Chiamateli Cip e Ciop, ma per carità posate il bazooka

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. La brutta caduta di stile di un sindacato nei confronti delle tre manager della Asl di Frosinone. E una levata di scudi che assomiglia al classico cannone per ammazzare i moscerini

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Tre dirigenti Asl rappresentate con l’immagine di Ely, Emy ed Evy, le nipotine di Paperina, versione femminile dei più noti Qui, Quo, Qua nipoti di Paperino

A raffigurare così le tre direttrici della ASL di Frosinone Pier Paola D’Alessandro (Direttore Generale), Eleonora Di Giulio (Direttore Amministrativo) e Simona Carli (Direttore Sanitario), è stata una sigla sindacale. Lo ha fatto in una nota ufficiale indirizzata, tra i tanti, anche all’assessore Alessio D’Amato. Chiedendone “l’intervento immediato al fine di valutare la condotta del management aziendale”.

Nel testo, con varie contestazioni di natura sindacale, si dice che le tre manager sono state in quanto donne, perché «una terna femminile non avrebbe potuto reggere all’urto delle problematiche».

Tanto è bastato per innescare una presa di posizione ufficiale della Regione Lazio: Maggioranza e Opposizione. con un fuoco di fila senza pari.

Il fuoco di fila

A sinistra il frontespizio della lettera

Inizia la maggioranza. Con una nota firmata da tutti per denunciare quella che definiscono «una violenza verbale inaudita». Parlano di «insulti beceri e sessisti». Definiscono «misogini» i firmatari. E protestano per il fatto che «le terne tutte al maschile di direttori ASL non erano mai state messe in dubbio nelle loro capacità per il solo fatto di essere composte da tre uomini». Firmano in blocco: Leodori, Buschini, Battisti, Vincenzi, Mattia, Bonafoni, Ciani, Ognibene, Capriccioli, Cavallari, Di Biase, Civita, Califano, Tidei, Leonori, Lena, Patanè, Minnucci, Grippo, Panunzi, Refrigeri, La Penna, Forte.

Scende in campo il centrodestra, compatto. Firmano i capigruppo Giuseppe Simeone (Forza Italia), Orlando Angelo Tripodi (Lega) e Fabio Capolei (Energia per l’Italia). Puntano il dito contro “Cinque pagine in cui ogni riga, tra richiami ai fumetti, derisione, immagini fuori luogo, è intrisa da un linguaggio inadeguato e offensivo che non può essere utilizzato mai né che si tratti, come in questo caso di tre donne, né che si tratti di uomini. Siamo di fronte a tre professioniste che hanno un curriculum di tutto rispetto il cui lavoro e la cui preparazione non può essere, a prescindere svilita in modo tanto gretto che rivela solo l’inadeguatezza e qualifica solo chi scrive e non certo i destinatari”.

Nicola Zingaretti (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Interviene anche il Governatore. Nicola Zingaretti non va troppo per il sottile. Dice che le parole usate “sono inaccetta­bili. Attaccare in ordine al genere è un intollerabile atto sessista, una vera indecenza. Ridicoli­zzare, denigrare e insultare delle profe­ssioniste non è acce­ttabile e non fa cer­to onore a chi ha fi­rmato la lettera ind­irizzata all’assesso­re D’Amato. Non è qu­esto il modo di es­porre il proprio pen­siero, non si possono esprimere divergen­ze con mediocri insu­lti sessisti. Chi lo ha fatto dimentica che dietro a dei ruo­li istituzionali ci sono delle persone, che il rispetto è la regola che dovrebbe sempre guidare qual­siasi tipo di diba­ttito”.

Un bazooka contro Cip e Ciop

Ora. Premesso il massimo rispetto per le tre dirigenti (al pari di qualunque loro collega maschio) l’impressione è che si stia perdendo il senso della misura.

È come se nel Lazio non ci fossero cose ben più importanti alle quali pensare, di un disegnino con tre simpatiche paperine: certo, una caduta di stile, uno scivolone, che forse denota davvero una visione un po’ misogina. Talmente becera che in tutta onestà, fa sorridere.

Nulla a che vedere con le espressioni “Vacca” e “scrofa” che un docente universitario ha rivolto alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Quelle si gravissime per la loro violenza, intollerabili, inaccettabili in qualunque tipo di contesto.

È una questione di misura. Impugnare il bazooka per cacciare moscerini significa solo dare importanza più del dovuto. Chiamarli Cip e Ciop, come fatto in una delle note di risposta, va più che bene.

Dopotutto, sono uomini piccoli piccoli.

Senza Ricevuta di Ritorno.