Chi vince nei sondaggi? Gli indecisi al 41%. Tutto il resto cambia poco

Recupera la Lega, perde il Pd. Aumentano i Cinque Stelle, indietreggiano i Fratelli d’Italia. Conte svetta nella fiducia, ma Zaia avanza. Poco o nulla di nuovo sotto il sole

Il primo Partito è quello degli indecisi e degli astenuti: il 41% delle persone contattate non si è espresso per quanto riguarda il sondaggio di Ixé illustrato da Bianca Berlinguer ieri sera a CartaBianca. Per il resto piccole ma significative oscillazioni. Torna a crescere la Lega di Matteo Salvini, primo partito con il 25,3% (+0,7). Scende della stessa percentuale (0,7) il Partito Democratico di Nicola Zingaretti, che si ferma al 21%. (leggi qui tutto il sondaggio).

Il sondaggio Cartabianca sulle intenzioni di voto

Aumenta invece il Movimento Cinque Stelle di Vito Crimi, dello 0,3. Posizionandosi al 17,5%. Al quarto posto c’è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che perde lo 0,4 ed è al 14,3%. Quindi Forza Italia di Silvio Berlusconi al 7,4% (+0,2), La Sinistra di Nicola Fratoianni al 2,4% (-0,1%), Europa Verde al 2,4% (+0,2). Stabile +Europa (1,6%). Italia Viva di Matteo Renzi all’1,5% (-0,6). Stessa percentuale Azione di Carlo Calenda: 1,5% (-0,3). Renzi e Calenda sul piano elettorale, stando ai sondaggi, non esistono. Per il resto oscillazioni minime che non cambiano né il quadro complessivo né i rapporti di forza. E neppure il fatto certo che il 41% non si esprime. Ed è questa l’unica percentuale che può fare davvero la differenza se davvero si andasse ad elezioni.

Conte leader di maggio, ma Zaia incalza
Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Per quanto riguarda la fiducia nei leader politici, il premier Giuseppe Conte è primo con il 59. Al secondo posto il Governatore del Veneto Luca Zaia con il 51. Poi c’è Giorgia Meloni con il 33 davanti a Matteo Salvini (30). Luigi Di Maio (27) stacca Nicola Zingaretti (25). Silvio Berlusconi è al 22, Matteo Renzi al 10.

Il Paese reale che emerge dal sondaggio è molto diverso dalle manovre di Palazzo che si concretizzano ogni giorno. Ma ad elezioni anticipate non si andrà, salvo sconvolgimenti che non si vedono all’orizzonte però.

Le uniche elezioni vere che ci saranno si svolgeranno a settembre, probabilmente il 20. Con l’election day: Regionali, Comunali e Referendum sul taglio dei parlamentari. Ma saranno consultazioni troppo diverse fra loro per poter trarre un significato politico attendibile in chiave nazionale. La Lega continua ad essere il primo Partito ma non è più ai livelli del pre Covid. Il Pd oscilla intorno alla stessa percentuale, sono cresciuti i Fratelli d’Italia e i Cinque Stelle hanno frenato l’emorragia.

Ma pesa quel 41% che non si esprime. La differenza la faranno loro.

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