Chiacchiere e distintivo: se questa è politica (di C. Trento)

L'inconsistenza della politica in provincia di Frosinone. Stiamo per perdere 10 milioni dell'Accordo di Programma. E nessuno interviene. I fondi per Vertenza Frusinate annunciati da tutti? Non si sono visti. L'Ecotassa? È ancora lì.

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Alla fine si resta sempre a combattere delle battaglie di retroguardia, con una prospettiva politica che non è solo limitata. Ma semplice assente. Non c’è. Mentre sulle grandi tematiche il “vuoto” di rappresentanza politica della provincia di Frosinone non è mai stato così abissale. E guai a chiedere risposte e concretezza. Al massimo si oscilla tra sofismi e silenzi.

Tre esempi. L’Accordo di programma è stato firmato il 23 ottobre scorso al Ministero dello sviluppo economico. Danilo Magliocchetti, capogruppo provinciale di Forza Italia, ha sottolineato che lo stesso non risulta ancora registrato alla Corte dei Conti. È il passaggio fondamentale per l’effettiva disponibilità economica dei fondi a disposizione. Parliamo di dieci milioni di euro di agevolazioni alle imprese. Se entro il 26 febbraio questo adempimento non sarà stato completato, i termini per le domande slitteranno. Nessuno è intervenuto.

I disoccupati di Vertenza Frusinate aspettano ancora il pagamento di diverse spettanze arretrate. Nonostante, prima di Capodanno, le promesse di soluzioni in tempi brevi erano fioccate. Nessuno interviene.

Scenari sempre più foschi per quanto riguarda il settore dell’automotive. L’ecotassa del governo gialloverde pesa come un macigno. In provincia di Frosinone c’è lo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano, che ha una rilevanza almeno regionale nello scacchiere delle scelte aziendali e delle dinamiche regionali. Nessuno interviene.

Eppure, non ci stancheremo mai di sottolinearlo, questa provincia esprime sei parlamentari di maggioranza, tra Movimento Cinque Stelle e Lega. Poi ci sono tanti altri temi sui quali, nonostante gli annunci, non sono stati registrati significativi passi in avanti: inquinamento della Valle del Sacco, infrastrutture, autorizzazioni ambientali, risposte alle imprese, abbattimento dei tempi burocratici. Nulla di nulla. Né in termini di soluzioni né di pressione politica.

Ma da chi dovrebbe dipendere cercare di risolvere tali situazioni?

Consorzio industriale, guerra e silenzi

Ognuno può pensarla come vuole, ma è indubbio che il ricorso al Tar del Comune di Frosinone nei confronti del decreto con il quale la Regione ha dato il via all’iter della costituzione del Consorzio industriale unico del Lazio, quello guidato dal neo commissario Francesco De Angelis, ha una rilevanza notevole.

Un attacco politico frontale, quello sferrato dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, su un tema che coinvolge il territorio nella sua interezza: dai Comuni ai due Consorzi industriali, alle associazioni di categoria.

Se il Tar dovesse accogliere il ricorso o la richiesta di sospensiva, l’iter si bloccherebbe. Si può essere favorevoli o contrari, ma in ogni caso la posta in palio è altissima. Nessun intervento, tutti allineati e coperti. In attesa di capire come va a finire probabilmente. Evitando di dire come la si pensa. Per mantenere, appunto, equilibri di retroguardia.

Ma è esattamente per questo motivo che la Ciociaria è destinata a rimanere una… provincia dell’impero. Periferica.

Il “tormentone” Ottaviani e il centrodestra

Nicola Ottaviani aderirà alla Lega. Probabilmente non si candiderà alle elezioni europee (ma non è detto), competizione molto “insidiosa” per via delle preferenze e del voto di genere. Però insomma, parliamo del sindaco del capoluogo, che lascia Forza Italia e che va con il Carroccio. Nessuno prende posizione.

Intanto in Forza Italia. Come se non stesse succedendo nulla. Mentre molto succederà: Adriano Piacentini e Riccardo Mastrangeli, tanto per fare due nomi, difficilmente resteranno “azzurri”. Al Comune di Frosinone il gruppo di Forza Italia rischia una ulteriore cura dimagrante: l’unico che resterà di sicuro è il capogruppo Danilo Magliocchetti.

Sul piano provinciale gli “azzurri” si preparano al congresso in una situazione che definire complicata è un eufemismo. Antonio Tajani, numero due del Partito, continua a fare finta di nulla. Ma il silenzio domina anche sul versante della Lega.

Al di là dell’ufficialità dell’annuncio, il via libera all’ingresso del sindaco del capoluogo doveva essere salutato in ben altro modo. Invece silenzio assoluto da parte del coordinatore provinciale Carmelo Palombo e di quello comunale Domenico Fagiolo. Nessun commento da parte del gruppo consiliare. Vero che l’operazione politica è stata portata avanti dal sottosegretario Claudio Durigon e dal deputato Francesco Zicchieri, ma magari proprio per questo si poteva intervenire a sostegno. Invece no.

Anche in questo caso meglio non esporsi, aspettare come va a finire. In questo modo però la vocazione politica della provincia sarà sempre quella del gregario. Non del campione. D’altronde non è neppure un caso che sia nella Lega (Durigon e Zicchieri) che in Forza Italia (Fazzone) a dare le carte siano esponenti della provincia di Latina. La gestione delle vicende politiche è sempre la stessa: «Ti dico questa cosa in maniera riservata, ma mi raccomando: non dire a nessuno che te l’ho detta io». Il problema è che lo sanno già tutti.

Nessuno in corsa per un seggio da europarlamentare

Se neppure Nicola Ottaviani concorrerà alle Europee, allora questa provincia rischia di restare altri cinque anni senza un proprio rappresentante a Bruxelles e Strasburgo. Del resto nessuno si meraviglia: da anni il territorio non esprime ministri e sottosegretari.

Non è un caso, dipende dal peso politico.

Tra le ipotesi future c’è quella che Ottaviani possa essere tenuto in considerazione per la candidatura alla presidenza della Regione. Non soltanto per la Lega, ma per l’intero centrodestra. Sicuri che, quando ai affronterà l’argomento, i vari livelli della coalizione sapranno e potranno “reggere”all’urto delle logiche romane, regionali e nazionali?

Anche perché il quadro politico è destinato a cambiare alla velocità della luce. Ma intanto che si fa? Tutti zitti. In attesa che decidano altri. I ruoli politici si esercitano, non si esibiscono soltanto. Altrimenti, come urla De Niro nel film Gli Intoccabili, non si va oltre “chiacchiere e distintivo”.

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