I Cinque Cerchi degli avversari di Nicola

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Le notizie sono due. La prima: se Nicola Ottaviani è un pazzo sta in buona compagnia. La seconda: Antonio Pompeo vuole candidarsi e non intende perderlo di vista nemmeno d’un centimetro.

A migliaia, in Italia ed in provincia, sono entrati nel Luna Park aperto dal sindaco annunciando che proponeva di assegnare alle province del Lazio l’organizzazione delle Olimpiadi 2024 qualora Virginia Raggi confermasse l’indisponibilità di Roma.

L’obiettivo di Ottaviani era esattamente quello di fare il pienone nel suo parco giochi. Indifferente a fischi e pernacchie (anzi, grazie anche a loro) si è collocato al centro della scena, nell’occhio dei riflettori, affermando il suo ruolo d’attore protagonista. Nello stile del primo Berlusconi, ha dettato lui il tema nell’agenda politica ed ha costretto tutti a rincorrerlo.

Tra i primi a capirlo e lanciarsi all’inseguimento c’è Antonio Pompeo che ormai soffre di claustrofobia tra le mura di palazzo Iacobucci e reclama uno scenario politico ben maggiore per la sua chioma brizzolata. Ha intuito la serietà dell’operazione al punto di tentare un sorpasso a destra, al fine di strappare la fiaccola olimpica dalle mani di Ottaviani o quantomeno condividerla.

E’ così che nasce il comunicato con il quale il presidente della provincia nelle ore scorse ha detto due cose: 1) fate meno gli spiritosi che la faccenda è più seria di quanto pensiate («l’azione di sostegno a Roma 2024 deve arrivare dai territori del Lazio non sotto forma di boutade o di provocazione destinata a riempire le pagine dei giornali agostani e i social network di battute spiritose, come sta accadendo in queste ore»). 2) Ottaviani chiacchiera mentre io faccio le cose concrete e già mi sono messo in contatto con il Comitato Olimpico («La Provincia di Frosinone mesi fa, tramite il vice presidente Amata, ha interpellato direttamente il presidente federale del Coni Giovanni Malagò, proponendo di prendere in considerazione le Province del Lazio quali sedi di decentramento di alcune specialità olimpiche»).

Anche un esperto maratoneta della politica come Gianfranco Schietroma, Coordinatore della Segreteria Nazionale del Partito Socialista Italiano, non ha lasciato la scena al solo Nicola Ottaviani. E ci ha buttato a capofitto il Partito, per non perdere così la distanza dopo avere lanciato per primo la candidatura del rivale ufficiale alle comunali di primavera, Vincenzo Iacovissi. Pure Schietroma tenta di sorpassare Ottaviani a destra e prendergli la fiaccola: dicendo che si l’idea è buona ma allora allarghiamola a tutta l’Italia.

Gli unici che non hanno abboccato sono quelli del Movimento Cinque Stelle (il centro decisionale nazionale, non quello locale) che erano l’altro obiettivo dell’offensiva di fine estate (leggi qui l’analisi politica in I Cinque Cerchi di Ottaviani). Cioè il cervello della strategia di persuasione grillina, perfetti applicatori della Teoria delle Masse, che stanno lì e non a Frosinone. Da fini comunicatori sanno che l’unico modo per disinnescare Ottaviani era la strategia del silenzio: non rispondere e sperare che tutto si spegnesse in 48 ore.

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