Gian Marco Chiocci lascia la direzione de Il Tempo

Il collega Gian Marco Chiocci lascia la direzione del quotidiano Il Tempo. Giura "Nessuno scontro con l'editore". Alla base delle dimissioni "Altri possibili percorsi professionali". Dal praticantato a Latina alla carica di direttore nel quotidiano dove scrisse il padre e mosse i primi passi.

Il direttore del quotidiano Il Tempo di Roma Gian Marco Chiocci si è dimesso in serata. Lo ha anticipato il quotidiano on line Dagospia.com

E proprio a Roberto D’Agostino l’ex direttore ha spiegato le ragioni della sua decisione. Alla base della scelta di lasciare palazzo Widekind non c’è una rottura con l’editore Antonio Angelucci bensì una scelta professionale: «era il momento di cambiare alla luce delle offerte che ho ricevuto e che sto ancora vagliando».

 

Gian Marco Chiocci è stato il secondo direttore più longevo nella storia del quotidiano romano fondato da Renato Angiolillo. Più di lui è stato a quella scrivania solo l’eterno Gianni Letta.

Figlio di Francobaldo Chiocci, una delle firme storiche del quotidiano romano, Gian Marco ha mosso i suoi primi passi nel giornalismo facendo il praticante nella redazione di Latina nel 1990. Celebri i suoi reportage: una volta si finse affetto da Aids per verificare la capacità di reazione del Pronto Soccorso del Goretti di fronte al virus appena scoperto; ha raccontato la guerra di camorra che ha insanguinato il sud Pontino a cavallo tra gli Anni ’80 e ’90.

Ha scritto per Il Giornale, sulle cui colonne ha pubblicato lo scoop che ha portato sotto inchiesta l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini, per il terzo filone dell’inchiesta Mondo di Mezzo è finito indagato con l’accusa di favoreggiamento: troppo precise le sue notizie – sostengono i magistrati – al punto di poter favorire gli indagati.

 

Tornato a Il Tempo, dove aveva mosso i primi passi, lo ha guidato con autorevolezza durante uno dei suoi periodo più difficili: quello caratterizzato poi dal passaggio di proprietà e dalla ristrutturazione aziendale che ha imposto sacrifici a tutta la struttura.

Ora, dopo cinque anni, è arrivato il momento di dirsi addio.