I cinque piccoli dettagli che fanno la differenza (di F. Ducato)

Ci sono cinque piccoli dettagli, emersi dal Consiglio Comunale dell'altra sera ad Anagni, che fanno intuire tante grandi cose per il futuro dell'amministrazione cittadina. Eccoli.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Quelli che martedì sera ad Anagni hanno assistito distrattamente al consiglio comunale che si è occupato di bilancio consolidato avranno notato le polemiche e le urla da cortile da una parte e dall’altra. Ed avranno seguito con lo sguardo le persone che, in platea, si dividevano come i tifosi allo stadio.

Quelli che hanno guardato con più attenzione, hanno invece notato qualche particolare in più. Che magari potrebbe essere interessante in vista di futuri sviluppi nella complicata situazione politica locale.

 

IL SILENZIO DEL BASSETTA BARBUTO

1 – Mentre tra le fila della maggioranza e dell’opposizione, durante la discussione, prevalevano i toni alti, con qualche momento in cui si è arrivati alle urla vere e proprie, il sindaco Fausto Bassetta, con il suo nuovo look semi barbuto, è rimasto per quasi tutta l’assise in un silenzio costante. Tipico di chi percepisce l’imbarazzo di stare in una situazione scomoda e poco difendibile. Cosa che del resto lo stesso Basetta ha ammesso, quasi alla fine della discussione. Quando ha detto, più o meno, “è vero, abbiamo fatto un errore. Altrimenti, non avremmo proposto la rettifica”.

L’atteggiamento di Bassetta si presta ad una doppia lettura. Una positiva, perché denota l’onestà intellettuale di chi non è disposto a difendere l’indifendibile (come, ad esempio, ha ammesso anche il consigliere De Luca). L’altra negativa, perché l’imbarazzo, palpabile, era tipico di chi, come poche altre volte forse è successo, si sentiva fuori posto in quella circostanza.

È, da sempre, il valore ed insieme il limite di Bassetta. Che è “altro” rispetto alla politica locale. Ma, anche per questo, poco capace di adattarsi ad essa.

 

IL TAGLIABOSCHI INCANDIDATO

2-La candidatura, in prospettiva, di Aurelio Tagliaboschi come possibile successore di Bassetta per una ipotetica coalizione di centrosinistra è diventata, dopo il consiglio, più debole.

Tagliaboschi aveva, anni fa, proposto con forza la sua candidatura a sindaco; ed era stato poi costretto ad un passo indietro. Dovuto a contrasti più personali che politici.

L’assessore al Bilancio, all’epoca, veniva considerato una figura troppo divisiva per recuperare un consenso ampio e trasversale. Considerazioni che, dopo le polemiche di martedì sera, sono ancora più valide.

 

NECCI STA FUORI

3- Il dottor Necci è, di fatto, fuori dalla maggioranza. Durante la seduta è rimasto in silenzio costante. Interrotto solo dal voto contrario alla proposta di rettifica al bilancio consolidato della sua (ancora per quanto?) maggioranza.

Se i gesti hanno un senso, il suo no significa parecchio.

 

NATALIA NEL MIRINO

4-Daniele Natalia potrà anche pensare di ricandidarsi a sindaco: ma ha forse meno probabilità della volta precedente.

Le accuse lanciategli da Tagliaboschi non saranno servite a nascondere gli errori della giunta Bassetta sul bilancio consolidato. Ma ricordano un passato che è e rimane molto chiaro a tutti.

Ed in una futura campagna elettorale di certe cose si ritornerà a parlare.

 

PRESIDENTE NON PASSACARTE

5-Difficile che ad un futuro da sindaco possa pensare anche Simone Ambrosetti. Come gli è stato fatto notare in consiglio, il suo ruolo di presidente del consiglio non è quello di semplice passacarte, ma una figura politica a tutti gli effetti. Capace di dirigere l’assise comunale con polso e sicurezza.

Cosa che martedì sera Ambrosetti non ha fatto. Difficile pensare che possa dimostrare qualità del genere da sindaco.

 

Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”, diceva Brecht. Ma ad Anagni, più che un eroe, ci vorrebbe un martire.