Ciccone attacca Ottaviani: «Basta con gli eroi che si candidano solo se sono sicuri di vincere»

L'affondo del coordinatore provinciale di Forza Italia contro il sindaco neoleghista di Frosinone. "Basta con gli eroi che si candidano solo quando sono sicuri di vincere". A Piacentini: "Parla per rancore".

«È ora che diciamo le cose come stanno. Il sottoscritto si è assunto l’onere di dare una rappresentatività ad un centrodestra che altrimenti alle scorse Provinciali non avrebbe avuto chi lo rappresentava. Perché la Lega aveva un solo sindaco e cioè Filippo Capogna di Arnara che ha detto “A mè lassateme perde“. Fratelli d’Italia aveva solo Roberto Caligiore che si è subito tirato indietro facendo presente che aveva già enormi difficoltà a conciliare gli impegni da sindaco di Ceccano con quelli di lavoro. Da noi c’era chi avrebbe avuto l’onere ed il dovere di accettare e invece si è tirato indietro».

Non lo nomina ma si riferisce a Nicola Ottaviani sindaco di Frosinone. Vuota il sacco Tommaso Ciccone, coordinatore provinciale di Forza Italia. E soprattutto candidato presidente della Provincia nella tornata dello scorso ottobre. Quella volta venne accoltellato alla schiena da un largo numero di sindaci e consiglieri del centrodestra: votarono Antonio Pompeo del Pd. E Ciccone sapeva che sarebbe finita così. Lo rivela durante la trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso. Lo fa con un’invettiva di nove minuti, sul finire della puntata nella quale si parla degli scenari politici maturati dopo le provinciali. Con lui in studio ci sono il leader del Polo Civico Gianfranco Pizzutelli, il neo consigliere provinciale di Frosinone Vincenzo Savo ed il suo collega di Anagni Gianluigi Ferretti.

Fine del leaderismo

L’invettiva parte in modo quasi soft. Tommaso Ciccone inizia cin la difesa del congresso provinciale che lo ha eletto segretario politico del Partito. Il primo congresso della nuova Forza Italia in tutto il Paese, solo dopo sono arrivate le riunioni di Roma e nel resto dei territori.

È per questo che Tommaso Ciccone dice «Basta con la crocifissione di un Partito che ha avuto il coraggio di dire basta ad una concezione leaderistica della politica. Guardiamoci in faccia: la totalità dei segretari provinciali dei Partiti, di centrodestra e centrosinistra, ci sono perché sono espressione dell’alto»

E comincia con l’elenco: «La Lega non ha mai fatto un congresso provinciale a Frosinone, Fratelli d’Italia nemmeno, il centrosinistra sta andando avanti con un commissario da oltre un anno. Noi abbiamo avuto il coraggio di mettere fine a questa politica strana nella quale si sceglie un commissario, lo si nomina e poi ci si scorda. E lui agisce in modo quasi assoluto. Forza Italia ha avuto il coraggio di fare il congresso».

L’attacco a Piacentini

Un congresso che è stato ripudiato proprio dal suo predecessore Adriano Piacentini. Lo ha definito una riunione di quattro amici al bar. (leggi qui). Lo ha detto più di una volta. (leggi qui).

«Per alcuni – dice Tommaso Ciccone senza mani nominare il suo predecessore – il fatto che siamo riuscito a tenere un congresso unitario è stata una diminuito. In quel congresso in molti hanno partecipato mettendo a nudo i problemi di un partito che ha al necessità di svecchiarsi, dire con chiarezza da che parte sta e con chi sta, riappropriarsi di temi importanti e favorire il rinnovamento generazionale».

Il rinnovamento, per Ciccone è di sostanza ed il congresso non è stato un pretesto per togliersi di mezzo un coordinatore come Adriano Piacentini che veniva dalla generazione anagrafica precedente. «La dimostrazione sono state le recenti elezioni provinciali: abbiamo avuto il coraggio di schierare il segretario provinciale dei Giovani di Forza Italia ed il segretario regionale del Lazio dello stesso movimento giovanile. Li ringrazio per lo spirito con cui hanno accettato questo incarico».

L’altro affondo lo fa quando ringrazia l’ex capogruppo provinciale Danilo Magliocchetti che ha fatto un passo indietro proprio per favorire il rinnovamento. «Lo ringrazio perché è una persona leale, coerente, limpida, che non ama la polemica sulla stampa e che sugli organi di informazione ci interviene solo quando ha cose intelligenti da dire. Non per inquinare le acque. Se uno non ha cose intelligenti da dire ma solo cose mosse dal rancore, poco porta alla politica, al Partito ed alla propria immagine».

Le telefonate mancate

Il tono è un crescendo, la voce si fa sempre più alta nel timbro e sempre più intensa nell’eloquio.

«Penso che alle presidenziali di ottobre ci sia stata una forte assunzione di responsabilità da parte di Forza Italia che si è assunta l’onere di indicare il candidato alla guida del centrodestra. Mi sono assunto l’onere di prendermi questa responsabilità a nome del mio Partito. E di guidare una coalizione sapendo che la partita era ardua. Sottolineiamo che chi di dovere avrebbe dovuto fare questo e invece si è defilato».

Chi si è defilato è il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.

Adriano Piacentini ieri gli ha rinfacciato di non avergli fatto nemmeno una telefonata nei giorni in cui si è sentito isolato e sotto attacco. Tommaso Ciccone ora ribatte «Se parliamo di telefonate io ne sto ancora aspettando una in cui mi si dicesse ad ottobre ‘Bravo, sapevi che era difficilissimo ma hai difeso l’onore di tutto il Partito. Quel 40% che hai preso è legato alla tua persona e non grazie ad un’area che si è flagellata in maniera reciproca nel modo che abbiamo visto’. Non avevo bisogno che mi si dicesse bravo però almeno a prendere atto che avevo salvato la dignità di tutti, beh almeno quello si».

E ora vi dico la verità

Ormai è lanciato, il sacco è aperto. Non ne ha mai parlato da ottobre. Ma ora che lo scenario è chiaro e le impronte di chi lo accoltellato si sono fatte nitide, qualche lama la vuole anche sfilare dalla schiena.

«Rivendico di essermi assunto la responsabilità di assicurare a Forza Italia la leadership di un’area per indicare il candidato presidente. Perché nessuno lo aveva. La Lega aveva un solo sindaco e cioè Filippo Capogna di Arnara che ha detto “A mè lassateme perde, neanche ne voglio sentire parlà“. Fratelli d’Italia aveva solo Roberto Caligiore che si è subito tirato indietro facendo presente che aveva già enormi difficoltà a conciliare gli impegni da sindaco di Ceccano con quelli di lavoro. Da noi c’era chi avrebbe avuto l’onere ed il dovere di accettare e invece si è tirato indietro».

Tommaso Ciccone lancia il sospetto che proprio Nicola Ottaviani sia uno degli accoltellatori. «Proprio quella persona che aveva il dovere di farlo, è venuta da me e mi ha detto Mettiti avanti tu con il nostro sostegno. Ancora sto aspettando che venga a mettere la firma a sostegno della mia candidatura a presidente dellaPprovincia. Io mi sono impegnato al massimo per difendere il fortino del centrodestra anche con l’aiuto dei civici che mi sono venuti in soccorso».

Parla e rivela tutto «anche perché altrimenti continuiamo a tessere l’elogio degli eroi della politica che all’occorrenza si tirano indietro. Si propongono solo quando hanno la certezza di essere vincenti. Invece quando c’è da rispondere alla disciplina di Partito e alla coerenza ed alla capacità di sacrificio, quando c’è tutto da perdere, non lo fanno. È per questo che non accetto nessuna lezione e nessun tipo di moralismo da nessuno».