Se i Cinque Stelle non possono fare altro che tirare a campare

Sommersi nelle piazze dal fenomeno delle Sardine, doppiati nelle urne dalla Lega, in caduta libera nei sondaggi, senza uno straccio di radicamento nei territori. A cominciare dalla provincia di Frosinone. Il Movimento di Beppe Grillo può solo restare il più a lungo possibile al Governo. Logorandosi.

Scavalcati in piazza dalle “6000 Sardine”, doppiati nelle urne dalla Lega, in caduta libera nei sondaggi e malissimo alle regionali in Umbria (7%). Il Movimento Cinque Stelle non molla, forte dell’oltre 33% ottenuto il 4 marzo 2018, meno di due anni fa. Con i senatori e i deputati eletti in quella occasione mantiene in controllo in Parlamento. Altre possibili maggioranze non ci sono, a meno di una riedizione moderna del compromesso storico che però stavolta dovrebbe coinvolgere molti più Partiti. E cioè Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo nel centrodestra, Pd, Italia Viva  e quel che resta della sinistra sull’altro fronte.

Luigi Di Maio

Scenario complicato da immaginare, anche se Flavio Briatore insiste nel voler vedere insieme i due Matteo, Salvini e Renzi. Quello che nel Movimento si fatica a comprendere è che proprio questa “trasformazione” da forza ribelle, movimentista e radicata nelle piazze, a un Partito che non arretra di un millimetro, richiamando quella democrazia parlamentare sempre bombardata, non soltanto ha generato confusione ma pure delusioni e disincanto.

Il MoVimento si è rivelato per quello che è: un gigantesco scatolone vuoto, all’interno del quale Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno avuto la genialità di far mettere agli elettori tutte le loro delusioni, rabbie, insoddisfazioni, accumulate grazie soprattutto ad un Pd incapace di rispondere a quelle esigenze.

A questo si aggiunga la sistematica demolizione di se stesso attuata in maniera masochista. Infatti i Cinque Stelle non hanno mai fatto congressi e sembrano aver dimenticato le dirette streaming e le adunate in piazza. Anche la piattaforma Rousseau si è rivelata per ciò che è: un ridicolo tentativo di controllo d’una massa senza ideali precisi.

Sui territori va anche peggio, perché, per esempio in provincia di Frosinone, mai un sindaco eletto e pochissimi consiglieri comunali.

Luca Frusone Ilaria Fontana Enrica Segneri. Foto © Giornalisti Indipendenti

Nonostante tutto questo non cambia nulla nell’impostazione. Con le percentuali dei sondaggi di oggi i Cinque Stelle non eleggerebbero nessun parlamentare e consigliere regionale in provincia di Frosinone. Mentre il 4 marzo 2018 ci furono tre deputati (Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri) e un consigliere regionale (Loreto Marcelli). Da quella vittoria però non si è costruito un radicamento vero nei Comuni. Oggi, in maniera generica, si fa riferimento ad un possibile dialogo con il Pd e con non meglio precisate liste civiche. Ma chi va alle trattative? Su quale piattaforma programmatica e politica si costruisce un’intesa? Tutto questo non si dice.

A livello nazionale il Movimento è diviso e con le idee confuse. Lo scatto non arriva. E allora l’unico obiettivo vero diventa quello di tirare a campare.