Ciociaria, dove i leader del centrodestra si odiano da sempre

Alle Politiche, alle Europee e in parte alle Regionali la coalizione stravince per il voto di opinione. Nei Comuni invece spesso perde e quando vince si suicida. Questo perché le lotte intestine non finiscono mai, perfino in questo momento. I big dei partiti non si sopportano e puntano a far perdere gli alleati. Il vertice che li vedrà insieme nei prossimi giorni non potrà non tenerne conto.

Ma davvero l’unità del centrodestra passa dagli assetti della Provincia, ente di secondo livello, dove il presidente Antonio Pompeo non può essere sfiduciato? E soltanto per qualche delega di carattere istituzionale attribuita al capogruppo di Fratelli d’Italia Daniele Maura? Non è piuttosto, questa, un’arma di distrazione di massa?

In provincia di Frosinone il centrodestra è largamente maggioritario nel voto di opinione e infatti lo si è visto alle politiche del 2018, alle Europee del 2019 e perfino alle regionali del 2018 (nel voto alle liste). Poi però ha difficoltà a trasferire questo consenso sui territori, anche per le spaccature interne. Le divisioni non mancano neppure laddove si è vinto.

Gli ex sindaci di Ceccano e Cassino

Forse invece è sui Comuni che la coalizione dovrebbe riflettere molto se davvero vuole raggiungere quell’unità sostanziale che adesso non c’è.

Nel giro di un anno le dimissioni di massa hanno affondato due Comuni e due sindaci importanti. Prima Carlo Maria D’Alessandro a Cassino, dove la frattura tra quella che era la Forza Italia di Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli e la Lega e Fratelli d’Italia si era consumata prima dell’atto finale. Poi è stato impossibile perfino circoscrivere l’incendio che era divampato. E quando Mario Abbruzzese si è candidato a sindaco per cercare di limitare i danni, è stato impallinato. Come fu impallinato Tommaso Ciccone (sempre Forza Italia) alla presidenza della Provincia.

Pochissime settimane fa a Ceccano è stato mandato a casa Roberto Caligiore, sindaco di Fratelli d’Italia, il Partito del senatore e leader Massimo Ruspandini, un autentico mostro sacro della politica provinciale. Come si fa a pensare che non sia successo niente?

Gianluca Quadrini e Francesca Gerardi agli estremi del nastro

Non potrà evitare di tenerne conto il vertice riservato che si riunisce questa settimana mettendo intorno al tavolo Francesca Gerardi (Lega), Massimo Ruspandini (FdI) e Gianluca Quadrini (Forza Italia). A metterli d’accordo è stato… Babbo Natale. Il vice coordinatore regionale di Forza Italia e la coordinatrice provinciale della Lega si sono incontrati sabato ad Aquino in occasione dell’inaugurazione del Villaggio di Babbo Natale nel centro storico. È stata l’occasione per chiarire, faccia a faccia, le incomprensioni dei giorni scorsi (leggi qui Il mistero del confronto a destra. Quadrini: “È iniziato”. Gerardi: “È falso”). E per mettere in chiaro che è la Lega a dover dare le carte, non Forza Italia. Un concetto al quale Quadrini ha replicato che che il Carroccio è maggioritario nei voti politici ma le truppe di Berlusconi hanno gli amministratori locali che la Lega non ha.

Quadrini ha indossato i panni del pontiere ed ha telefonato al senatore Massimo Ruspandini. In tre, hanno fissato la data del vertice: avverrà nei prossimi giorni. Già questa settimana. Si farà il punto sulla situazione: su tutto, a partire dalle Comunali della primavera 2020 che porteranno alle urne Ceccano e Pontecorvo.

Nicola Ottaviani Foto: © Stefano Strani

In questo quadro il Comune di Frosinone rappresenta un’autentica eccezione: solo perché Nicola Ottaviani se ne frega dei Partiti. Lo ha fatto con Forza Italia, ha proseguito con la Lega. Ma è un’eccezione appunto. Per il resto le tensioni non mancano. Non mancano in tutti i Comuni e si potrebbe continuare, allargando il discorso anche ad altro: al ribaltone al Cosilam, alla guerra senza fine tra Forza Italia e Cambiamo. Quando il piano è alto (Politiche, Europee, Regionali) gli elettori scelgono sulla base dell’opinione e quindi non ci sono problemi. Ma neppure meriti da parte dei referenti locali.

Quando il piano è più basso, le comunali, emergono tutti i limiti di una classe dirigente incapace storicamente di fare squadra. Le liste civiche possono contenere il problema, che però esplode. Il centrodestra perde spesso a livello comunale perché i leader provinciali sono divisi e distratti. È questa la semplice ragione.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright