Cinquanta sfumature di ‘azzurro’

Le 50 sfumature di Forza Italia. In un gioco politico a tratti perverso. Nel quale ognuno porta avanti la sua partita politica. Tra piccole sfumature ma grandi differenze.

Mario Abbruzzese non sopporta l’idea di non essere più (soltanto) lui a guidare Forza Italia. Se la prende con il coordinatore-commissario Adriano Piacentini perché non può andare allo scontro con il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e con il senatore Claudio Fazzone. (leggi qui Abbruzzese in viva voce a Piacentini: «Ti romperò il cu..»)

La sconfitta alle politiche non è stata analizzata seriamente: Abbruzzese nulla ha detto sul fatto che i voti sono mancati a Cassino e nel cassinate e neppure sul fatto che forse alcuni alleati hanno contato i voti in due… forni diversi.

L’ex consigliere regionale sta reagendo arroccandosi, in quella che un tempo era la sua roccaforte. Coinvolgendo in questa strategia sia il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro (che tutto può permettersi meno che ulteriore fuoco amico) che il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli.

 

Perché è qui che il meccanismo si inceppa. Nell’area nord, e in particolare a Frosinone, Ottaviani e Piacentini hanno votato e fatto votare Ciacciarelli. Quando si arriverà al “redde rationem” questo peserà. Adriano Piacentini e Nicola Ottaviani lo hanno già sussurrato: “I voti dell’area nord sono andati bene in campagna elettorale e adesso Abbruzzese minaccia fuoco e fiamme? Ma ci faccia il piacere. E’ nella sua roccaforte che sono mancati i voti”.

 

Pasquale Ciacciarelli dal canto suo appare troppo “schiacciato”. All’interno del Partito c’è chi dice che in realtà sia il consigliere di Abbruzzese, non di Forza Italia. Una posizione che rischia di isolarlo completamente.

 

Nicola Ottaviani tiene monitorata la situazione nazionale. Quando si tornerà alle urne reggerà davvero le fila di Forza Italia? Silvio Berlusconi appare ormai nella fase definitivamente discendente e la disfatta politica nel braccio di ferro interno al centrodestra con la Lega di Matteo Salvini lo ha sfiancato. Gli uomini forti non sono più Paolo Romani, Renato Brunetta e neppure Antonio Tajani. Soltanto Maurizio Gasparri, per il momento, si salva. A decidere sono ormai Niccolò Ghedini e Giovanni Toti, entrambi vicini alle posizioni della Lega. Nel caso di Partito unico del centrodestra, Ottaviani vuole farsi trovare pronto. Per questo mantiene vivo il rapporto con la Lega e con Francesco Zicchieri, che martedì diventa vicecapogruppo alla Camera dei deputati. (leggi qui Francesco Zicchieri numero 2 della Lega a Montecitorio)

 

Adriano Piacentini ha un asse di ferro con Ottaviani e non è affatto intimorito dello scontro con Mario Abbruzzese. D’altronde il coordinatore regionale Claudio Fazzone ha commissariato Forza Italia in provincia di Frosinone in piena campagna elettorale. Lo “schiaffo” ad Abbruzzese è stato quello. Abbruzzese lo sa, ma teme lo scontro aperto con Claudio Fazzone in questo momento.

 

Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, difficilmente prenderà posizione in un verso o nell’altro. Fra un anno di vota per le europee. A proposito: Mario Abbruzzese concorrerà per un seggio a Strasburgo oppure ritenterà per la Camera? Una sola cosa è certa: uno come lui non può stare senza un incarico operativo. Lo snodo sarà questo.

Sempre ammesso che Adriano Piacentini non acceleri sul versante del commissariamento del Partito, azzerando ulteriormente tutte le altre deleghe.

 

Non è semplice capire cosa succederà in Forza Italia. Danilo Magliocchetti, capogruppo del Partito alla Provincia e al Comune capoluogo, da diverso tempo calibra i suoi interventi sul piano amministrativo e delle tematiche del territorio.

Sul piano politico non si sbilancia, non soltanto perché è vicinissimo ad Abbruzzese ma ha anche ruoli fondamentali nella maggioranza di Ottaviani, ma perché davvero è difficile muoversi in un contesto di tutti contro tutti.

 

Antonello Iannarilli viaggia verso Energie per l’Italia. Ma è la Lega che prima o poi potrebbe consumare lo strappo. L’opa di Salvini non è sui dirigenti di Forza Italia, ma sull’elettorato “azzurro”.

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