Era da tempo nell'aria, oggi Ciociaria Naturale è finalmente realtà. Unione di intenti e tante aspettative per l'eno-turismo del basso Lazio.
Ciociaria Naturale, musica per le mie orecchie! Nasce in una fredda serata di fine febbraio il collettivo di vignaioli che più di tutti in questi anni ha tracciato un percorso. Perché di questo si tratta, intraprendere una strada e portare alla luce un messaggio.
Sarebbe scontato scrivere che l’unione fa la forza ma a volte una semplice frase che si usa (e troppo spesso si spreca) dalla notte dei tempi funziona ed è maledettamente appropriata.
Tante parole, molti calici e ora i fatti
Succede che da diversi anni un gruppo di giovani artigiani della vigna ha iniziato ad intavolare un discorso di collaborazione e di reciproco supporto per far emergere quanto potenziale c’è nei diversi territori del basso Lazio. Infatti ci sono rappresentanti che provengono dalle zone del Cesanese del Piglio, gli indomiti dell’ area di Sora/Isola del Liri, una nutrita cerchia di vignaioli della Valle di Comino e della Valle dei Santi.
Dopo tante chiacchierate e tanti tavoli tematici condivisi (ma anche innumerevoli bottiglie svuotate!) è nata l’esigenza di unire le forze per fare rumore, per promuoversi e promuovere, per far scoprire agli eno-appassionati che il basso Lazio è bello e buono.
E far capire a tutti che questo territorio per essere appetibile a livello turistico deve volersi bene di più, prima di farsi volere bene da chi arriva da fuori.
La ciociaria nella sua completezza che urla al mondo una filosofia comune: il futuro è naturale, il futuro è e deve per forza essere amico dell’ambiente, sostenibile ed etico. E quelli di “Ciociaria Naturale” ci hanno creduto fin dall’inizio del loro percorso.
Ciociaria Naturale: una formazione di tutto rispetto
E quale sarebbe la musica per le mie orecchie?
Beh quella è data dai componenti di questo supergruppo, persone a cui ho dato fiducia sin dall’inizio di questa avventura chiamata “Nunc Est Bibendum“: penso a Marco Marrocco di Palazzo Tronconi, il mio primo articolo pubblicato, penso ad Amedeo Iafrati e sua moglie Graziella che hanno investito in un territorio dove sono più famose le cartiere che il vino.
Come non parlare di Danilo Scenna e della riscoperta delle uve storiche di Pescosolido, di Rocco Toti e Benedetto Leone, delle loro sperimentazioni ad alta quota su a Terelle. E di Maria Ernesta Berucci che con suo marito Geminiano hanno apportato in vigna la viticoltura in olo omeopatia.
Le loro storie, la mia riconoscenza
Tutte storie che ho raccontato nel corso degli anni e tutti viticoltori a cui devo tanto per nozioni acquisite, compagnia preziosa e calici alzati al cielo. Perchè insieme a loro sono cresciuto molto anche io, aprendomi a vini e tecniche che mai avevo apprezzato fino in fondo, evolvendoci i maniera costante, reciproca e costruttiva. Questo è già un merito enorme.
Un grosso in bocca al lupo dunque a questa sinergia, che possa essere proficua per loro e tutto il basso Lazio…e che possa portare me a raccontare ancora tanto, del resto devo ancora andare a disturbare l’azienda Aurete, I Ciacca e Anselmo Cioffi!
Ciociaria naturale, ne avevamo tutti bisogno!