Chiamatelo polo progressista. E non ci sono i Socialisti

L’espressione usata dal Movimento Cinque Stelle sancisce la nascita di un’alleanza che racchiude il nuovo centrosinistra. Il laboratorio di Frosinone avrà un suo valore: i Socialisti di Schietroma hanno scelto un’altra strada, ma difficilmente sarà possibile una ricucitura alle politiche e alle regionali

Nel documento con il quale hanno annunciato la partecipazione al Campo largo di Frosinone i pentastellati hanno parlato di polo progressista e non si è trattato di una definizione pensata all’ultimo istante. E’ la linea di Roberta Lombardi più che di Giuseppe Conte e dello stesso Beppe Grillo.

È una linea che nel Lazio è stata costruita da Nicola Zingaretti grazie a pionieri come Daniele Leodori e Mauro Buschini, che da capogruppo del Pd riuscirono a creare la pista di decollo per l’anatra zoppa. Zingaretti era uscito vincitore dalle urne ma senza una maggioranza, il sottile lavoro diplomatico dei due esponenti Dem creò la linea di dialogo con il mondo grillino. Che portò quattro anni fa alla maggioranza per l’anatra zoppa ed ha portato oggi al Polo Progressista per Frosinone.

Polo abbastanza Progressista

Nicola Zingaretti con Roberta Lombardi e Valentina Corrado (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Il Polo Progressista dà l’idea di quello che è successo alla Pisana, con un lungo ma costante percorso di avvicinamento. Culminato con la nomina in giunta di Roberta Lombardi e Valentina Corrado. Un accordo forte da reggere sia all’esperienza di Virginia Raggi al Comune di Roma sia agli strascichi del caso del termovalorizzatore (come Alessioporcu.it aveva anticipato).

Dal Polo Progressista è fuori il Partito Socialista Italiano, che a Frosinone ha deciso di andare per la sua strada. Con il vice Segretario nazionale Vincenzo Iacovissi candidato a sindaco. Una scelta senz’altro legittima, voluta da Gian Franco Schietroma: ma a questo punto è facile pronosticare che ci sono pochissime possibilità che i Socialisti possano far parte del Polo Progressista alle elezioni Regionali. Frosinone è un capoluogo e le scelte avvenute avranno un valore.

Effetto civiche

Stefano Pizzutelli

Con il Pd ci sono i Cinque Stelle, Articolo 1, Italia Viva, Demos e anche l’ala sinistra che si tiene insieme grazie a Luigi Vacana. C’è anche Frosinone in Comune di Stefano Pizzutelli, che si riconosce in un’altra esperienza vincente di un centrosinistra allargato e nuovo, quell’esperienza rappresentata dal sindaco di Latina Damiano Coletta.

Perfino le liste civiche che arrivano dal centrodestra (quelle di Gianfranco Pizzutelli e Carmine Tucci) fanno parte di una coalizione moderna alla quale guarda Enrico Letta.

I Socialisti sono stati tra i fondatori dell’Ulivo, un’esperienza irripetibile. Oggi è un’altra storia e il Pd non può fare a meno dei Cinque Stelle per giocarsi il Governo del Paese contro un centrodestra agguerrito e alla fine unito. Finite le elezioni al Comune di Frosinone, si comincerà a lavorare per Politiche e Regionali. Competizioni nelle quali senza unità e alleanze si è tagliati fuori. Un elemento di riflessione per il Psi.

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