Le dichiarazioni della Lega non fanno altro che confermare la solidità del sindaco di Latina. E del suo patto di centrosinistra con il senatore Claudio Fazzone

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Quando ha battuto Nicola Calandrini, urlammo al caso ed alla forza del Destino. Ha retto cinque anni, lo imputammo alla inevitabilità della sua maggioranza che in realtà era minoranza,. Poi prese con se il Pd per salvarsi e salvarlo. Ci affrontò non N’Cicco da Velletri, ma il padre della Destra pontina Vincenzo Zaccheo: seppure “zoppo” lo ha contenuto al primo turno e stracciato al secondo. Tutti a gridare che il sindaco di Latina Damiano Coletta, non avrebbe governato e invece eccolo ad essere tanto solido che si sono spaccati gli altri.

Ultimo in ordine di frantumazione è la Lega che per bocca del suo ex capogruppo Massimiliano Carnevale grida “l’è tutto sbagliato, tutto da rifare” come avrebbe detto Ginettaccio Bartali. Ma non da rifare dal lato di Coletta, ma da quello di chi ha tentato di combatterlo.

Sapete come argomenta Carnevale? Non rilanciando contro Coletta, ma denunciando l’errore di aver candidato a sindaco Vincenzo Zaccheo. Insomma dividendo ancora di più la parte che dovrebbe opporsi.

Non toccate Coletta

Damiano Coletta

Certo Coletta come la zucca ha il “fiore in culo, ma gli altri hanno l’abbonamento con la sfiga.

Il quadro è questo. Coletta ha un’anatra operata alla zampa dove denunciava la zoppia. Operazione condotta abilmente dal senatore Claudio Fazzone, coordinatore di Forza Italia nel Lazio. Che ha chiesto anche come anestesista Annalisa Muzio, esponente civica sulla quale il centrodestra non ha avuto il coraggio di puntare. (Leggi qui Stefanelli presidente della Provincia: vince Fazzone).

L’opposizione al Comune di Latina a questo punto non esiste perché ci sono cespugli oppositori, ciascuno nel suo ordine indifferente agli altri.

Il re era morto, lunga vita al re.

Questo è il quadro politico. Il progetto per la città? E’, ben custodito, nella mente di Giove, ma sono già arrivati i cristiani e povero Giove non avrà mai modo di raccontare quel che non c’è e non c’è mai stato