Cianfrocca, il sindaco civico che non è tiepido

Chi è Maurizio Cianfrocca. E come si è arrivati alla sua candidatura. Chi ha calato il nome sul tavolo delle trattative. Il ruolo dei Partiti

Francesco Boezi

L'uomo mantenga ciò che da bambino ha promesso

Maurizio Cianfrocca è un civico, ma non è un tiepido. Il neo sindaco di Alatri ha stupito tutti sbaragliando di fatto la concorrenza. Tanto quella dell’amministrazione uscente quanto quella del “terzo polo“. In pratica: quella del Pd e delle civiche legate all’ex sindaco Giuseppe Morini; quella del cartello guidato da Enrico Pavia che è connotato come “di destra”. Ha sbaragliato tutti: anche il socialista, nonché Bernie Sanders locale, Tarcisio Tarquini. (Leggi qui Ballottaggi: chi ha vinto e chi ha perso. E perchè).

Dopo il primo turno, l’esito era ventilato. Ma fino a quel momento nessuno si sarebbe aspettato un trionfo. Meno ancora un trionfo di questo tipo, in questa misura, con queste proporzioni. Si sapeva che il centrodestra sarebbe stato competitivo: non che stesse per passare su tutto e tutti. Al netto delle motivazioni che hanno contraddistinto le performance al ribasso del Pd e del centrosinistra, al netto anche della natura sin troppo composita e forse mal raccontata del “fronte civico“, conviene fare un passo indietro per chiedersi com’è nata la candidatura di Maurizio Cianfrocca. Perché questa è una storia che merita di essere raccontata. 

Il commercialista disinteressato

Maurizio Cianfrocca

Il dottor Maurizio Cianfrocca è un commercialista noto in città per il suo amore disinteressato per Alatri. Una caratteristica che va sottolineata e che tornerà utile alla narrativa.

Prima di tirare fuori un nome, il centrodestra ci ha lavorato per mesi. Se oggi, sul piano nazionale, i leader si soffermano a ragionare sulle tempistiche sbagliate con cui sono stati selezionati Enrico Michetti a Roma e Luca Bernardo a Milano, il centrodestra alatrense può dire di averci lavorato per tempo. Il 4 ottobre è la data in cui è stato chiaro a tutti che il candidato sarebbe stato Maurizio Cianfrocca.

Potevano correre altri: Enrico Pavia che tuttavia voleva una rottura con i Partiti ed una larga partecipazione civica; un candidato in quota Antonello Iannarilli, che in fin dei conti si è rassegnato allo schema Cianfrocca, finendo col diventare, in specie nelle fasi finali, un fermo sostenitore del commercialista; Roberto Addesse, campione e recordman di preferenze della Lega che ha capito per tempo quale sarebbe stata la carta vincente, muovendo un passo di lato in favore della vittoria. 

Chi fa il nome di Cianfrocca

Cianfrocca vittorioso verso il suo comitato

Tra tutti i gruppi di discussione impegnati per mesi ai tavoli preliminari del centrodestra, uno su tutti si è contraddistinto per fermezza: quello che poi ha dato vita alla lista civica Alatri Comunità, ossia la cosiddetta “lista del sindaco”. E da dove arriva “Alatri Comunità“, che con circa 1200 voti rischia di recitare una parte centrale in seno al Consiglio ed alla Giunta?

Gabriele Ritarossi, Davide Rapone e Giuseppe Pica sono i tre artefici della costruzione di una parabola che parte da Azione Giovani, che era il movimento giovanile di An, passa per l’attività nel mondo dell’associazionismo culturale ed arriva ad imporre il nome di Cianfrocca sul tavolo comunale. I tre, che hanno preso parte alla fase preliminare, hanno battuto i pugni, forti di un’attività associativa mai interrottasi nel corso dell’ultima consiliatura, sino a blindare la candidatura di Cianfrocca.

Il centrodestra non ha fatto molta attività sul territorio, l’associazione sì. Da qua, la differenza. Capiamoci: la candidatura di Cianfrocca non è dipesa solo da questo, ma quella realtà ha giocato una parte determinante, quando altri avrebbero volentieri mollato il commercialista al suo destino. Comunque Alatri Comunità prende due seggi: Ivan Dell’Uomo (pure lui con qualche esperienza nei movimenti giovanili,) e Sandro Titoni. Due consiglieri eletti dopo un lavoro quinquennale: chapeau. 

Gli altri fattori

Roberto Addesse con Maurizio Cianfrocca

Poi ci sono altri fattori: i coordinatori, che hanno fatto quadrato attorno a Cianfrocca e le dirigenze giovani dei Partiti tradizionali di centrodestra.  La Lega ha in Emanuele Palmisani, l’ex senatrice Kristalia Papavengeliu, Gianluca Borrelli, Denise Zena e Giuseppe Pizzuti (oltre al “Mister PreferenzeRoberto Addesse), una classe dirigente nuova che non ha avuto problemi ad aprire a Cianfrocca sin da subito.

Stesso discorso vale per Forza Italia con Aurelio Nevicelli che è alla prima esperienza da coordinatore. Ha detto sì a Cianfrocca senza colpo ferire. Gianni Padovani, eletto, idem.

Discorso diverso, ma solo in parte, per Fdi: Mattia Santucci ed Umberto Santoro sono già la “cantera” che il senatore Massimo Ruspandini va costruendo e rafforzando in giro per la provincia di Frosinone. Damiamo Iovino è coordinatore comunale di Fdi dai tempi di Samuel Battaglini in Fdi, ma ha retto botta a sua volta su Cianfrocca.

Capitolo Iannarilli: avrà pure storto il naso all’inizio, ma quando si è messo in moto ha fatto una differenza pesante. Con il mix di tutti questi elementi, il centrodestra alatrense ha costruito una “gioiosa macchina da guerra” che non ha avuto rivali. Poi l’opera pancia a terra messa in atto da due politici strutturati come Sandro Vinci con la sua Alatri Bene Comune e Dario Ceci con il suo Patto Civico, ha fatto il resto. Al primo spetta un seggio al secondo no, ma attorno al centrodestra è nata pure una spinta propulsiva civico-cattolica. 

L’attacco che non attacca

Massimo Ruspandini con Maurizio Cianfrocca

Nel turno di ballottaggio c’è stato un fattore che ha giocato un ruolo non secondario. Il “terzo polo” ha tarato la campagna elettorale attaccando Maurizio Cianfrocca sul piano della politica nazionale. Lo ha fatto tirando in ballo l’assalto alla la Cgil o così via. In pratica ha portato il dibattito su un livello che ad Alatri non ha mai attecchito: i sindaci della città megalitica difficilmente sono stati “politici” nel senso stretto del termine.

Gli ex sindaci Patrizio Cittadini, Giuseppe Morini, Costantino Magliocca, così come Maurizio Cianfrocca, sono tutti connotati politicamente. Ma anzitutto sono centrati sul piano amministrativo e non su quello del dibattito nazionale. Altri alatrensi si sono misurati con i macrotemi della politica nazionale, ma non i sindaci. E Alatri a questo giro votava per il primo cittadino.

C’è un aspetto politico. Maurizio Cianfrocca si inserisce a pieno titolo nel novero dei candidati di centrodestra che hanno vinto questo giro di amministrative. La coalizione di Fi, Lega e Fdi ha trionfato quando si è presentata con un candidato capace di aprire al centro: che è poi il luogo dove si vince la partita. È successo in Calabria con Roberto Occhiuto e a Trieste con Roberto Di Piazza.

Quando il centrodestra fa il centrodestra, come in questo caso, diventa sempre competitivo.